CAPO VERDE, Isole del (VIII, p. 878; App. III, 1, p. 305)
La popolazione dei due gruppi di isole, divise in due distretti con 13 comuni, ammontava nel 1970 a 271.864 unità, in maggioranza meticci. La struttura economica è basata sulle piantagioni - canna da zucchero (9070 t nel 1971); banane (5409); patate dolci (1469); manioca (1067) -, sulla pesca (4209), la produzione di sale (33.000), e sul commercio di transito. L'industria è poco sviluppata e per l'80% addetta alle trasformazioni alimentari; la proprietà fondiaria, nelle mani di una ristretta oligarchia, ha da sempre costretto parte della popolazione all'emigrazione, anche nella condizione di contratado per un lavoro semicoatto nelle piantagioni dell'Angola e di s. Tomé. La prolungata siccità iniziatasi nel 1968 ha naturalmente avuto un'influenza negativa sull'economia, portando nel 1971 il deficit della bilancia dei pagamenti a 527 milioni di escudos; l'area commerciale portoghese è in crescente flessione; i bisogni alimentari non sono coperti dall'agricoltura locale che per il 5%: da ciò la necessità di ricorrere a massicce importazioni, specie di mais, per decine di migliaia di tonnellate.
Il paese seguì l'evoluzione amministrativa delle altre province d'oltremare, ottenendo nel 1972 un nuovo statuto che concedeva una limitata autonomia attraverso l'istituzione di un'Assemblea legislativa (21 membri eletti) e di una Giunta consultiva quali organi coadiutori del governatore portoghese. Miglioramenti nel campo della sanità e dell'istruzione (nel 1972 vi erano 356 scuole primarie con 50.062 alunni, e 14 scuole secondarie con 2.971 studenti) si ottennero dopo l'inizio delle agitazioni da parte del PAIGC (Partido Africano da Independência da Guiné e Cabo Verde), formato nel settembre 1956 da Amilcar Cabral. Dopo alcuni tentativi di lotta legale tra la popolazione urbana delle I., il PAIGC nel 1963 decise di passare all'azione diretta trasferendo la lotta armata sul continente, nella Guinea-Bissau, data la iorte presenza d'isolani in quel territorio: la lotta indipendentistica delle I. si sviluppò in tal modo soprattutto come propaganda, mantenendovi il governo portoghese un contingente di 5 mila uomini con una spesa, nel 1971, di 10 milioni di escudos. Nonostante l'assassinio di Cabral, avvenuto nel gennaio 1973, si arrivò il 24 settembre alla proclamazione unilaterale dell'indipendenza e, dopo la rivoluzione interna portoghese del 25 aprile 1974, al definitivo riconoscimento della Repubblica della Guinea-Bissau.
Con gli accordi di Lisbona del 19 dicembre dello stesso anno le I. del C. V. hanno ottenuto l'indipendenza il 5 luglio 1975. Le istanze del PAIGC per una fusione delle I. con la parte continentale si scontrano con l'ostilità dei guineani tradizionalmente propensi a identificare nei meticci isolani degl'intrusi - contrasto a cui non sembra estraneo nemmeno l'assassinio di Cabral, originario delle I. - e con l'importanza strategica dell'arcipelago, oggetto d'interesse da parte delle maggiori potenze.
Bibl.: ONU, Un principe en péril. Les Nations Unies et les territoires sous administration portugaise, New York 1970; Anuário Comercial de Portugal, Portugal Exporter, Lisboa 1974; PAIGC, História: A Guiné e as ilhas de Cabo Verde, Porto 1974; A. Humbaraci-N. Muchnik, Portugal's African Wars, Londra 1974.