ERMEO, CAPO
. Col nome di capo Ermeo (‛Ερμαία ἄκρα, Mercurii promuntorium) gli antichi designarono il promontorio con cui termina a nord la penisola che chiude a oriente il golfo di Cartagine (odierno Capo Bon o Ras Addar).
Qui nel giugno del 255 a. C. i consoli Servio Fulvio Petino e Marco Emilio Paolo si scontrarono con la flotta cartaginese che cercava di tagliar loro la strada. Essi avevano salpato dall'Italia probabilmente con lo scopo di collaborare con l'esercito di Marco Attilio Regolo per assediare Cartagine. Per via seppero del disastro di Regolo, e limitarono quindi il loro compito a imbarcare i residui dell'esercito sconfitto asserragliati in Clupea. La flotta romana era forte di 350 navi da guerra secondo Polibio (I, 36) ma vi è probabilmente errore nel suo testo, e si tratta forse di 250 navi. I Cartaginesi ne avevano 200. Della battaglia conosciamo solo i risultati. La vittoria dei Romani fu completa. Essi catturarono 114 navi nemiche secondo Polibio o 24 secondo Diodoro (XXIII, 18, 1) la cui testimonianza sembra qui più attendibile, riaffermando la propria superiorità marittima e aprendosi la via di Clupea, dove imbarcarono i superstiti delle legioni di Regolo. Gli effetti della vittoria furono in gran parte frustrati dal naufragio che la flotta romana subì al suo ritorno presso la costa meridionale della Sicilia. Tuttavia entrambi i consoli ebbero il trionfo navale.
Bibl.: O. Meltzer, Gesch. d. Karthager, II, Berlino 1896, p. 307 seg., 572; G. De Sanctis, St. dei Romani, III, i, Torino 1916, p. 156 segg.; J. Beloch, Gr. Gesch., 2ª ed., IV, i, Berlino 1925, p. 656, IV, ii, Berlino 1927, p. 254.