capitalismo di relazione
loc. s.le m. Sistema affaristico basato sulle relazioni personali che intercorrono tra imprenditori, finanzieri, politici e amministratori, boicottando lo sviluppo della libera concorrenza.
• Il nostro Paese sta pagando un prezzo così salato alla crisi perché abbiamo lasciato crescere e radicarsi un capitalismo di relazione, viziato da intrecci perversi, che ora bisogna assolutamente abbattere, se vogliamo coltivare una speranza di ripresa. (Giuseppe Berta, Secolo XIX, 31 maggio 2014, p. 1, Prima pagina) • Sorriso e riservatezza, alta competenza e zero salotti. Stando a come ne parlano i colleghi in Piazzetta Cuccia, Elisabetta Magistretti non potrebbe mettere in fila caratteristiche più affini allo stile della casa. La quale, con il tramonto del cosiddetto capitalismo di relazione, sembra voler marcare ancor più la distanza da una certa mondanità della finanza. E infatti è lei la candidata fin qui più accreditata alla vice presidenza di Mediobanca. (Paola Pica, Corriere della sera, 18 settembre 2014, p. 45, Economia) • Nel mirino del premier il «capitalismo di relazione» che ha affossato lo sviluppo del Paese minando potenzialità e crescita. Quel capitalismo di relazione «fatto di accordi tra giornali, banche, partiti è morto», al suo posto un sistema più «trasparente». […] Inutile sottolineare come il capitalismo di relazione sia nel Dna dell’economia italiana, secondo la lezione di Enrico Cuccia, creatore e padre-padrone del sistema. Quello del timone tramandato di padre in figlio, degli intrecci azionari multipli, delle sedie girevoli nei Cda di aziende, banche e grandi giornali. Niente di nuovo. Per Renzi il sistema è morto. (Roberto Bonizzi, Giornale, 5 maggio 2015, p. 5, Il Fatto).
- Composto dal s. m. capitalismo, dalla prep. di e dal s. f. relazione, ricalcando l’espressione ingl. relationship capitalism.
- Già attestato nella Repubblica del 5 giugno 2006, Affari & Finanza, p. 10 (Alberto Statera).