capitale diffusa
loc. s.le f. Capitale articolata sul territorio; punto di riferimento di una rete molto più ampia.
• Ci sono poi da mettere in conto i pesanti ritardi accumulati sul piano della mobilità interna: se la logica di una capitale diffusa della cultura (come ha proposto Essen in Germania con la Ruhr) è quella dell’area metropolitana, il grande limite del Nord-Est è rimanere tuttora una metropoli preterintenzionale. (Messaggero Veneto, 27 settembre 2009, p. 1, Prima pagina) • La lettera di [Giorgio] Napolitano a [Silvio] Berlusconi, l’integrale è stato pubblicato sul sito del Quirinale, è una sorta di lunga e dettagliata lezione su cosa la Costituzione prevede […] Perché «la pur condivisibile intenzione di avvicinare l’amministrazione pubblica ai cittadini non può spingersi al punto di immaginare una “capitale diffusa” o “reticolare” disseminata sul territorio nazionale, in completa obliterazione della natura di capitale della città di Roma, sede del Governo della repubblica». (Marcella Ciarnelli, Unità, 29 luglio 2011, p. 2, Primo Piano) • Non solo Trento. L’intera provincia infatti si caratterizza sempre più come «capitale diffusa» dei mercatini. (Adige, 19 novembre 2012, p. 14, Trento).
- Composto dal s. f. capitale e dal p. pass. e agg. diffuso.
- Già attestato nella Stampa del 13 giugno 1990, p. 3, Interno (Antonello Francica).