CAPESTRANO (A. T., 24-25-26)
Paese della provincia di Aquila, situato su una duplice collina (465 m.) che domina da SO. il sottostante vasto piano alluvionale, detto Piano di Capestrano, allungato per oltre 6 km. in dolce declivio da NO. a SE. (340-380 m. s. m.). La località, che negli ultimi secoli del Medioevo fu sede di potenti feudatarî, ha l'aspetto di cittadina, per la robusta cinta murata di cui restano cospicui avanzi, per il turrito suo castello, che si erge nella vasta Piazza del Mercato, per la bella cattedrale, ecc. Capestrano, che aveva circa 2500 ab. alla fine del secolo XVIII, e 3374 nel 1871, vide poi la sua popolazione lentamente diminuire (2716 nel 1921) per la corrente migratoria, fattasi intensa soprattutto nei primi anni del secolo presente; ora peraltro essa si è molto affievolita. Il territorio comunale (43 kmq.) ha vaste aree coltivate, specialmente sui margini del Piano (non sul fondo, acquitrinoso nella stagione umida); predominano i campi di grano, i vigneti e i mandorleti; nei luoghi meglio esposti cresce bene l'olivo. Coltura un tempo più diffusa era quello dello zafferano. I monti, quasi interamente diboscati, hanno buoni pascoli. Al margine occidentale del Piano, poco a N. del paese una serie di grosse sorgenti, al contatto fra i calcari e i depositi alluvionali, si raccoglie nel piccolo laghetto di Capestrano, donde esce il fiume, detto Prisciano; dalla parte opposta del Piano, le acque di un'altra grossa sorgente (Capo d'Acqua) si riuniscono alle precedenti, dando origine al Tirino. Capestrano dista 42 km. da Aquila, cui è unito da linea automobilistica; un'altra linea lo unisce alla stazione di Bussi, distante km. 15.
Nel territorio di Capestrano sono i resti dell'insigne abbazia di S. Pietro ad Oratorium dipendente da S. Vincenzo al Volturno. La chiesa rimonta al sec. IX. I benedettini la ricostruirono nel 1100 e vi aggiunsero rarissime opere, come le pitture absidali, un portale e un ciborio. Entro l'abitato sono notevoli un castello di Antonio Piccolomini, la chiesa madre e il convento di S. Giovanni, celebre per i suoi libri corali, per le pergamene e le molte memorie del Santo seguace di S. Bernardino da Siena.