Ciascuno dei peli del capo umano. Strutturalmente simili ai peli comuni, i c. se ne differenziano per l’elevatissimo numero e per lo sviluppo in lunghezza. Presentano variazioni nello sviluppo individuale e nei due sessi, nonché caratteri morfologici e strutturali diversi nelle differenti appartenenze etniche. Il colore dipende dal numero e dal tipo dei melanosomi (granuli di melanina) presenti nella corticale. Nei c. grigi, i granuli di pigmento sono in numero ridotto; in quelli bianchi, sono assenti; nei biondi, oltre a essere ridotti, sono solo parzialmente melanizzati; nei rossi, infine, hanno una struttura differente. I c. dritti o lisci (lissotrici; v. fig. A) si trovano con maggiore frequenza nei biondi e nella popolazione mongola, gli ondulati (cimotrici; B) sono comuni a più gruppi etnici, compresi gli europei, mentre quelli crespi (ulotrici; C) sono tipici delle etnie negroidi. La differenza deriva dal fatto che nel biondo e nell’orientale la sezione trasversale del fusto pilifero è circolare e il fusto è dritto od ondulato, mentre nel nero essa è ellittica o appiattita e il capello assume il classico andamento elicoidale. Come gli altri peli, i c. sono soggetti a caduta che, contenuta entro certi limiti e seguita da rigenerazione, è fenomeno fisiologico.
Le principali patologie dei c. sono rappresentate dalle alopecie (➔), dalle micosi, dalla dermatite seborroica e dalla pediculosi del capo.