CAPANNA (dal lat. med. capanna; fr. cabane, hutte; sp. cabaña; ted. Hütte; ingl. hut)
È la forma iniziale della costruzione umana per rifugio e ricovero della famiglia, e le sue più antiche apparizioni sono tuttavia oscure, non potendosi ancora accettare pienamente le interpretazioni come capanne o come tende di taluni segni dipinti nelle grotte paleolitiche della Spagna e della Francia. È certo però che quando l'uomo poté abbandonare le grotte e i ripari sotto roccia, che furono la sua dimora durante il Paleolitico, o dove questi naturali rifugi mancarono, egli dovette pure avere le forme embrionali di ricovero che si presentano anche oggi presso i popoli al primo stadio della civiltà: ricoveri certo costruiti in materie poco durevoli e scomparsi senza traccia.
Ma a cominciare dal periodo neolitico le nostre conoscenze sulle forme della capanna si fanno più sicure e molteplici, grazie alle testimonianze forniteci dalle scoperte archeologiche, e facilitate, per i periodi del bronzo e del ferro, dalle scoperte di tombe imitanti la casa, e specialmente delle urne a capanna, che dànno i modelli fedeli delle abitazioni coeve e forse anche di quelle di precedenti generazioni.
Non è possibile dire se la forma originaria della capanna sia per l'età neolitica un'eredità delle precedenti fasi paleolitiche.
Una coesistenza fra i due tipi di capanna, rotonda e rettangolare, sembra ravvisarsi in tutta l'Europa, senza però che si possa ancora stabilire in modo sicuro se i due tipi stessi si debbano ascrivere a culture o a popolazioni di razze diverse, tanto più che tali tipi attraversano i varî periodi del bronzo e del ferro, e appaiono commisti nelle stesse zone e con gl'identici elementi di cultura.
Si può tuttavia considerare accertato che il tipo della capanna rotonda, proprio delle regioni del Mediterraneo, fu nell'età del bronzo superato in Grecia da quello rettangolare, che penetrò tanto dall'Oriente che dal Nord; il tipo rimase però nella dimora funeraria, cioè nel sepolcro a cupola. Esso si mantiene altresì in determinati territorî, come in Sardegna, dove i nuraghi rappresentano lo sviluppo della casa circolare, e in altre località del Mediterraneo, o puro o mescolato con elementi rettangolari, ovali e absidali, come nelle tre case scoperte a Ocomeno dal Bulle, e nelle navetas delle Baleari. Anche i cosiddetti palazzi dell'isola di Malta sono una combinazione di celle successive, rotonde e ovali, aggiunte nel corso dei tempi a cortili di pianta ellittica.
L'Italia neolitica si mantiene, per la maggior parte del suo territorio, fedele al tipo più antico della dimora circolare.
La prima visione di un abitato neolitico è stata data dalle ricerche di Concezio Rosa nella valle della Vibrata nel Teramano, dove sin dal 1871 egli rinvenne capanne circolari del periodo neolitico, profondate da 1 a 2 metri nel suolo. Indi il nome da lui dato a questi relitti e da altri accolto, di fondi di capanne. Nella medesima regione le indagini furono riprese nel 1910 dal senatore Angelo Mosso, che vi rinvenne un altro villaggio di 40 capanne.
Pure a pianta circolare sono i fondi di capanna di Campeggine, nel Reggiano, esplorati dal Chierici, in mezzo ai quali si ebbero i notevoli tipi di capanne con la fossa sepolcrale scavata sotto al pavimento, spesso a notevole profondità. Capanne della stessa forma, talvolta con pozzetto di accesso o con fossa per il focolare, furono scavate in altre regioni d'Italia: in altri casi invece la forma ne rimane incerta. In taluni casi, come a Calvello di Potenza e a Persolino di Faenza, lo scavo diede due strati di abitazione, l'uno neolitico e l'altro dell'età del bronzo. Ma non fu ignota nel periodo eneolitico della penisola italiana la capanna a pianta rettangolare, per quanto assai meno diffusa; ne abbiamo un esempio a Bosco Sepino, presso Campobasso. I villaggi del Materano, di Murgecchia e di Murgia Grande Timone, erano cumuli di capanne circolari; le capanne di Serra d'Alto formavano un villaggio, difeso da grandi trincee, ed erano di forme varie. Il tipo di capanna a pianta ellittica, con fondo lenticolare e con focolare al centro, fu constatato nel villaggio neolitico di Filetto, presso Sinigaglia.
Per l'età del bronzo non abbiamo dati sicuri per la zona delle palafitte e delle terramare emiliane, dove le capanne erano disposte sopra tavolati sostenuti da pali; ma la forma quadrangolare (trapezoidale per lo più) delle stazioni e la suddivisione in insulae rettangolari inducono a pensare quadrangolare la casa.
In altre stazioni dell'età dei metalli abbiamo elementi che mostrano la prosecuzione della capanna circolare. Tali sono ad esempio le capanne di Ripabianca, fra Osimo e Filottrano, con diametro fino a 14 metri, riferite all'età del bronzo, e quelle della stazione di Coppa Nevigata, le quali, appartenendo ai varî periodi della pietra, del bronzo e del ferro, presentano un esempio di persistenza del tipo di abitazione, quale si trova anche nell'abitato di Cetona, nell'Umbria, in corso di esplorazione, e altrove. Per l'età del ferro, oltre agli esempî di persistenza ora citati, possiamo ricordare i fondi di capanna di Schiavonio, a Villanova di Forlì, quellì dell'abitato di Villanova a Bologna, circolari a fondo concoide, e quelli di Rondineto e di Como, del periodo di Golasecca, che sono scavati nella roccia e di pianta circolare.
Per l'età del ferro dell'Italia centrale noi abbiamo una fonte d'informazione nella serie delle urne cinerarie a forma di capanna, rinvenute in numerose necropoli dell'Etruria, dell'Umbria e del Lazio. Queste riproducono la forma della capanna circolare od ovale, con tetto formato da pali e frascame, spesso sporgente e sostenuto dinanzi alla porta da pilastri. Le forme della copertura del tetto, secondo gli studî del Sundwall, sono di varî tipi, ma il tipo della capanna è sempre lo stesso, a tetto poco elevato e non acuminato, come nella Germania; anche le urne-capanna dànno per eccezione il tipo rettangolare, con finestre, in esemplari recenti dell'Etruria, dove più vivaci si fanno sentire le influenze orientali.
Nella Sicilia, mercé le larghe indagini di P. Orsi e di A. Mosso, possiamo dire che la dimora primitiva è di due tipi, circolare o ellittico e rettangolare; sembra che essi si siano introdotti contemporaneamente nell'isola, ma il tipo circolare ebbe più larga diffusione, mentre l'altro si riscontra soprattutto nel più progredito secondo periodo siculo, e nella dimora di carattere distinto, riserbata ai capi e alle famiglie più alte.
La pianta circolare fu riscontrata nelle capanne del predio Laporta, presso Catania, e in alcune di monte Racello (Comiso); circolari ed ellittiche erano quelle del predio Caldare (Girgenti), profondamente scavate nella roccia e appartenenti al primo e al secondo periodo siculo; elittiche quelle di Branco Grande di Camarina, del primo periodo, del diametro di circa m. 3,50, con un muretto alla base e la parte superiore di materiale ligneo, e quelle del villaggio alle Sante Croci di Comiso. Nel villaggio di Sette Farine, presso Terranova, si trovarono tre gruppi di abitazioni di pianta circolare, e in mezzo a queste una capanna a pianta rettangolare, tutte appartenenti al periodo eneolitico. Così parimenti a Cannatello apparve la grande capanna a pianta quadrata, dello stesso secondo periodo siculo delle case circolari di Caldare; e piante rettangolari presentano pure le capanne in muratura di Monte San Mauro, di Monte Bubbonia, di Pantalica e una di Sette Farine, costruzioni appartenenti ai capi, e che sono i precedenti del palazzo signorile, l'anaktoron a pianta rettangolare che l'Orsi ha segnalato a Pantalica. Incerta rimane la forma della capanna in altri villaggi (Stentinello e Megara Iblea). La dimora rettangolare ha il suo riflesso anche nella pianta delle tombe del III periodo, più spesso rettangolari che rotonde, mentre nei sepolcreti del I e del II periodo la cella circolare è predominante in modo assoluto. La stessa comparsa di due tipi di dimora fu segnalata sia nell'isola di Pantelleria (villaggio dì Mursia), sia al Pulo di Molfetta, nelle Puglie.
La Sardegna invece è rimasta fedele al tipo della capanna rotonda. Accanto ai nuraghi, che nella grande maggioranza hanno pianta circolare, si rinvennero le capanne rotonde o appena ellittiche: così a Nuraghe Losa di Abbasanta, a Serrucci di Gonnesa, al Santuario di Serri, nel villaggio di Cala Gonone, detto di Nuraghe Arvu, nel territorio di Abini di Teti, e anche nel villaggio di Surbale, poco distante da quello. La capanna protosarda è sempre rotonda, in qualche caso divisa in due parti separate o comunicanti. Le capanne rettangolari di Serri sono un'eccezione, riferibile a tarda epoca. Anche le tombe scavate nella roccia, riflesso della dimora, sono per lo più circolari, anzi una delle tombe di S. Andrea Priu, di Bonorva, riproduce con incisioni i travicelli del tetto della capanna a cono abbassato, di pali e frascame intessuto. Recenti scoperte confermano la presenza, in ambiente nuragico, di capanne circolari, con sedili in giro e focolari al centro, di capanne ovali, con due ambienti, di altre con gli angoli arrotondati. Però un modellino in bronzo di edificio della stessa età esistente nel Museo di Cagliari ci attesta la presenza di capanne rettangolari con tetto a doppio spiovente.
Diversamente avviene nei paesi dell'Europa settentrionale. Le più antiche dimore a Maglemose, nell'isola di Själland (Danimarca), erano sopra specie di zatteroni galleggianti sul lago; le palafitte dei laghi svizzeri ci mostrano le tracce di capanne di legname, a pianta rettangolare, con uno o talora con due ambienti; in qualche caso si segnalarono dimore più vaste, forse per uso di dimore comuni (Seedorf). Certo la capanna a pianta rettangolare fa la sua comparsa nel periodo lacustre neolitico e nella cosiddetta cultura di Michelsberg; in più luoghi si ebbero tracce di capanne lignee o di pietrame; alcune hanno pianta a ferro di cavallo, e quasi rettangolare; anche alcuni edifici megalitici, come il grande corridoio di Uby (Själland), prima di essere tomba, fu certo dimora dei vivi. A Norrskog, nell'Uppland (Svezia), si ebbero resti di tre capanne ovali, che servivano per cucina e per camera di abitazione e da dormire, mostrando uno sviluppo culturale abbastanza elevato già nel periodo più antico del Neolitico.
La stessa varietà di tipi ci offre la penisola iberica, durante il periodo neolitico. La fortezza del Sabroso, in Portogallo, contiene case rotonde, talora di diametro superiore a m. 5, che hanno un sostegno centrale di cui rimane lo zoccolo in pietra. A Tres Cabezos e Parazuelos, in Spagna, il Siret rinvenne case rettangolari e altre con gli angoli arrotondati, mentre in Francia e in Inghilterra non si hanno se non capanne rotonde od ovali. Il materiale di costruzione era per lo più la pietra, ma in varie zone, in pianure sabbiose e argillose come l'Olanda, anche il legname. Invece case con pianta a rettangolo chiuso da abside e con tetto a cupola si trovarono nella zona presso le foci del Danubio e del Dnieper, forma che è anche confermata da urne cinerarie a capanna, di età più tarda, rinvenute a Boskūvtýn (Boskowstein) e a Bohušice in Moravia. Le vaste e metodiche ricerche, compiute negli ultimi decennî nelle varie regioni della Germania, hanno mostrato la diffusione di tipi di capanne rotonde e rettangolari, di pietra, di legname, di fango, alcune superficiali, altre molto infossate nel terreno, con l'apertura della porta collocata in alto, sotto il tetto, che è a spioventi rialzati o a cono (Polleben).
Anche nell'età del bronzo le stazioni lacustri, con maggiore perfezione di lavoro nella squadratura dei legnami, diedero case rettangolari (Bodman).
Nell'età del ferro si alterna la capanna circolare, delle popolazioni campagnole, con tipi ovoidali e rettangolari, proprî dei centri di abitazione e delle capanne di carattere religioso.
Nel periodo di Hallstatt abbiamo capanne rettangolari, a varî ambienti, dei quali quelli destinati a contenere i letti erano situati in genere a livello più alto. In varie località della Baviera e delle Alpi orientali, appare un tipo di capanna più evoluto, ricordante il megaron della Grecia, e cioè a pianta rettangolare, con atrio sporgente, costruita di blocchi di pietra: è un tipo che segna il passaggio dalla capanna alla casa, e che domina vastamente in tutta la Germania nel periodo di La Tène, e in Francia: con esso si giunge alla soglia dei periodi storici e al momento della diffusione dei tipi di casa portati dai Romani, accanto ai quali però durano le forme tradizionali della dimora popolare.
Nell'ambiente egeo i dati raccolti nelle recenti esplorazioni provano la presenza del tipo rotondo di capanna e di quello rettangolare, con atrio, embrione del megaron; compaiono anche però i tipi ovali o sub-ovali.
Creta, neolitica ed eneolitica, dà solo la capanna rettangolare di Magasá (presso Paleocastro), ma copiose dovettero essere le capanne rotonde di materiale deperibile, con le quali si connette il sepolcro circolare a cupola; così pure nell'età minoica accanto ai palazzi signorili, con molte camere rettangolari allineate, si conserva il tipo della capanna circolare; isolata è la grande capanna ovale di Chamaizi, che ha nell'interno varî ambienti a pareti rettangolari, appoggiati alla parete curvilinea.
In Egitto alcuni modellini di terracotta rinvenuti in tombe preistoriche ci testimoniano l'uso della capanna rettangolare, con porta e finestre sui lati lunghi; è interessante insieme notare che è a forma di rettangolo, con apertura su uno dei lati lunghi, il segno geroglifico che indica la casa.
A Megiddo, in Palestina, si sono trovate tracce di capanne circolari del periodo neolitico: esse dovevano essere in canne e giunchi ricoperti di fango; vi si usò anche il legname, e più tardi si diede all'alzato uno zomolo di pietre: il tetto era a cono o a canestro; nell'età del bronzo si passò alla forma rettangolare.
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Le forme odierne. - La capanna è l'abitazione dei primitivi, e l'analisi delle sue forme, nonché dei rapporti che queste mostrano con l'ambiente geografico e con particolari complessi culturali, si trova in altro luogo (v. abitazione). Ma anche presso i popoli che, in processo di tempo, svilupparono una vera architettura, la capanna continuò a essere costruita per scopi particolari che richiedevano dimensioni o stabilità minore. Così la capanna dové restare a lungo, presso tutti i popoli civili, la forma comune di abitazione dei contadini o dei pastori, in contrapposto alla casa urbana o agli edifici destinati a uso collettivo. E diffondendosi poi anche nelle costruzioni rurali la casa di struttura complessa, la capanna è rimasta spesso per ricovero di arnesi o di animali; è rimasta anche come forma di abitazione temporanea, in seno alle nostre popolazioni occidentali, per i nuclei meno stabili della popolazione (pastori transumanti, boscaioli, carbonai) e anche per quegli agricoltori i quali, caso assai comune nell'Europa meridionale, abitano in centri agglomerati più o men lontani dai terreni coltivati. Tali capanne imitano per lo più, e tendono sempre più a eguagliare, nelle forme e nei materiali, la casa principale o usuale di abitazione, sebbene con proporzioni più modeste e con maggior semplicità di struttura. Ma talora la capanna ha forme diverse e indipendenti, e presenta elementi di conservazione tradizionale di tipi arcaici o scomparsi nell'abitazione regolare. Essa offre pertanto qualche indizio per la ricostruzione dell'evoluzione storica dell'architettura rustica in varî paesi. Un esempio caratteristico è dato dalla persistenza delle capanne a pianta circolare in Europa, dove ormai la casa a pianta quadrangolare ha sostituito ogni altra forma. Dall'archeologia preistorica apprendiamo che tale sostituzione è avvenuta gradualmente (v. sopra), e che le capanne a pianta circolare hanno avuto nei periodi più remoti una grande diffusione, e, in talune regioni, una lunga durata. Ma, specialmente per il periodo più antico, quando ancora mancano i modelli di capanne forniti dalle urne cinerarie o da altre rappresentazioni, non conosciamo l'intera struttura delle capanne delle quali si ritrova la pianta o qualche elemento di costruzione delle pareti. A riempire la lacuna può giovare lo studio delle odierne capanne rustiche, che presentano una notevole varietà di forme, e si possono con probabilità ricondurre ai tipi diversi delle primitive abitazioni.
Sono da considerare, in primo luogo, le strutture nelle quali non v'è separazione fra pareti e tetto. Sono le capanne coniche o a cupola (ad alveare) con pianta circolare; forme nettamente primitive e tuttora abitazione caratteristica di primitivi. Le capanne ad alveare di rami e frasche sono quasi del tutto scomparse. Restano però, con questa forma, le capanne di lastre di pietra a falsa cupola e senza cemento, di varî paesi. Nella Puglia assume questa forma il trullo rudimentale che serve, nei campi, per custodire gli arnesi e talora per temporaneo soggiorno. I pastori pugliesi hanno portato questo tipo di costruzione anche nelle montagne dell'Abruzzo, per i loro ricoveri estivi. Esso è stato segnalato inoltre nelle capanne dei pastori della Dalmazia, dell'isola di Creta, delle Baleari, e se ne hanno pure esempî nelle Alpi Marittime e in varie zone dell'Europa occidentale (Portogallo, Dordogna, Irlanda, Scozia, Nuove Ebridi). Nel Kurdistan e nel Tibesti strutture simili ancora servono di abitazione. Una forma affine, la capanna conica di pali, che costituisce la forma più diffusa di abitazione fra gli indigeni dell'Asia settentrionale, persiste come capanna per usi accessorî in tutta l'Europa settentrionale e orientale con ricorrenze sino nei Balcani e nel Massiccio Centrale francese. Essa è caratteristica della zona a boschi di conifere, come le capanne di pietre a falsa cupola lo sono dell'ambiente secco e petroso.
Una forma più evoluta, a pianta circolare, è la capanna cilindrica con tetto conico o testudinato. Nei reperti archeologici è difficile riconoscere se i fondi circolari di capanne appartengono a questo tipo o a quello, più primitivo, ad alveare. Ma la presenza della capanna cilindrica, come abitazione, è sicura per le età del bronzo e del ferro in Italia, risulta da documenti varî per varie parti d'Europa nell'età classica (Gallia Belgica), e ha lasciato tracce anche nell'architettura religiosa (cosiddetto Tempio di Vesta a Roma). I suoi residui sembrano essere numerosi soprattutto in Italia. Costruita intieramente di pietre soprammesse, costituisce una delle varietà dei trulli pugliesi e ricompare nelle casite o ricoveri temporanei dell'Istria meridionale e del Carso triestino (Battaglia). Composta di pali, frasche e paglia si presenta nel tipo preferito, per le loro capanne isolate, dai pastori svernanti nel Lazio. In queste il tetto è molto alto e scende talora fino a terra, sulle brevi pareti verticali, in modo da simulare una capanna conica; ma la struttura è diversa. Nel Beneventano (a Grottaminarda) se ne ha una varietà a pareti più alte e tetto conico ridotto. La forma più comune della capanna è tuttavia in Italia, come dovunque in Europa, a pianta rettangolare. Il tipo iniziale, senza pareti, si può dire scomparso, fuori che per costruzioni affatto provvisorie. La capanna a spioventi non ha quindi un interesse particolare se non quando conserva, più della casa d'abitazione normale, qualche elemento arcaico o nella struttura (tetto alto e a forte pendenza, ingresso sotto il comignolo del tetto, mancanza di finestre, costruzione sollevata dal suolo e sorretta da pali o pietre) o nei materiali adoperati (copertura di paglia o di stoppie, costruzione a travi soprammesse o Blockbau). Ne dànno un esempio i fienili della zona alpina, le grandi capanne dei contadini di tutta l'Italia centrale e meridionale; la copertura di paglia, generale in quest'ultime, ha dato origine al nome di pagliaio comune in tutto il Mezzogiorno. Nell'agro romano simili strutture componevano sino a poco tempo fa, per intero, i villaggi estivi dei contadini, che attualmente, con la trasformazione di tali abitazioni da temporanee in permanenti, vi sostituiscono gradualmente costruzioni più stabili.
I capanni sparsi nei vigneti del Valdarno rappresentano, per le loro proporzioni, un tipo aberrante e inusuale.
Maggior interesse hanno le forme ibride. Sono fra queste le costruzioni a pianta quadrata, per lo più in muratura, con tetto conico di pietre soprammesse a secco, quali si possono osservare in molti trulli pugliesi (Alberobello), in qualche casita istriana, e quelle con tetto conico di paglia, usate per talune capanne del Beneventano e del Gargano. E origine mista hanno probabilmente anche la grande capanna ovale del Lazio e quella della pianura campana, formata ad abside nel lato corto posteriore e col lato anteriore aperto e protetto da un prolungamento del tetto a mantice; esse riproducono ancora tipi resi familiari dalle urne preistoriche e protostoriche. Una costruzione di origine analoga è la capanna ovale degli Aurunci, che nelle zone calcaree presenta, sotto il basso tetto di paglia, un imbasamento di pietre soprammesse a secco. In tutti questi casi la capanna, edificio accessorio dell'abitazione rurale, ha conservato elementi strutturali di grande antichità e parentele evidenti con le forme che presenta tuttora l'abitazione presso le popolazioni a cultura meno evoluta dei territorî contigui all'Europa. Si è già accennato alla prossimità territoriale delle capanne a cupola e delle coniche, in Asia e in Africa. In quest'ultimo continente si ha pure tuttora la maggior diffusione delle capanne cilindriche, che i Negri hanno riportato in epoca storica fino alle coste del Mediterraneo. Per le capanne ovali bigogna ricercare esempî in regioni più lontane e forse origine indipendente, per un'analoga miscela di stili; esse sembrano carattetizzare i territorî d'incontro delle prime culture agricole (delle quali è tipica la capanna quadrangolare a spioventi) con la cultura totemistica dei cacciatori. E un incontro culturale di questa natura è probabilmente avvenuto anche nell'Europa preistorica, nel periodo in cui le due forme di abitazione si trovarono in contatto e in contrasto.
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