capacita
capacità Termine usato, con opportune specificazioni, in diversi campi economici. In particolare, si parla di c. produttiva, utilizzata o inutilizzata, di una o più imprese; di c. organizzativa degli imprenditori, che comprende le c. dinamiche; di c. in senso di abilità dei lavoratori, componente del capitale umano; nella finanza pubblica, di c. contributiva dei cittadini; o, ancora, di capacity building in un’economia in via di sviluppo.
Misura la capacità massima di beni o servizi che un’impresa, un settore o un intero sistema economico possono arrivare a produrre, utilizzando le risorse disponibili con la tecnologia nota, gli impianti installati e le forze di lavoro disponibili, nel rispetto dei vincoli tecnici e istituzionali. Applicata all’intera economia di un Paese, essa è una misura del PIL potenziale, definito come il massimo livello della produzione aggregata sostenibile nel lungo periodo, senza creare pressioni inflazionistiche. In questo senso, la c. produttiva corrisponde anche a un punto della frontiera delle possibilità produttive, comprensivo di tutte le combinazioni di beni e servizi finali che possono essere prodotti efficientemente in un dato intervallo di tempo. La c. utilizzata è la quota della c. produttiva potenziale effettivamente utilizzata, in un’unità produttiva, un settore o un intero sistema economico, per la produzione finale in un intervallo di tempo; la parte restante è definita c. inutilizzata.
Misura l’apporto dell’imprenditore alla produzione, remunerato dal profitto, consistente nel coordinamento delle energie lavorative, delle risorse naturali e del capitale. Fu considerata da A. Marshall (➔) il quarto fattore di produzione, accanto al lavoro, alla terra e al capitale. La c. organizzativa è il fattore che permette alle imprese di mantenere e sostenere il proprio vantaggio competitivo in un ambiente in evoluzione rapida e non prevedibile. In questo senso, svolgono un ruolo centrale le c. dinamiche (dynamic capabilities) dell’impresa, in grado di garantire un continuo adeguamento al cambiamento, attraverso un costante sviluppo di risorse e routine. Secondo S. Winter (➔), il termine capabilities si riferisce a insiemi di routine di alto livello che permettono al management di generare nuove competenze o nuovi modi di utilizzare risorse a sua disposizione per ottenere risultati specifici; il termine dynamic identifica la loro funzione di cambiamento, modificando o creando le c. ordinarie od operative, di livello inferiore, che permettono all’impresa di competere nel breve periodo.
Determina la qualità del fattore lavoro nel processo di produzione, che si riflette nella misura della produttività (➔) del lavoro. La c. dei lavoratori comprende l’insieme di abilità (skill), conoscenze (knowledge) e competenze necessarie allo svolgimento dei propri compiti professionali. Essa dipende dal livello e dalla qualità dell’istruzione, a partire dalla scuola primaria fino all’istruzione postuniversitaria, e dal tipo di formazione e qualificazione professionale, dall’apprendistato all’addestramento sul campo (training on the job). La c. del capitale umano è strettamente connessa a quella di innovare da parte delle imprese, perché permette di recepire dall’esterno e/o sviluppare internamente le innovazioni di processo e di prodotto, soprattutto nei settori più dinamici e ad alto valore aggiunto.
È la c. dei singoli cittadini (o degli stranieri aventi interessi economici nel Paese) di contribuire con i tributi alle spese pubbliche. Va desunta dagli indici o manifestazioni della c. contributiva medesima. Si considerano indici di tale c. elementi obiettivi, quali il reddito e il patrimonio, o anche indici indiretti, quali il consumo, l’acquisto e la vendita di beni e gli affari che il contribuente effettivamente compie. La stima della c. contributiva regola il prelievo fiscale, secondo il principio che mira a proporzionare l’imposta alle effettive risorse del contribuente, salvaguardando la disponibilità dei mezzi economici di chi paga. Il principio in base al quale deve essere realizzato il concorso alle spese pubbliche, secondo quanto sancito dalla Costituzione (art. 53: «tutti sono tenuti a concorrere alla spesa pubblica in ragione della loro c. contributiva»), rappresentò, storicamente, il passaggio da una visione del prelievo fiscale basata sulla ‘corrispettività’ (il tributo quale corrispettivo dei servizi pubblici forniti al contribuente: cosiddetto principio del beneficio) a un’impostazione di stampo solidaristico (tutti gli appartenenti a una comunità devono concorrere alle spese, a prescindere dai servizi che ricevono). Da qui il collegamento, operato dalla dottrina e dalla giurisprudenza costituzionale, dell’art. 53 con l’art. 2 Cost., e l’inclusione del dovere tributario tra i doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Oltre a una funzione solidaristica, la c. contributiva ha anche una funzione garantista: l’art. 53 Cost. pone un limite sostanziale al potere legislativo ordinario, escludendo la legittimità di un prelievo fondato su fatti (costituenti il ‘presupposto d’imposta’) che non siano espressivi della suddetta capacità.
Si riferisce alla creazione di strumenti per lo sviluppo economico dei Paesi. Secondo la definizione dell’ONU, capacity building è il processo attraverso cui individui, istituzioni (governative e non) e la società stessa sviluppano l’abilità di svolgere azioni, risolvere problemi, definire e raggiungere obiettivi. Esso riguarda, nello specifico, le c. umane, scientifiche, tecnologiche, organizzative e istituzionali di un Paese.