CAOS
. Il nome greco, χάος (connesso con χαίνειν, χάσκειν "essere aperto, spalancato"), indica in genere un'"apertura" una "lacuna" nella continuità delle cose: s'intende quindi come esso sia stato adoperato per denominare la gran lacuna originaria, che si poteva pensar preesistente alla creazione dell'universo. Il χάος greco corrisponde quindi, dal punto di vista ideologico, al biblico tohū wa bhohū, la terra inanis et vacua del Genesi (I, 2); e nelle prime cosmogonie elleniche (come nella Teogonia esiodea) esso appare egualmente come principio primo, da cui ogni altra divinità o realtà si è venuta generando. D'altra parte, concepito come principio di tutte le cose, il caos perdeva a poco a poco l'aspetto della lacuna o del vuoto per assumer quello dell'indifferenziata materia originaria, ἀρχή di ogni determinazione: il suo concetto s'inseriva così nello stesso sviluppo del naturalismo greco, nel quale riceveva una formulazione specificamente teorica con la dottrina di Anassagora della mescolanza di tutte le cose precedente all'opera discriminatrice dell'Intelletto. Ma, a questo modo, esso finiva insieme col perdere la sua originaria fisionomia mitica e cosmogonica, risolvendosi nell'idea del principio infinito quale appariva al pensiero presocratico, e non sopravviveva più che nell'aspetto di determinazione metaforica, come tale adoperata anche in più tardi sistemi filosofici e naturalistici.
Bibl.: Ampie indicazioni sulle trattazioni antiche del caos negli articoli di Wasser, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altertumsw., III, coll. 2112-13 e di von Sybel, in Roscher, Lexikon d. gr. u. röm. Mythol., I, coll. 871-872. Per gli usi recenti del concetto vedi le indicazioni nell'articolo Chaos (anch'esso molto caotico) di R. Eisler, in Wörterbuch der philosoph. Begriffe, I, 4ª ed., Berlino 1927, pp. 232-33.