CAORLE (lat. Caprŭlae; l'aggettivo di Càorle è caorlotto; A. T., 24-25-26)
Càorle è uno dei più vasti comuni del Veneto (176,95 kmq.), in gran parte intersecato da lagune (le antiche paludi delle aquae caprulanae) e occupato da terreno incolto (88 kmq.), un tempo coperto da pinete e da terreno sterile (13 kmq.), ma in via di rapida trasformazione (45 kmq. a campi e 16 kmq. a prati e pascoli). Il capoluogo è posto sul mare presso la foce della Livenza, dove il Lemene (navigabile fino a Concordia Sagittaria e Portogruaro) si unisce a questo fiume. Si nota un certo risveglio nell'attività economica del comune: perdura viva l'attività peschereccia, ma Caorle è soprattutto centro d'una regione che è stata redenta dalle acque e colonizzata; possiede ora anche una piccola stazione balneare sull'Adriatico. Il distretto di Caorle contava nel 1766, 2734 ab. e 2128 nel 1795. Nel 1871 il comune ne contava 2719, nel 1901, 3576, nel 1921, 6040 (con un aumento del 68 per cento in un ventennio). Di essi 1676 abitavano nel centro, 4364 in case sparse.
Notevole, in Caorle, la bella cattedrale, costruita circa il 1039, a pianta basilicale divisa in tre navate da colonne alternate a pilastri e con absidi esternamente poligonali con caratteri bizantini. Il grande campanile cilindrico è simile ai ravennati. Molto importante è la pala d'argento dorato dell'altar maggiore, opera veneziana bizantineggiante del Duecento. Alcune formelle vi furono sostituite con altre del sec. XVII.
Storia. - Terza delle isole del ducato veneziano nella rassegna dell'antico cronista, Giovanni Diacono, Caorle deve il suo popolamento, come le altre, alle immigrazioni dal continente, nei secoli V-VII. A torto è stata identificata con l'isola Capritana, più antica e appartenente al territorio istriano, non a quello veneto. Anche come sede di episcopato (la cui prima notizia è della seconda metà del sec. IX, ai tempi del duca Orso) non può essere considerata siccome filiazione, o, se si vuole, continuazione dell'episcopato continentale di Concordia, dal quale appare sempre distinta, fino alla sua soppressione nel 1818. L'isola, se non ebbe momenti di notorietà, ebbe tuttavia attraverso i secoli della storia veneziana una discreta importanza, che derivava dalla sua posizione sulla via acquea, che dall'emporio di Rialto approdava ai porti di Latisana e di Gruaro, dove facevano capo le vie terrestri di Germania. La profonda trasformazione morfologica subita dalla laguna settentrionale, soprattutto dalla seconda metà del sec. XV, fu il motivo del progressivo esaurimento della podestaria caprulense, che si ripercosse in rapido e continuo spopolamento. Con l'avanzare del canneto, con l'ampliarsi della sedimentazione, con l'avvicinarsi della terraferma, cui era destinata a ricongiungersi attraverso una fase d'isolamento paludoso, furono rese difficili le comunicazioni acquee, alimentata la malaria e facilitato lo spopolamento, fino a che l'opera più recente di razionale bonifica non venne in suo soccorso.
Bibl.: Ughelli, Italia sacra, V, p. 1047 segg.; Corner, Ecclesiae venetae, XIV, p. 471; Liruti, Sopra ai primi vescovi caprulensi o di Caorle, ms. Museo civico di Venezia; Filiasi, Memorie storiche de' Veneti primi e secondi, III, p. 345 seg.; V, p. 301 segg.; VI, p. 165 segg.; Bottani, Saggio di storia della città di Caorle, Venezia 1811; Degani, La diocesi di Concordia, S. Vito al Tagliamento 1850, p. 206 segg.; id., Delle origini della sede vescovile di Caorle, in Arch. veneto, XXVI (1883), p. 12 segg.; Putere, Delle origini della sede vescovile di Caorle, in Arch. veneto, XXVII (1884), p. 283; XXV (1883), p. 32 segg.; Pavanello, Un'antica laguna scomparsa, in Arch. veneto-tridentino, V.