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CANTARO

di Luciano Laurinsisch - Enciclopedia Italiana (1930)
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CANTARO (κάνϑαρος, canthărus)

Luciano Laurinsisch

Gli antichi menzionano il cantaro fra i vasi da bere (Athen., Deipn. p. 474; Poll., VI, 96; Hesych., s. v. κάνϑαρος), ma non ne descrivono la forma. Oggi peraltro gli archeologi concordano nel chiamare cantaro un vaso diffusissimo nell'antichità, con il corpo a bacino molto fondo, munito di due ampie anse che ne sormontano l'orlo, e di un piede più o meno alto e sottile. L'origine del tipo si può ritrovare nell'età eneolitica di Creta, perché non mancano ivi esemplari di tale genere; come pure vasi forniti di piede e di doppie anse si sono rinvenuti in Orcomeno micenea e fra i prodotti della civiltà tirrenica dell'isola di Lemno. Cantari si possono trovare anche nella civiltà villanoviana o della prima età del ferro italica, e tale nome si potrebbe assegnare senz'altro a molti vasi di bucchero etruschi. Nell'età classica il cantaro era il vaso da bere caratteristico dei conviti e caro a Dioniso, che raramente ne è rappresentato privo. È ben noto un esemplare decorato dal ceramista Duride (v. fig.). La forma è ancora tozza, ma in breve assume proporzioni più snelle fino a raggiungere l'esilità degli esemplari ellenistici e italioti. Tradotto in metallo è questo il tipo che predomina in età romana. Nel Digesto (XXX, 41, 11) è chiamato cantaro anche il bacino dove zampillava l'acqua nei giardini: a Pompei infatti fu rinvenuta un'ampia vasca di porfido munita di due anse, alla quale per la sua forma potrebbe adattarsi questo nome. Il quale passa con lo stesso significato al cristianesimo, che chiama cantaro la vasca per le abluzioni posta nel centro dell'atrio della basilica primitiva. Da tale uso forse deriva il significato simbolico con cui il cantaro è rappresentato sovente nei mosaici cristiani primitivi.

Bibl.: E. Saglio, in Daremberg e Saglio, Dict. des antiq. grecq. et rom., I, ii, p. 893 seg.; O. Montelius, La Grèce préclassique, Stoccolma 1924, tavv. 48, 98; E. Pfuhl, Malerei und Zeichnung der Griechen, Monaco 1923.

Vedi anche
Dùride Pittore e ceramista attico (fine sec. 6º - inizî del 5º a. C.); la sua firma compare su una quarantina di vasi di ceramica a figure rosse; gliene sono stati attribuiti però oltre duecento. È uno dei maggiori disegnatori di stile severo. Lavorò per le fabbriche di Pitone, Cleofrade e Calliade. Fra i vasi ... Eros (gr. ῎Ερως) Mitologia Dio greco dell’amore (detto in latino Amor e Cupido). Ignoto a Omero, figura da Esiodo in poi, dapprima come un dio della natura e come potenza teogonica, senza genitori o nato dal Caos, o dalla Notte e dal Giorno ecc., poi come dio dell’amore, figlio di Afrodite e Ares (o Zeus ... Dioniso (gr. Διόνυσος) Una delle grandi divinità dell’Olimpo greco. Nacque da Zeus e da Semele, figlia di Cadmo. Si narrava che questa, per volontà sua o per fraudolento consiglio di Era, avesse chiesto a Zeus di apparirle in tutto il suo splendore, ma rimase incenerita dalla visione del fulmine di Zeus. D., ... Amazzoni (gr. ᾿Αμαζόνες) Nella mitologia greca, nome delle abitanti di uno Stato nella regione del fiume Termodonte, sulla costa meridionale del Mar Nero, governato da una regina e da cui gli uomini erano esclusi o, secondo un’altra versione, ridotti in schiavitù, usati solo per la conservazione della specie ...
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  • ETÀ ENEOLITICA
  • ETÀ DEL FERRO
  • CRISTIANESIMO
Vocabolario
cantaro
cantaro s. m. [dall’arabo qinṭār, con lo stesso etimo quindi di quintale]. – Antica unità italiana di misura di massa e peso, pari a 150 libbre grosse, impiegata anche per misurare la portata lorda dei bastimenti: diversa da regione a regione,...
cantarata
cantarata (o canterata) s. f. [der. di cantàro]. – 1. Diritto di c. (o di portata), negli antichi statuti e consuetudini, il diritto dei componenti l’equipaggio delle navi mercantili di caricare sulla nave merci per proprio conto. 2. Antica...
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