cansare
In If XII 99 e fa cansar s'altra schiera v'intoppa, la quasi totalità dei commentatori antichi e moderni dà al verbo il valore di " scansarsi ", " allontanarsi " (" cessare ", Boccaccio; " idest cedere ", Benvenuto), riferito all'altra schiera di Centauri che eventualmente intralciasse il cammino; il Torraca intende invece c. riferito a li (D. e Virgilio) del v. 98, e spiega: " falli trar da parte ", dando al verbo un valore transitivo documentato, per es., in Cavalca (volgarizzamento delle Vite dei Santi Padri [ediz. Manni, II, Firenze 1732, 350]: " Iddio t'ha cansati di molti pericoli "). Intransitivo pronominale in Pg XV 144 Ed ecco a poco a poco un fummo farsi / ... né da quello era loco da cansarsi, da " ripararsi ". Così anche in un passo poco chiaro del Convivio (vedemo certe piante lungo l'acque quasi can[s]arsi, III III 4); ed è la lezione scelta da Busnelli-Vandelli, che spiegano: " certe piante si confinano, si ritirano, si riparano in luoghi speciali, quasi, come dice Ristoro, vogliano abitar là, per elezione propria ". Il Parodi legge qui c[ontent]arsi, la Simonelli cantarsi. V. CANTARE.