CÁNOVAS DEL CASTILLO, Antonio
Uomo di stato e storico spagnolo, nato a Malaga l'8 febbraio 1828, assassinato a Santa Agueda da un anarchico l'8 agosto 1897. Laureatosi in giurisprudenza, fece le sue prime armi nel giornalismo, ma intraprese ancora giovanissimo lavori storici di grande importanza, come la Historia de la decadencia de España che lo mise in fama e gli aperse le porte dell'accademia spagnola. Eletto deputato alle Cortes nel 1854, fu governatore di Cadice nel 1857, sottosegretario di stato all'Interno nel 1860 e nel 1864 titolare di quello stesso ministero, d'onde passò l'anno appresso al ministero delle Colonie, e nel 1866 alle Finanze. In quei tempi assai difficili della politica interna della Spagna, egli si dimostrò contrario alle misure reazionarie, alle quali propendeva il governo del Narvaez, e ciò gli valse per alcun tempo l'esilio. Scoppiata la rivoluzione che mise termine al regno d'Isabella II, egli fu eletto deputato alle Cortes costituenti del 1869. Vi si palesò come sempre uomo di principî conservatori temperati, amico della dinastia caduta e favorevole fin d'allora al suo ritorno. Quando si pose dinanzi all'assemblea la candidatura al trono di Amedeo di Savoia (v.), egli si astenne dal voto, ma si mostrò in seguito piuttosto benevolo alla monarchia amedeista. Dopo l'abdicazione di Amedeo, quando fu proclamata in Spagna la repubblica, il C. si dedicò attivamente a preparare la restaurazione della dinastia borbonica. Proclamato Re Alfonso XII (31 dicembre 1875), egli divenne primo ministro, e salvo brevi interruzioni tenne l'ufficio per più anni consecutivi. Governò secondo le tendenze conservatrici, ma per meglio assicurare il funzionamento del regime costituzionale facilitò la formazione d'un partito d'opposizione liberale sotto la guida di Sagasta. Da quei due uomini fu così inaugurato il sistema del turno, cioè dell'altemarsi al potere dei due partiti conservatore e liberale. Nel 1885, dopo la morte di Alfonso XII, il C. assunse per qualche tempo la presidenza della camera dei deputati. Tornò per l'ultima volta alla presidenza del consiglio nel 1895, succedendo al Sagasta. La Spagna era allora travagliata dalle agitazioni anarchiche e dalle sempre ricorrenti rivoluzioni di Cuba. Egli si adoprò a reprimere le une e le altre con molta energia, promuovendo in pari tempo l'industria nazionale.
Il C. fu il maggiore uomo politico della restaurazione spagnola. Come scrittore si occupò anche di storia italiana e vanno ricordati i suoi studî sulla battaglia di Pavia, e sul sacco di Roma.
Bibl.: M. Casado Sánchez de Castilla, C. d. C., Apuntes biogr., 2ª ed., Malaga 1887; V. C. Creux, A. C. d. C., Parigi 1897; J. del Nido y Segalerva, Hist. política y parlamentaria del Sr. D. A. C. d. C., Madrid 1914; A.-M. Fabié, C. d. C., su juventud, su edad madura, su vejez, Barcellona 1928.