MURATORIANO, CANONE
. Elenco di libri sacri, scoperto in un codice bobbiese dell'Ambrosiana e pubblicato da L. A. Muratori nel vol. III delle Antiquitates italicae (1740).
Il documento, redatto in un latino assai rozzo, è mutilo all'inizio e probabilmente anche in fine; enumera i vangeli di Luca e Giovanni, gli Atti, le Lettere di S. Paolo (respingendo le due, marcionitiche, Ai Laodicesi e Agli Alessandrini); poi la Lettera di Giuda, due di Giovanni, l'Apocalisse giovannea e quella di Pietro, quindi la Sapienza di Salomone e il Pastore di Erma. Il contesto, il fatto che è compreso qui un libro il quale logicamente doveva essere discusso a proposito del canone dell'Antico Testamento, ciò che si dice appunto della Sapienza e del Pastore, mostrano che dopo le Lettere paoline l'autore considera una categoria di Antilegomena (v.), di alcuni dei quali egli nega il carattere ispirato, ma distinguendoli da una terza categoria, di opere manifestamente ereticali. Quanto all'origine del canone, se n'è molto discusso. Alcuni l'hanno ritenuto traduzione dal greco, pensando come autori a Egesippo, Policrate di Efeso, Melitone di Sardi, Rodone, sant'Ireneo, Clemente Alessandrino, soprattutto Ippolito romano; ma l'ipotesi d'un originale greco urta contro alcune difficoltà gravi. Ciò che si dice di Erma, fa pensare a un'origine romana: se si escluda, per ragione linguistiche, Ippolito, bisogna pensare a un papa, Vittore, Zefirino o Callisto. Anche il carattere polemico di certe dichiarazioni e il tono imperativo sembrano avvalorare l'una o l'altra conclusione: ma altri ritiene che il documento emani da un concilio o da un vescovo africano, quale Agrippino di Cartagine, se costui fosse davvero l'episcopus episcoporum combattuto da Tertulliano nel De pudicitia.
Bibl.: A. Pincherle, in Ricerche religiose, I (1925), p. 385; II, p. 44; A. Donini, ibid., II, p. 136 segg. (con bibl.); H. Koch, in Zeitschr. f. d. neustetam. Wissensch., XXV (1926), p. 154 segg.; M.-J. Lagrange, Histoire ancienne du Canon du Nouveau Testament, Parigi 1933, pp. 66-84; S. Ritter, in Rivista di archeologia cristiana, III (1926), pp. 215-263.