CANNES (A. T., 35-36)
Stazione climatica assai frequentata (temperatura media di gennaio 12°) della Provenza marittima, posta sul golfo della Napoule, a est dei monti dell'Esterel che la difendono dai venti freddi di NO. La città, assai antica, non ha conservato alcun monumento del suo passato ligure e massaliota, perché distrutta durante le invasioni barbariche. Riappare, città feudale, nel Medioevo e prende anche un certo sviluppo sotto il dominio dei monaci di Lérins. Si vedono anche oggi le case della vecchia città (il Suquet) addossarsi lungo le strade strette, tortuose, sulle pendici del monte Chevallier, dominato da un torrione (iniziato nel 1070) e da una chiesa (Notre-Dame de l'Espérance, del sec. XVII, che conserva nell'interno un reliquiario del 1491 con bassorilievi rappresentanti storie della vita di S. Onorato). Cannes rimase per molti secoli "città morta" e alla fine del sec. XVIII non era che un misero porto di pesca. Il borgo divenne città dopo il 1834, da che vi tenne soggiorno lord Brougham, cancelliere d'Inghilterra. Comincia da allora la sua riputazione di stazione climatica invernale a quindi la sua fortuna.
Cannes divenne così città cosmopolita. La Rue d'Antibes con i suoi bei magazzini, il Boulevard du Midi che si prolunga per più di 2 km. al di là della città vecchia, la bella passeggiata della Croisette, che costeggia il golfo con le sue ville, i suoi giardini, i suoi alberghi, sono, d'inverno, il ritrovo d'un'elegante aristocrazia internazionale. La città, che conta oggi 30.000 ab. durante l'estate, arriva a 60.000 durante la stagione invernale. Sulle pendici circostanti, aranceti disposti a terrazze riparano le coltivazioni di fiori. Le colture di mimosa coprono da sole più di 400 ettari.
Il porto, frequentatissimo durante la stagione da imbarcazioni da diporto, e accessibile a navi di 5,50 m. di pescaggio, non può aspirare a un' grande sviluppo. Conserva attivi rapporti con Marsiglia e Nizza. I principali prodotti importati sono il carbon fossile inglese e i legnami del nord e anche materiali da costruzione (cementi, pietre, mattoni, ferro).
La conferenza di Cannes del 1922. - Fu, in realtà, una riunione del Consiglio supremo delle principali potenze alleate, provocata dalla dichiarazione della Germania di non poter effettuare integralmente i pagamenti in conto riparazioni, che scadevano il 15 gennaio e il 15 febbraio 1922. Si riunì il 6 gennaio. Vi parteciparono, per la Francia, Briand, presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Paul Doumer e Loucheur; per l'Inghilterra, Lloyd George e lord Curzon; per l'Italia, Bonomi e il marchese della Torretta; per il Giappone, il barone Hayashi e il visconte Ishii; per il Belgio, Theunis e Jaspar. Il colonnello Harvey, ambasciatore degli Stati Uniti a Londra, v'intervenne come rappresentante ufficioso del suo governo. Durante la prima seduta, Lloyd George, preoccupato dalla crisi economica che attraversava l'Inghilterra, dalle difficoltà finanziarie in cui si dibatteva la Francia, e dalle condizioni precarie della Germania, rilevò che conveniva favorire la restaurazione economica della Russia, per permettere alla Germania di sviluppare le sue esportazioni in quel paese e di esser quindi in grado di adempiere ai suoi impegni per le riparazioni. Lo stesso giorno il Consiglio supremo approvò una decisione per la convocazione di una conferenza economica di ricostruzione, a cui avrebbero dovuto essere invitati tutti gli stati, comprese la Germania, l'Austria, l'Ungheria, la Bulgaria e la Russia, sulle basi seguenti: 1. ogni stato conserverebbe il diritto di scegliere il regime della proprietà, i suoi ordinamenti economici e la sua costituzione politica; 2. non potrebbe uno stato avere in prestito capitali stranieri, senza dare ai prestatori ampie garanzie che i loro beni e i loro diritti sarebbero rispettati e che potrebbero godere i benefici delle loro intraprese; 3. le nazioni e i governi, che desiderassero crediti all'estero, dovrebbero riconoscere i debiti e le obbligazioni pubbliche contratti in passato, e stabilire un sistema legale, che assicurasse l'esecuzione imparziale dei contratti stipulati; 4. i varî stati dovrebbero mettersi in condizioni finanziarie e monetarie, che dessero al commercio garanzie sufficienti; 5. tutte le nazioni dovrebbero impegnarsi ad astenersi da propaganda sovversiva in altri paesi; 6. i varî stati dovrebbero prendere in comune l'impegno di astenersi dall'aggredire i vicini. Stabiliva inoltre che il governo russo avrebbe potuto ottenere il riconoscimento ufficiale, se lo avesse richiesto, dopo aver accettato le sei condizioni citate. Inoltre, il Consiglio supremo invitò il governo tedesco a mandare a Cannes una delegazione per esporre il suo punto di vista nella questione delle riparazioni.
Briand aveva secondato la politica conciliante di Lloyd George, che in Francia e altrove era seguita con scetticismo e con preoccupazione, ma era, in compenso, riuscito a ottenere dall'Inghilterra un patto politico, nel cui preambolo era specificato che la sicurezza della Francia invasa due volte in meno di mezzo secolo, contro un nuovo attacco tedesco, era indispensabile per il consolidamento della situazione politica in Europa, per la sicurezza stessa della Gran Bretagna e per la pace del mondo. Il patto, che aveva la durata di 10 anni, stabiliva quindi che, in caso di aggressione non provocata da parte della Germania, la Gran Bretagna (ma non i Dominions) si sarebbe messa accanto alla Francia con tutte le sue forze: le stipulazioni del trattato di Versailles sulla smilitarizzazione della Renania erano mantenute e confermate e le due potenze s'impegnavano inoltre a concertrasi, se le altre clausole militari del trattato fossero violate. Ma ciò non valse a calmare l'agitazione che le notizie di Cannes avevano prodotta a Parigi e che si manifestò anche in un Consiglio dei ministri, tenutosi sotto la presidenza di Millerand. L'11 gennaio, il giorno stesso in cui la delegazione tedesca, presieduta da Rathenau, giungeva a Cannes, Briand doveva partirne per accorrere a Parigi: l'indomani, dopo aver dato spiegazioni alla Camera sulla sua politica, si dimise, e fu chiamato a succedergli Poincaré.
Il ritiro di Briand segnò la fine della conferenza di Cannes. La delegazione tedesca era stata ricevuta il 12 dal Consiglio supremo, il quale chiuse il 13 i suoi lavori, dopo aver concesso alla Germania una dilazione per i pagamenti imminenti e dopo aver autorizzato il governo italiano a convocare a Genova per il mese di marzo la conferenza, di cui la decisione del 6 aveva stabilito le basi.