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CANDELORA

di Egidio CASPANI - Raffaele CORSO - - Enciclopedia Italiana (1930)
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CANDELORA

Egidio CASPANI
Raffaele CORSO

. Nome popolare (dal lat. candelorum "[festa] delle candele") della festa della Purificazione di Maria Vergine (2 febbraio), avvenuta quaranta giorni dopo la nascita di Gesù. Appunto col nome di "quaresima dopo l'Epifania" (nel giorno della quale si celebrava il Natale in Oriente), e quindi il 14 febbraio, appare in uso tale festa a Gerusalemme alla fine del sec. IV (Peregrinatio Silviae). Giustiniano la introdusse nel 542 a Costantinopoli fissandola al 2 febbraio; il nome della festa era ‛Υπαπαντή, cioè "incontro" con Simeone al tempio. A Roma, ai tempi di Sergio I (687-701) la festa, chiamata "giorno di Simeone", era celebrata con una processione da S. Adriano a S. Maria Maggiore, analoga a quelle delle altre feste della Vergine. Tale unione e il nome di Purificazione che la festa porta nel Sacramentario Gelasiano, indicano che essa era entrata nel ciclo delle feste mariane. Era d'uso portare le candele nelle processioni notturne; dal sec. X (Sacramentario di Corbia) ne è attestata la benedizione, che a Roma, ancora nel sec. XII, era impartita in Santa Martina al Foro. Non pare che la festa e la processione risalgano ai tempi di papa Gelasio (492-496), che l'avrebbe introdotta per sopprimere la fiaccolata pagana dei Lupercali al 15 febbraio. Sï può tuttavia notare che la Purificazione venne a cadere di fatto nel mese che prese il nome dalle februa o purificazioni (lupercaliche). Poiché la processione era di penitenza, ancora adesso la funzione della Candelora è in paramenti violacei.

Bibl.: I. Schuster, Liber Sacramentorum, VI, Torino-Roma 1924; K. A. H. Kellner, L'anno ecclesiastico, trad. ital., 2ª ed., Roma 1914; H. Grisar, Roma alla fine del mondo antico, II, trad. ital., 2ª ediz., Roma 1930; P. Batiffol, Études de liturgie et d'archéologie chrétienne, Parigi 1919.

Folklore. - La Candelora negli usi popolari è la festa dei ceri, i quali dopo la benedizione si conservano in casa, per accenderli all'occorrenza, contro le folgori, la grandine, le malattie del bestiame; o nel vegliare i morti, o nell'assistere gli agonizzanti, facendo loro cadere sul corpo qualche goccia di cera liquefatta. Talune donne, specialmente nella Savoia, vanno a raccogliere, in quel giorno, ramoscelli di nocciolo selvatico, per devozione, giacché, secondo la leggenda, la Madonna nel recarsi al tempio per la purificazione avrebbe staccato un ramo di nocciolo.

In quasi tutte le regioni d'Italia e d'Europa v'è qualche proverbio che allude al cambiamento delle stagioni (v. calendario, pp. 406-407). Si crede che, sull'alba del 2 febbraio, l'orso s'affacci dalla tana e osservi il cielo: se è nuvoloso, facendo tre salti per la gioia, annunzia ai mortali che l'inverno è fuggito; se invece è sereno, rintanandosi melanconicamente, dice che si avranno altri quaranta giorni di freddo. In luogo dell'orso, si trova alle volte il leone o il lupo, chiamato anche il lanuto, se pure sotto questo nome non si raffiguri un vecchio dalla folta barba, vestito di pelli, che ricorda il latino Mamurio Veturio, rappresentante del mese di marzo, principio dell'anno nuovo e termine del vecchio. Al popolo che s'affaccia a salutare il sorgere del giorno della Candelora, col motto: "Fuori, fuori, il verno è fuori!", il vecchio risponde: "Fuora o non fuora, quaranta giorni vi sono ancora!"

Bibl.: A. van Gennep, La Chandeleur et la Saint-Valentin en Savoie, in Revue d'ethnogr. et des trad. popul., XXII (1925), pp. 421-445, 587-612; G. Pitrè, Bibl. delle trad. pop. d'Italia, Torino 1894, s. v.; per i nomi popolari, C. Merlo, I nomi romanzi della candelora, Perugia 1915.

Vedi anche
festa Giorno o periodo di tempo destinato a una solennità, al culto religioso, a celebrazioni patriottiche o d’altro genere, spesso collegato al ritmo delle stagioni o al compiersi di determinati periodi di calendario. Momento di aggregazione, durante il quale si recupera il senso di appartenenza a una comunità, ... rosario religione Preghiera in onore della Madonna, la cui istituzione è attribuita a s. Domenico, ma che forse era praticata già prima dalla pietà popolare; consiste nella recita di 50 Ave Maria, divise in 5 decine, intercalate dalla recita del Padre nostro e del Gloria. La devozione del r. fu diffusa dalle ... Filippo Néri Ingegnere industriale (Santa Sofia 1897 - Roma 1976), prof. dal 1937 al 1967 di impianti industriali elettrici nella facoltà d'ingegneria nell'univ. di Roma, della quale è stato anche, ripetutamente, preside. Ha dato notevoli contributi al progresso della tecnica delle misurazioni elettriche. carnevale Periodo dell’anno antecedente la quaresima (il nome deriva dall’espressione latina carnem levare «toglier la carne»), la cui data di inizio è, secondo alcuni, il giorno di S. Stefano, ma per i più il 17 gennaio. Non di rado la festa si limita agli ultimi 3 giorni, o addirittura al martedì grasso, che ...
Tag
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Altri risultati per CANDELORA
  • candelòra
    Enciclopedia on line
    candelòra Nome dato in passato, in molte lingue (ingl. Candlemas, ted. Lichtmess), alla festa della Purificazione di Maria Vergine e in seguito, con la riforma liturgica postconciliare, attribuito alla festa della Presentazione di Gesù al tempio (2 febbraio) e, oggi come in passato, all'annessa benedizione ...
Vocabolario
candelòra
candelora candelòra s. f. [lat. tardo (festum) *candelorum per candelarum (v. candelaia); il mutamento di genere è prob. dovuto a incrocio con (festum) cereorum, cioè «festa dei ceri», come anche fu chiamata in alcune regioni]. – Nome dato...
candelàia
candelaia candelàia (o candelara o candelària) s. f. [lat. tardo (festum) candelarum «(festa) delle candele»], tosc. – Candelora: s’appressava la festa della Candelara, che si faceva gran festa al Po (Novellino); anticam., anche agg.: la...
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