CÁNCER y VELASCO, Jerónimo
Commediografo spagnolo. Nacque a Barbastro verso la fine del '500, e morì a Madrid nel 1655, dove trascorse la maggior parte della vita e dove svolse la sua attività di poeta piacevole e mordace. Visse in continua indigenza, come è solito lamentarsi nei suoi romances e nella dedica delle sue poesie. Vissuto nella grande epoca del teatro nazionale, partecipò di quel fervore drammatico, e spesso lo troviamo collaborare con i migliori autori del '600. Nel 1651 pubblicava le Obras varias, ove raccoglieva, oltre alle poesie, La Muerte de Baldovinos, commedia burlesca, che insieme con l'altra Las Mocedades del Cid (La giovinezza del Cid), della medesima ispirazione, doveva poi essere proibita dall'Inquisizione nel 1790. In queste, come nelle altre composte in collaborazione, e negli Entremeses (La Garrapiña; Los ciegos; Los gitanos; La mula; La visita de la cárcel), e nelle varie rime, afferma un gusto satirico e caricaturale. Di facile e chiara vena, sa condurre l'azione drammatica con vivacità d'intreccio e con semplicità psicologica, e soprattutto con una misura comica che lo distingue tra i minori del suo tempo, sedotti dalla pesantezza barocca e traviati da un preziosismo formale. Nel Vejámen (il Motteggio) esercita la satira su scrittori contemporanei, offrendo un documento interessantissimo.
Bibl.: J. Cejador y Franca, Hist. de la lengua y Lit. Cast., Vol. V, p. 122. Cfr. E. Cotarelo, Colección de entremeses, in Nueva bibl. aut. españoles, Madrid 1909; Vejámenes literarios, ed. El Bachiler Mantuano (pseudonimo di A. Bonilla y Sán Martín), Madrid 1909.