IMPERIALE, CANALE (A. T., 99-100)
E così chiamato comunemente in Europa un grande canale che si estende in Cina da Hang-chow fino a T'ien-tsin, per circa 1600 km. I Cinesi lo chiamano talvolta Yü ho (canale imperiale), più spesso Yün ho (il fiume dei trasporti), ovvero anche Yün-yang ho (il fiume per il trasporto dei tributi). Fu per molti secoli la principale linea di comunicazione tra il N. e il S. della Cina, e contribuì al collegamento commerciale e anche politico dell'impero. La costruzione subì varie vicende nel passato. Fu esteso durante la dinastia T'ang a S. fino a Hang-chow, a N. fu prolungato fino a Pechino sotto i Mongoli, nel 1320 d. C.; e fu restaurato più volte negli ultimi secoli. Era destinato principalmente per il trasporto alla capitale dei grani, trasporto che formava un monopolio di stato.
La manutenzione del Canale è molto difficile a causa del collegamento coi varî fiumi che esso attraversa e dai quali è alimentato, specialmente il Fiume Giallo (v. hwang ho). Durante l'ultima dinastia il canale fu trascurato; lo sviluppo della navigazione marittima e delle ferrovie rese inutile la maggior parte di esso. Il governo nazionale di Nanchino ha tuttavia compreso l'importanza commerciale del canale, quando fosse curato con mezzi moderni. Il tratto settentrionale da Tung-Chow a T'ien-tsin e il tratto da T'ien-tsin a San-yuan dipende dalla provincia del Ho-pei, e così dipendono dalle rispettive provincie i tratti attraversati. Soltanto la parte centrale, nel Kiang-su settentrionale, dipende da un ufficio centrale della capitale Nanchino, con la soprintendenza d'un ingegnere straniero. Numerosi progetti per il restauro furono studiati tra il 1910 e il 1917. Nel 1920 l'ingegnere americano Freeman presentò progetti più completi coordinati con un prestito di un sindacato americano.
Matteo Ricci, nei suoi Commentarii (Opere storiche, I, Macerata 1911, p. 290), descrive le migliaia di barche che ingombravano il canale per portare il tributo di riso e di grano alla capitale e le somme rilevanti necessarie per la manutenzione e conclude dicendo: "ed è cosa di maraviglia ai nostri che, essendovi il cammino per mare più breve e più spedito.... non vogliono portare queste vettovaglie per mare". Il P. Martini (Novus Atlas Sinensis, Amsterdam 1665, p. 54) descrive il complicato sistema di chiuse che permette l'attraversamento dei fiumi incrociati dal Canale e specialmente del Fiume Giallo.
Bibl.: P. D. Gandar, Le Canal Impérial, 2ª ed., Shanghai 1903.