CANADA.
– Demografia e geografia economica. Condizioni economiche. Storia. Bibliografia. Architettura. Letteratura in lingua francese. Bibliografia. Letteratura in lingua inglese. Bibliografia. Cinema. Bibliografia
Demografia e geografia economica di Anna Bordoni. – Stato dell’America Settentrionale. La popolazione ha superato nel 2014 la soglia simbolica dei 35 milioni di abitanti (35.524.732, secondo una stima UNDESA, United Nations Departmentof Economic and Social Affairs; erano 33.476.688 al censimento del 2011) e continua a crescere regolarmente grazie soprattutto al contributo dell’immigrazione, orientata verso i settori che più richiedono manodopera, e proveniente in massima parte da Paesi asiatici. Tra il 2006 e il 2011 la consistenza demografica è aumentata del 5,9%: tutte le province hanno segnato un risultato positivo, in particolare ha registrato il più elevato tasso di crescita la provincia dell’Alberta (+10,8%). Come nei maggiori Paesi industrializzati, la percentuale di popolazione urbana è alta: l’80% degli abitanti (2013) vive in città, nelle aree meridionali del Paese, e ben 26 centri superano le 100.000 persone, con un territorio che rappresenta meno dell’1% del totale.
Gli altri indicatori sociodemografici mostrano un benessere diffuso: la mortalità infantile è bassissima (4,6‰ nel 2013), mentre la speranza di vita alla nascita (79 anni per la componente maschile, 84 per quella femminile) è tra le più elevate del mondo. L’istruzione è ad accesso libero e gratuito per tutti, compresi i rifugiati e gli immigrati, a livello sia primario sia secondario. Il sistema pensionistico e i programmi di sostegno alle famiglie e ai disoccupati sono amministrati direttamente dal governo federale. L’assistenza sanitaria è gratuita e rivolta a tutti. Nel 2012 la spesa per la sanità è stata pari al 10,9% del PIL, mentre nel 2011 la spesa pubblica per l’istruzione è stata pari al 5,3% del PIL. Nella graduatoria dell’Indice di sviluppo umano dell’ONU per il 2013, il C. occupa l’ottavo posto. Tale Indice valuta il progresso di un Paese a lungo termine nelle tre dimensioni fondamentali dello sviluppo umano: l’aspettativa di vita, gli anni di frequenza scolastica e il reddito pro capite in dollari, a parità di potere d’acquisto (PPA); tuttavia accanto a questi parametri vengono presi in considerazione anche quelli sulla qualità della vita.
Condizioni economiche. – Colpita dalla crisi finanziaria globale del 2008-09, l’economia canadese è entrata bruscamente in recessione e Ottawa ha registrato il suo primo deficit dopo dodici anni di surplus. Tuttavia il sistema bancario è riuscito a fronteggiare la difficile situazione grazie alla forte capitalizzazione e alla tradizionale, nonché prudente, politica del credito, e la ripresa non è mancata, anche se frenata dal basso incremento delle esportazioni e dei consumi interni, da un indebitamento delle famiglie (giunto a livelli elevati) e da una disoccupazione difficile da riassorbire in tempi brevi. Nel 2014 la crescita è stata del 2,3%, con un risultato leggermente superiore a quello degli anni precedenti, il tasso di inflazione sotto controllo (circa +1%) e il dollaro canadese stabile. Secondo il FMI (Fondo Monetario Internazionale) l’economia canadese è destinata a crescere nel prossimo futuro, grazie anche alla ripresa americana, che incentiverà le esportazioni.
Nel 2013 il settore primario partecipava in minima parte alla formazione del PIL (1,7%), assorbendo ormai soltanto il 2% della forza lavoro, mentre il secondario raggiungeva quota 28,4% (con il 20% degli occupati) e i rimanenti due terzi si dovevano a un terziario di tipo avanzato (banche, commercio, comunicazioni, turismo). L’agricoltura, sostenuta da un’elevata meccanizzazione, è molto ricca: alta la produzione di grano (oltre 27 milioni di t nel 2012), di cui il
C. è il sesto produttore al mondo, colza (15,4 milioni di t), mais (11,7 milioni di t) e orzo (8 milioni di t). Il settore della pesca, tradizionalmente sviluppato, negli ultimi anni ha subito un progressivo declino, in quanto sono state superate le naturali capacità riproduttive della fauna ittica.
Il secondario continua a essere un settore trainante per l’economia canadese, grazie ai minerali di ferro (40 milioni di t nel 2013), ai prodotti dell’industria siderurgica (12,5 milioni di t di acciaio), metallurgica (2,9 milioni di t di alluminio), automobilistica (956.200 unità) ed elettronica, legata ai settori militare, aerospaziale, dei trasporti e delle telecomunicazioni (polo di Montréal). Il C., inoltre, è il terzo produttore al mondo di uranio (22% delle riserve totali) e vanta importanti giacimenti di diamanti, tanto che la produzione diamantifera di Ottawa rappresenta quasi il 10% di tutta l’industria mondiale delle gemme preziose. Elevata è la produzione di gas naturale (154,8 miliardi di m3 nel 2013), di cui il C. è il terzo produttore mondiale, dopo Russia e Stati Uniti. L’estrazione del petrolio è aumentata negli ultimi anni, passando da 140 milioni di t nel 2003 a 193 milioni di t nel 2013; al momento, tuttavia, più della metà della produzione proviene dalle sabbie bituminose (tight oil) della provincia dell’Alberta, con i notevoli problemi relativi all’ambiente che questo comporta. Oggi il C. si classifica terza riserva di petrolio al mondo, dopo Arabia Saudita e Venezuela, e se ha problemi a esportare il petrolio prodotto a causa delle capacità limitate delle strutture esistenti, non mancano i progetti. Infatti, la costruzione dell’oleodotto Keystone XL permetterebbe al petrolio canadese di raggiungere le raffinerie del Golfo del Messico in Texas, l’oleodotto Energy East dovrebbe portare il petrolio alle raffinerie dell’Est canadese, per poi essere esportato verso l’Europa, e un terzo oleodotto dovrebbe portare il petrolio sulle coste del British Columbia per essere esportato in Asia.
Il Paese è un esportatore netto di energia, pur avendo uno dei consumi più alti al mondo. La produzione è affidata soprattutto alle centrali che sfruttano l’enorme potenziale idroelettrico, seguite da quelle termiche, nucleari e da un piccolo numero di centrali a fonti alternative (solare ed eolico). Le centrali nucleari sono 19, localizzate per la maggior parte in Ontario, e i loro reattori attivi sono basati su una tecnologia sviluppata autonomamente e venduta all’estero.
Nell’ambito del commercio internazionale, il C. svolge un ruolo di assoluta preminenza: è un grande esportatore di petrolio, legname, diamanti grezzi, uranio, manufatti di alta tecnologia (13,4% dell’export) e importatore di mezzi di trasporto e loro componenti, macchinari industriali, prodotti chimici, alimentari, beni di consumo durevoli. Gli Stati Uniti sono il principale partner commerciale del C. (con un interscambio che raggiunge il 75% del totale canadese), seguiti dall’Unione Europea (UE) e dalla Cina.
Il 18 ottobre 2013 Ottawa e Bruxelles hanno firmato il CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement, accordo economico-commerciale che ha come obiettivo il miglioramento dell’integrazione economica e l’agevolazione dei flussi di investimento tra le due aree.
Storia di Ilenia Rossini. – All’inizio del 21° sec., i due principali partiti del C., il Partito conservatore (Conservative party of Canada, CPC) e il Partito liberale (Liberal party, LP), continuavano a godere solo di maggioranze relative che rendevano necessario il voto dei partiti di opposizione per approvare i provvedimenti proposti dal governo. Nel novembre 2005 il governo del liberale Paul Martin, indebolito dalle accuse di appropriazione indebita che avevano coinvolto alcuni ministri, fu sfiduciato e si andò a elezioni anticipate (genn. 2006). Alle consultazioni prevalse il CPC (124 seggi, contro i 103 dei liberali), senza tuttavia ottenere una maggioranza assoluta: il suo segretario Stephen Harper formò, quindi, un governo di minoranza.
Nei mesi successivi, furono approvati provvedimenti che riducevano le tasse, introducevano un sussidio per l’infanzia e prescrivevano la trasparenza negli atti del governo (giugno 2006), mentre fu bocciata la proposta di Harper di vietare i matrimoni omosessuali (legali dal luglio 2005). Nel novembre 2006, la Camera dei comuni riconobbe simbolicamente gli abitanti del Québec, la provincia francofona che reclamava l’indipendenza, come una «nazione all’interno del Canada».
Poiché l’assenza di una maggioranza assoluta paralizzava l’attività di governo, sperando in una vittoria più netta Harper chiese l’indizione di elezioni anticipate: queste si tennero nell’ottobre 2008 e furono vinte dal partito del premier uscente, che però mancò nuovamente l’obiettivo della maggioranza assoluta. Alla fine dell’anno i partiti all’opposizione – il LP, il socialdemocratico Nuovo partito democratico (New democratic party, NDP) e il separatista Blocco del Québec (Bloc québécois, BQ) – si accordarono con lo scopo di far cadere il governo e di formarne uno nuovo: i tre partiti, infatti, erano contrari alle misure proposte da Harper (tagli alla spesa pubblica e, in particolare, ai programmi per la parità salariale tra uomini e donne; divieto di sciopero sulle questioni salariali per i dipendenti pubblici fino al 2011; limitazione dei finanziamenti pubblici ai partiti) per far fronte alla crisi economica globale. Harper, per evitare una votazione in Parlamento che lo avrebbe visto sconfitto, convinse il governatore generale a sospendere i lavori parlamentari fino alla fine del gennaio 2009. Quando essi ricominciarono, il governo varò un pacchetto di misure economiche che, reintroducendo i finanziamenti ai partiti e contenendo provvedimenti che stimolavano l’economia, furono votate anche dai liberali, mettendo fine alla possibile crisi.
Le nuove elezioni anticipate nel maggio 2011 assegnarono finalmente la maggioranza assoluta dei seggi al CPC, che in campagna elettorale aveva promesso un aumento dei posti di lavoro e una diminuzione delle tasse. Inoltre, per la prima volta, il LP fu superato dal NDP, mentre il BQ quasi scomparve (da 49 a 4 seggi). Forte della maggioranza assoluta, negli anni successivi Harper poté applicare le sue politiche di riduzione dei sussidi sociali, delle tasse e della spesa pubblica, norme duramente contestate, soprattutto dagli studenti che, nel 2012, protestarono per oltre cento giorni consecutivi contro l’aumento delle tasse universitarie. Nel 2011 il governo annunciò anche l’uscita dal Protocollo di Kyoto sulla tutela dell’ambiente, non riuscendo a diminuire le emissioni di gas serra nelle scadenze previste.
Nel primo decennio del 21° sec., il tema della possibile indipendenza del Québec rimase una delle questioni politiche più dibattute nel Paese. Tuttavia le elezioni del Parlamento del Québec, tenutesi nell’aprile 2014, videro una sconfitta dei separatisti del Parti québécois (PQ) e una vittoria del Partito liberale del Québec (Parti libéral du Québec, PLQ), che garantì la sua fedeltà alla federazione canadese.
In politica estera, il C. continuava a essere molto attivo nelle organizzazioni internazionali e nelle missioni di peace keeping, come quella della NATO in Afghānistān – dove, alla fine del 2011, dopo aver perso numerosi soldati, sospendeva le attività di combattimento e decideva di dedicarsi esclusivamente alla formazione delle forze armate afghane. Nonostante la presenza ai principali tavoli di cooperazione internazionali, il C., nell’ottobre 2010, non riuscì a conseguire l’assegnazione di un seggio non permanente al Consiglio di sicurezza dell’ONU.
Sotto le insegne NATO, nel 2011 il C. partecipò anche alle operazioni militari in Libia impiegando forze marittime: il comando operativo di tutte le attività fu affidato al generale canadese Charles Bouchard.
Il 18 ottobre 2013, il C. e la Commissione europea firmarono un importante accordo di massima sul libero scambio, il CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement, Accordo economico e commerciale onnicomprensivo), che prevedeva tra l’altro l’abolizione del 99% dei dazi doganali tra il Paese e l’UE: approvato il testo definitivo nell’estate 2014, la sua entrata in vigore era subordinata alla ratifica dei governi dei Paesi membri dell’UE, del Parlamento europeo e dei 10 governi provinciali canadesi.
Nell’ottobre 2014, il C. decise di partecipare alle operazioni militari contro lo Stato islamico (IS). Come reazione, un uomo investì nel Québec due soldati canadesi, uccidendone uno, mentre a Ottawa un altro uccise un soldato italo-canadese che era di guardia al National war memorial e tentò l’assalto al Parlamento: entrambi gli assalitori, sostenitori di un islamismo estremista, ma non collegati tra di loro, furono uccisi dalla polizia.
Il crescente scioglimento dei ghiacciai nella regione del Mar Artico spingeva, infine, il C. a impegnarsi sempre più nella competizione con Russia, Stati Uniti, Danimarca e Norvegia per l’accesso alle rotte e per lo sfruttamento delle risorse naturali della zona.
Bibliografia: T. Groppi, Canada, Bologna 2006; «i Quaderni speciali di Limes», 2008, 2, nr. monografico: Partita al Polo; J. Børresen, Il Grande Gioco artico, «i Classici di Limes», 2012, 2, nr. monografico: Quel che resta della terra.
Architettura di Francesca Romana Moretti. – La posizione strategica all’interno dei Paesi NAFTA (North American Free Trade Agreement) e il rinnovato clima imprenditoriale, forte di numerosi incentivi a sostegno delle industrie manifatturiere e soprattutto dello sviluppo e dell’innovazione tecnologica, rendono il C. una realtà estremamente dinamica. Il settore dell’edilizia non residenziale e dell’ingegneria civile sta registrando una significativa espansione: si prevede che, entro il 2015, il mercato relativo alle infrastrutture raggiungerà un valore pari a 91 miliardi di euro. Il governo federale canadese ha infatti introdotto nuovi stimoli alle infrastrutture e, negli ultimi bilanci, il settore energetico emerge quale primo destinatario dei flussi di investimento; seguono i progetti nel settore dei trasporti, sanitario e viabilistico.
ll CIBCWM metropolitan economic activity index, creato per valutare la prestazione delle maggiori città canadesi in ambito macroeconomico, pubblicato da CIBC World Markets, fornisce una valutazione annuale per ogni area metropolitana del Canada. Dagli ultimi dati disponibili, Toronto si è confermata al primo posto (è stata tra le prime cinque città del C. per sette anni consecutivi, fatta eccezione durante la recessione del 2009, quando si classificò settima). L’edilizia ha giocato un ruolo di rilievo, sostenuto da grande attività nei segmenti sia residenziale sia non residenziale; il numero di nuove case è cresciuto del 30% su base annuale; la popolazione è cresciuta a un tasso pari al 2% annuo, mentre l’aumento dell’occupazione ha registrato i suoi livelli più alti durante l’ultimo decennio. Per estensione, nonché sul piano culturale ed economico, Toronto si è rapidamente sviluppata. Sul piano architettonico, nell’ultimo decennio la città ha subito importanti trasformazioni con la realizzazione di una serie di edifici altamente iconici che ne stanno sostanzialmente cambiando l’immagine. A titolo esemplificativo, si ricordano: lo Aga Khan Museum, interamente dedicato all’arte islamica, opera di Fumihiko Maki aperta al pubblico nel 2014, che sorge all’interno del parco progettato da Vladimir Djurovic non lontano dall’Ismaili Centre (2014) disegnato dal maestro dell’architettura indiana Charles Correa; l’AGO (Art Gallery of Ontario) di Frank Gehry, inaugurata nel 2008; lo spettacolare ampliamento del ROM (Royal Ontario Museum) di Daniel Libeskind, inaugurato nel 2007; l’ampliamento dell’OCAD (Ontario College of Art and Design) di Will Alsop, completato nel 2004. Molto attivo è stato anche lo studio Diamond Schmitt Architects: nel 2013 è stato inaugurato il Peter Gilgan Centre, mentre l’anno precedente era stato aperto il Ryerson Image Centre; la trasformazione del Globe and Mail Centre in centro polifunzionale è prevista nel 2016.
Seconda per popolazione, Montréal è la principale città della provincia francofona del Québec. Tra i tanti progetti recenti che vi sono stati realizzati, si ricordano: la Vitrine culturelle (2013) dello studio Moment Factory, centro d’informazione culturale posto all’incrocio fra la rue Sainte Catherine e il boulevard Saint-Laurent, caratterizzato da una vistosa facciata multimediale; il nuovo padiglione del Montreal Museum of fine arts di Provencher Roy + Associés, inaugurato nel 2011. Sempre nello stesso anno sono stati ultimati il Théâtre La licorne, lo Stewart Museum ed è avvenuta la riconversione della nota stazione di servizio di Ludwig Mies van der Rohe per opera dello studio Les architectes FABG.
Terza città dello Stato nordamericano, la capitale federale Ottawa vanta anch’essa una rinnovata immagine architettonica frutto di una serie di riusciti progetti recenti: il nuovo Convention Centre (2011) di Ritchard Brisbin con BBB Architects Ottawa Inc.; la sede della University of Ottawa (2012), opera di KWC Architects + Diamond Schmitt Architects; la sede della Delegation of the Ismaili Imamat dell’Aga Khan Foundation (2008), un progetto di Fumihiko Maki con Moriyama & Teshima.
La municipalità più estesa dell’intero C. e città tra le più dinamiche, attente alla sostenibilità e attrattive sull’intera scena nordamericana, è infine Vancouver. Tra i numerosi progetti recenti di qualità si ricordano: il rinnovamento del lo York Theatre (2013) di Henriquez Partners Architects; lo Earth Sciences Building (2012), opera di Perkins + Will; il Centre for digital media (2012) di Musson Cattell Mackey Partnership Architects; la facoltà di Scienze farmaceutiche della UBC (University of British Columbia, 2012) disegnata dallo studio Saucier+Perrotte architectes & HCMA; il centro di ricerca dedicato a Robert H.N. Ho (2011) di CEI Architecture + MCMP Architects; la Vancouver Community Library (2011), un’interessante opera dello studio Miller Hull Partnership.
Letteratura in lingua francese di Elisabetta Sibilio. – Nella complessa società canadese di oggi la letteratura svolge un ruolo importante. Il C. infatti è un Paese che consuma molta letteratura e il panorama degli autori è estremamente vivace. I centri di ricerca delle sue università, in particolare quella di Montréal con l’attivissimo Observatoire de l’imaginaire contemporain, sono tra i più dinamici al mondo proprio per la ricerca letteraria. Il sistema dei Saloni e dei premi letterari è estremamente articolato. Se le due lingue ufficiali del C. sono il francese e l’inglese, la letteratura canadese anglofona è «alla periferia di una periferia» (Coyault, in Cartographie du roman, 2010, p. 12) anche perché, in ragione pure della vicinanza geografica, subisce l’influenza e la supremazia della letteratura anglofona statunitense. Al contrario, la letteratura québécois di lingua francese è fortemente autonoma, per stile e temi, rispetto ai modelli europei ma, forse proprio per questo, poco conosciuta in ambito internazionale.
Luogo e strumento fondamentale della ricerca identitaria in un Paese meta di importanti flussi migratori è certamente il romanzo che è progressivamente diventato, come nel resto del mondo, il genere letterario largamente dominante. All’interno della modalità stilistica del postmoderno, ricca di contaminazioni e di intertestualità, l’immaginario romanzesco quebecchese segue due linee principali: da una parte, un esotismo, una tensione verso l’altrove e, dall’altra, all’opposto, una sorta di regionalismo centrato sulla rappresentazione dello spirito dei luoghi. Tra gli autori più significativi vanno certamente ricordati: Michel Tremblay (n. 1942), drammaturgo e autore di numerosi romanzi nei quali ritrae le condizioni delle classi lavoratrici; Yves Beauchemin (n. 1941), autore di successo di romanzi ‘urbani’ ambientati a Montréal; Marie Laberge (n. 1950), romanziera e sceneggiatrice, ideatrice del progetto di un romanzo epistolare collettivo, Les lettres de Martha. Alla generazione degli anni Settanta appartiene Judy Quinn (n. 1974) che con il suo romanzo Hunter s’est laissé couler ha vinto il prestigioso premio Robert-Cliche nel 2012, mentre Danielle Trussart (n. 1948) ha dato alle stampe nel 2008 il suo primo romanzo, un premiatissimo best seller intitolato Le train pour Samarcanda.
Bibliografia: Un interessante dossier sulla situazione della letteratura quebecchese contemporanea, vista anche dal punto di vista dell’industria editoriale e dei premi, dal titolo Hors les murs: perspectives décentrées sur la littérature québécoise contemporaine, è reperibile in rete all’indirizzo http://salondouble.contemporain.info/dossier/hors-les-murs-perspectives-decentrees-sur-lalitterature-quebecoise-contemporaine (7 marzo 2015). Da segnalare sono anche gli atti di un Convegno sulle nuove tendenze del romanzo quebecchese: Imaginaire du roman québécois contemporain, dir. P. Kyloušek, M. Roy, J. Kwaterko, 2006, vol. 16, online sul sito dell’Observatoire de l’imaginaire contemporain, http://oic.uqam.ca/fr/publications/imaginaire-du-romanquebecoiscontemporain (7 marzo 2015). Per un panorama più recente si veda: «Acta facultatis philosophicae Universitatis Prešoviensis», 2010, 112, nr. monografico: Cartographie du roman québécois contemporain, éd. Z. Malinovská, introduction par S. Coyault.
Letteratura in lingua inglese di Valerio Massimo De Angelis. – Nel corso dei primi quindici anni del Duemila, la figura di riferimento nel panorama della letteratura anglo-canadese è rimasta Margaret Atwood (n. 1939), che con The year of the flood (2009; trad. it. L’anno del diluvio, 2010) e MaddAddam (2013; trad. it. L’altro inizio, 2014) ha completato la trilogia postapocalittica iniziata nel 2003 con Oryx and Crake (trad. it. L’ultimo degli uomini, 2003). Ma l’evento più importante di questo scorcio di secolo è stato il conferimento nel 2013 del premio Nobel per la letteratura ad Alice Munro (v.), massima esponente di quell’arte della short story – si vedano le raccolte Too much happiness (2009; trad. it. Troppa felicità, 2011) e Dear life (2012, trad. it. Uscirne vivi, 2014) – in cui eccellevano anche Mavis Gallant (n. 1922) e Alistair MacLeod (n. 1936), scomparsi nel 2014. Nel campo della narrativa, si distinguono figure di veterani come Jack Hodgins (n. 1938), con l’introspettivo The master of happy endings (2010); Michael Ondaatje (n. 1943), con Divisadero (2007; trad. it. 2008) e The cat’s table (2011); George Fetherling (n. 1949), autore del romanzo biografico Walt Whitman’s secret (2010); Wayne Johnston (n. 1958), che in A world elsewhere (2011) intreccia la storia del C. con quella degli Stati Uniti – come anche Michael Crummey (n. 1965) in Galore (2009; trad. it. Dal ventre della balena, 2013); e Yann Martel (n. 1963), che dopo Life of Pi (2001; trad. it. Vita di Pi, 2003) prosegue la sua indagine nel mondo animale nell’allegorico romanzo sull’Olocausto Beatrice and Virgil (2010; trad. it. Beatrice e Virgilio, 2013). Tra i romanzieri emergenti vanno segnalati Annabel Lyon (n. 1971), Steven Galloway (n. 1975) ed Esi Edugyan (n. 1978).
La poesia canadese in lingua inglese, che lamenta la scomparsa di Robert Kroetsch (1927-2011), annovera oltre ai consolidati George Bowering (n. 1935), Don McKay (n. 1942), Dionne Brand (n. 1953) e Leonard Cohen (n. 1934), che però preferisce impiegare la sua ispirazione nella produzione musicale, nomi più nuovi che non disdegnano ardite sperimentazioni e contaminazioni, come Karen Solie (n. 1966), Christian Bök (n. 1966), Ken Babstock (n. 1970) e Shane Koyczan (n. 1976). La drammaturgia anglo-canadese recente si orienta spesso verso prospettive multiculturali, come testimonia la produzione di Tomson Highway (n. 1951), Rahul Varma (n. 1952) e Drew Hayden Taylor (n. 1962).
Bibliografia: K. Dobson, Transnational Canadas. Anglo-Canadian literature and globalization, Waterloo 2009; The Cambridge history of Canadian literature, ed. C.A. Howells, E.-M. Kroller, Cambridge 2009; R.J. Lane, The Routledge concise history of Canadian literature, London-New York 2011.
Cinema di Giulio Sangiorgio. – A fronte di un cinema québécois fiorente (per qualità e per incasso, come dimostra la commedia di Erik Canuel Bon cop, bad cop, 2006; Doppia indagine), il C. anglofono conferma l’incapacità dei suoi film di incidere sul mercato nordamericano, sul botteghino locale e su un immaginario da sempre sottomesso a quello hollywoodiano. Ne risulta una cinematografia divisa: dal lato anglofono chiusa soprattutto in prodotti di consumo – tra cui i film di Michael Dowse (come Fubar del 2002), possibile interprete di una commedia canadese competitiva – e dal lato Québec in grado di imporre proposte di respiro internazionale (Oscar come miglior film straniero a Les invasions barbares, 2003, Le invasioni barbariche, di Denys Arcand; candidature per Incendies, 2010, La donna che canta, di Denis Villeneuve, per Monsieur Lazhar, 2011, di Philippe Falardeau e per Rebelle, 2012, di Kim Nguyen). Anche a livello simbolico il cinema fatica a trovare un’identità comune: quando ciò accade è sempre mediante traslati tragici e assurdi (l’incesto alla base di Incendies) o parodie indirette (l’unico padre di 533 figli in Starbuck, 2011, Starbuck - 533 figli e... non saperlo!, di Ken Scott). Sono comunque molti gli autori significativi attivi nel Paese.
Bruce McDonald lavora tra genere, subcultura giovanile e rivoluzione tecnologica (The Tracey fragments, 2007, scomponibile e rimontabile in rete dagli utenti), Atom Egoyan aggiorna la sua maniera a nuovi conflitti sociali e mediali (Adoration, 2008), Bruce La-Bruce persegue una militanza queer che si fa radicale nell’horror (Otto, or Up with dead people, 2008) e si addomestica nella commedia (Gerontophilia, 2013), mentre Guy Maddin esalta la propria poetica surrealista di recupero cinefilo e scandaglio inconscio (Keyhole, 2011). Peter Mettler persevera in un riposizionamento critico tra le immagini (The end of time, 2012) e Sarah Polley, anche attrice, prosegue nella regia con drammi intimisti sulla memoria, sul rimpianto e sulla possibilità (Stories we tell, 2012). Il québécois Jean-Marc Vallée ha firmato il coming of age C.R.A.Z.Y. (2005) e ha iniziato a lavorare negli Stati Uniti (Dallas Buyers Club, 2013), così come Villeneuve, autore in tensione tra thrilling e tragedia classica (Enemy, 2013). Si sono affermati, intanto, i peculiari tagli realisti di Louise Archambault (Gabrielle, 2013), Nguyen (Rebelle, 2012), Sébastien Pilote (Le vendeur, 2011), e i festival acclamano il minimalismo grottesco, sperimentale e queer di Denis Côté (Bestiaire, 2012) e l’irruenza pop di Xavier Dolan, esordiente a 19 anni con J’ai tué ma mère (2009), capace di rielaborare Hitchcock e Fassbinder in un teatro dell’assurdo della ricerca identitaria (Tom à la ferme, 2013) o di inventarsi un mélo sociale che sa sperimentare sul linguaggio ed essere insieme sanamente popolare (Mommy, 2014, Gran premio della giuria a Cannes).
Bibliografia: G. Melnyk, One hundred years of Canadian cinema, Toronto-Buffalo-London 2004; The young, the restless and the dead. Interviews with Canadian filmmakers, ed. G. Melnyk, Waterloo 2008; D.L. Pike, Canadian cinema since the 1980s. At the heart of the world, Toronto-Buffalo-London 2012.