CAMUZIO (Camuzzi, Camozzi)
Famiglia di artisti originaria del Canton Ticino, di Lugano o di Montagnola.
Di Giovanni Pietro, stuccatore, è ignota la data di nascita. Dall'originario Canton Ticino dovette trasferirsi ancor giovane a Passavia dove si sposò, ottenne la cittadinanza locale e la nomina a stuccatore di corte; nella tarda età, ritiratosi dal lavoro, aprì un'osteria. Morì a Passavia nel 1718. I suoi lavori più importanti furono: la decorazione della cappella del castello di Katzenberg (1680), gli stucchi della chiesa dei benedettini, a Garsten, eseguiti con Giovanni Battista e Bartolomeo Carloni e Domenico Garon (iniziati nel 1682); la decorazione della sala grande e della biblioteca della residenza vescovile di Passavia (1690); stucchi nel palazzo d'estate di Hackelberg (1692); stucchi ed altare nella chiesa di Marihilf a Vilshofen (1693-94); stucchi nel convento degli agostiniani a Suben (1699-1702).
Il suo stile è assai simile a quello dei Carloni che avevano una fiorente scuola a Passavia e di cui il C. fu uno dei più stretti collaboratori (E. Guldan, Italien. Stukkatoren in Bayern, in Arte e artisti dei laghi lombardi, II, Como 1964, pp. 216 ss., con bibl.).
Antonio, figlio di Eugenio, nacque a Montagnola nel 1655 e ivi morì nel 1724. Stuccatore, studiò forse con Antonio Casella. Nel 1690 decorava di stucchi la parrocchiale di Castelrotto e nel 1694 eseguiva con i fratelli Francesco e Fabio, pure stuccatori, la decorazione delle volte del presbiterio della chiesa di S. Abbondio a Gentilino. Collaborò anche agli stucchi decorativi nella basilica di S. Maria Maggiore a Bergamo (Angelini).
I suoi stucchi a forte rilievo, ricchi di cartocci e di girali, ricordano quelli dell'intelvese G. B. Barberini.
Muzio, figlio di Francesco Domenico di Antonio, nacque a Montagnola nel 1717 ed ebbe la prima educazione nell'ambiente familiare; fu forse allievo anche di Rodolfo Furlani di Montagnola. È ignota la data della sua morte. Stuccatore, la sua prima opera che si conosca sono gli stucchi decorativi nella chiesa parrocchiale di Muzzano, dove sono state rintracciate la sua firma e la data del 1739, durante i restauri del 1970. Fu introdotto, forse dal pittore Carlo Carloni nell'ambiente bergamasco, e in quella zona svolse una intensissima attività. Pare, però, che non abbia mai lasciato stabilmente il paese natale dove fra il 1747 e il 1768 furono battezzati tutti i suoi cinque figli (Brentani). Tra il 1743 e il 1750 Muzio eseguiva a Tagliuno (Bergamo) gli stucchi della parrocchiale, affrescata dal Carloni; a Bergamo incorniciava di stucchi gli affreschi di Francesco Monti nella chiesa di S. Bartolomeo (gli affreschi sono datati 1742, ma gli stucchi sono probabilmente posteriori). Nel 1750 decorò le volte e le arcate della parrocchiale di Serina (Bergamo), otto anni dopo gli venivano pagati lavori per il santuario della Madonna d'Ongero e nel 1759 decorava la volta del coro della chiesa di S. Rocco a Lugano. Ad Alzano Lombardo (Bergamo) sono di sua mano gli stucchi che rivestono la cappella del Rosario nella parrocchiale di S. Martino, forse la sua opera più bella, firmati e datati 1764, come i bellissimi stucchi della sala terrena della villa Sola a Bolvedro sul lago di Como.
Certamente la sua attività specialmente a Bergamo (intorno agli stessi anni, se non prima, doveva avere anche eseguito gli stucchi della parte superiore della cappella Colleoni) e nei dintorni fu assai più vasta di quanto finora si conosca. È stato proposto il suo nome per lavori in parecchi palazzi bergamaschi, ma nessuno gli si può ascrivere con certezza (Angelini; Cito Filomarino). Il suo stile tipicamente rococò è assai elegante e leggero, con caratteristiche personali: il rilievo è piatto, i ricci e le asimmetriche volute si svolgono come ricami, spesso dorati, su sfondi grigi o crema; motivi di fiori o gruppi di testine di putti, anche a tutto tondo, non appesantiscono per nulla lo svolgersi dell'intreccio.
Agostino, architetto, nacque a Bergamo nel 1808; non si conoscono i legami di parentela con gli stuccatori dello stesso cognome. Si recò assai giovane in Russia dove terminò i suoi studi a Pietroburgo. Nel 1839 lavorava alla villa imperiale di Carskoe-Selo con l'architetto Luigi Ferrazzini di Mendrisio; qui collaborò anche con I. Monighetti (L'opera del genio ital. all'estero, E. LoGatto, Gli artisti in Russia, III, Roma 1943, ad Indicem). APietroburgo, nel 1853, diede il progetto per il rifacimento dell'antica villa Laval´, all'Aptekarskij Ostrov (rifatta di nuovo nel 1873 da G. Bruni); eseguì i progetti per l'orfanotrofio di Gatčina e probabilmente prese parte alla loro attuazione. Nonostante egli avesse ricevuto la cittadinanza russa e un titolo nobiliare, rimase sempre assai legato alla sua terra di origine dove ritornò negli anni più tardi diventando anche consigliere e collaboratore ai progetti per la ferrovia del San Gottardo. Rimangono di lui molti schizzi e disegni conservati nell'archivio di famiglia (Crivelli). Morì a Montagnola nell'anno 1869.
Fonti e Bibl.: L. Brentani, Antichi maestri d'arte e di scuola... ticinesi, Como 1939, III, pp. 77, 92, 95 (per Antonio); 96 (per Muzio); IV, pp. 66, 89 (per Muzio); L. Simona, Artisti ed antiche famiglie della Collina d'Oro, Lugano 1935, pp. 5-15 passim;Id., L'arte dello stucco nel Canton Ticino, II, Bellinzona 1949, pp. 2 s., 15, 26, 32 (per Antonio e Muzio);L. Angelini, Pareti volte esoffitti nel Settec. bergamasco, in Riv. di Bergamo, XII (1961), n. 2, pp. 5 s. (per Ant. e Muzio); n. 3, pp. 6 s. (per Muzio); A. Crivelli, Artisti ticin. in Russia, Locarno 1966, p. 64; A. BarigozziBrini-K. Garas, C. I. Carloni, Milano 1967, pp. 78, 89 (per Muzio); A. M. CitoFilomarino, Pal. Terzi..., in Arte illustr., V (1972), pp. 15, 17, n. 1, 64 (per Muzio); E. L. Girard, Schweizerisches Künstler Lexikon, I, Frauenfeld 1905, p. 262 (per Agostino).