CAMPUS
Il c. è un impianto plurifunzionale, destinato soprattutto ad attività sportive e all'addestramento militare (Tert., Mart., III, 2; Ulp., Dig., VIII, 2, 9, 4; XLIII, 8, 2, 9), a imitazione, del Campo Marzio di Roma. Come il Campo Marzio di età repubblicana, anche questa struttura era normalmente collocata ai limiti del tessuto urbano, o fuori le mura (Vitr., 1, 7, 1).
Il ruolo che l'impianto svolge nella vita sociale della città antica è documentato dall'esistenza di normative parzialmente tramandate dai testi giuridici ricordati; la sua larga diffusione è assicurata dalle fonti epigrafiche. Esse ne dichiarano la presenza, in Italia, a Como, Verona, Forum Novum, Urbisaglia, Cupramarittima, Teramo, Palestrina, Alatri, Sepino, Nola e, nelle provincie, a Cartagine, Albinnum (od. Albens) nella Gallia Narbonensis, Namnetes (od. Nantes) nella Gallia Lugdunensis, Divodurum (od. Metz) nella Gallia Belgica, Sarmizegetusa. L'esistenza di c. a Treia, Sulmona, Teggiano e Cagliari rimane ipotetica, a causa della base epigrafica lacunosa o non completamente esplicita.
La carta di distribuzione esclude la parte orientale dell'impero, dove funzioni analoghe erano tradizionalmente svolte dal ginnasio; la scala cronologica si estende dall'età repubblicana alla piena età imperiale.
Dall'analisi delle fonti epigrafiche e da un passo di Ulpiano (Dig., XIII, 6, 5, 15) è possibile enucleare le caratteristiche strutturali del campus. Esso è costituito essenzialmente da una spianata - naturale o artificiale - circondata da un muretto di cinta (maceria). Questo schema di base può risultare ampliato e arricchito con l'aggiunta di vie che attraversano l'area recintata, di una piscina scoperta, di un balneum, di una porticus e di scholae. In certi casi (Alatri, Nola) sembra che il c. fosse dotato pure di un horologium, come si verifica, ancora una volta, nel Campo Marzio, che accoglieva l’horologium Augusti. Infine, all'interno dell'impianto potevano essere eretti monumenti o statue onorarie. Tutti gli interventi - dalla sistemazione originaria dell'area ai completamenti e alle modifiche che si potevano registrare durante la vita del monumento - erano naturalmente deliberati dall'amministrazione locale; della loro realizzazione, invece, si faceva carico generalmente la classe dirigente.
La frequentazione del c. da parte dei collegia iuvenum -composti da elementi dell 'élite - avrebbe potuto, forse, rappresentare un ulteriore incentivo a concentrare su questo tipo di impianto manifestazioni di liberalità.
L'individuazione delle caratteristiche strutturali del c. - eseguita per via epigrafica - ha consentito alcune ipotesi di riconoscimento in taluni complessi monumentali suburbani. Il caso di Corfinium è quello maggiormente indicativo. Qui, in un'area a ridosso delle mura, vicino alla cattedrale di S. Pelino, si conservano i resti di un grande recinto in opus caementicium, rivestito da un doppio paramento in opus reticulatum. L'area ha pianta rettangolare e misura m 237 X m 143; lungo il suo lato orientale si dispongono una grande piscina scoperta e tre esedre semicircolari. A favore del riconoscimento di un c. vanno inoltre ricordati il rinvenimento di un morso equino dentro il recinto e, soprattutto, un accenno a un culto di Marte esistente nella zona, contenuto nella Vita di S. Pelino.
Bibl.: M. Della Corte, Il campus di Pompei, in RendLinc., s. VIII, II, 1947, pp. 555-568; M. Gaggiotti, Note urbanistico-topografiche tratte da un'iscrizione inedita sepinate, in AnnPerugia, XVI, 1978-79, pp. 51-59; H. Devijver, F. Van Wonterghem, Il campus nell'impianto urbanistico delle città romane: testimonianze epigrafiche e resti archeologici, in ActaALov, XX, 1981, pp. 33-36; iid., Ancora sul campus delle città romane, ibid., XXI, 1982, pp. 93-98; iid., Der 'campus' der römischen Städte in Italia und im Westen, in ZPE, LIV, 1984, pp. 195-206; U. Moscatelli, Osservazioni topografiche in margine all'iscrizione CIL IX, 5541 (Urbs Salvia), in AnnMacerata, XVII, 1984, pp. 353-368.