CAMILLO
. Presso i Romani, il nome camillus, in origine sinonimo di fanciullo di condizione libera, denotò per lungo tempo il fanciullo che assisteva il sacerdote, di cui era generalmente figlio, nei sacrifizî e in altre funzioni sacre. Analogamente la fanciulla che compiva lo stesso ufficio era chiamata camilla. Dovevano essere ingenui, impuberi e aver vivi tutti e due i genitori. Il nome si conservò più tardi solo nel rituale del flamine di Giove e della flaminica. Non abbiamo nessuna rappresentazione di veri camilli, ma nell'aspetto e nel vestito dovevano somigliare ai fanciulli che si vedono ritratti in scene religiose dell'arte romana. Hanno questi fanciulli i capelli acconciati con cura e indossano una tunica con maniche lunghe e larghe, stretta alla vita da una cintura. Di solito ponano il pannolino di rito nei sacrifizî, mantele, e con una mano porgono offerte o il cofanetto dell'incenso o la patera, mentre con l'altra reggono la brocchetta per il sacrifizio. Le fanciulle son vestite di una stola che scende fino ai piedi.
Bibl.: G. Wissowa, Religion u. Kultus der Römer, 2ª ed., Monaco 1912, p. 496; Saglio, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire des antiquités, I, ii, p. 859.