TOLOMEI, Camillo
– Nacque intorno agli anni Trenta del Cinquecento a Ferrara.
Pochissime le informazioni biografiche che ci sono pervenute su questo personaggio, proveniente da una nobile famiglia di origini senesi di cui un ramo si era stanziato a Ferrara alla fine del XIV secolo con Giovanni dell’Assassino – la cui figlia, Stella (v. la voce in questo Dizionario), era stata amante di Niccolò III d’Este e gli aveva dato tre discendenti – e aveva ricevuto il titolo comitale dall’imperatore Federico III d’Asburgo nel 1452 (Siena, Biblioteca comunale, Mss., B.II.37, c. 267r-v; Gigli, 1723, p. 282; Ughi, 1804, p. 188; Pasini-Frassoni, 1910, p. 74).
Dai Tolomei dell’Assassino discendeva Camillo, che fu noto essenzialmente come «soldato veterano, e sperimentato in tutte le principali guerre del suo tempo» (Paradisi, 1704, p. 357). Secondo Luigi Ughi (1804) egli «univa la forza, e la destrezza del corpo alle più rare cognizioni dell’arte militare» (p. 188). La prima importante campagna militare alla quale prese parte fu, nel 1565, la spedizione guidata da Enea Pio di Savoia in soccorso di Malta, assediata dagli ottomani (Cirni, 1567, p. 106v). Tra le fonti che trattano di questa esperienza, il solo Ferruccio Pasini-Frassoni (1910) riporta anche un’affiliazione di Tolomei all’Ordine di Malta, a oggi non dimostrata (p. 74).
Partecipò poi alle guerre di religione in Francia sotto gli stendardi della Lega cattolica e, ai comandi di Carlo di Guisa duca di Mayenne, si guadagnò il titolo di maresciallo di campo (Paradisi, 1704, p. 357; Ughi, 1804, p. 188; Pasini-Frassoni, 1910, p. 74). Fu fatto prigioniero il 14 marzo 1590 durante la battaglia di Ivry, alle porte di Parigi, persa dalla Lega contro gli ugonotti guidati da Enrico di Borbone (Tortora, 1619, p. 44).
In seguito rientrò a Ferrara, dove divenne uno degli uomini più fidati di Alfonso II d’Este (Guerzoni, 2000, p. 310), tanto da figurare tra i testimoni che sottoscrissero e sigillarono il testamento del duca nel 1597 (Faustini, 1646, p. 95; Gasparini, 1960, p. 33). Dopo la morte di Alfonso II passò al servizio del suo erede designato, Cesare d’Este, che acquisì il titolo di duca di Modena e Reggio, ma non di Ferrara, che era feudo pontificio, in quanto Clemente VIII non riconobbe la legittimità della successione. Tolomei, divenuto ormai un uomo di grande esperienza, fu protagonista degli eventi bellici che portarono alla devoluzione del Ducato di Ferrara alla Santa Sede: in quell’occasione consigliò al duca di avanzare immediatamente verso Faenza, ma egli preferì evitare di figurare come primo aggressore e lasciò la città alle truppe papaline (Muratori, 1740, pp. 410 s.; Frizzi, 1809, pp. 6 s.; Gasparini, 1960, p. 117); venne quindi inviato a comandare le milizie di stanza nella fortezza strategica di Lugo, incarico che mantenne saldamente fino alla fine del conflitto (Gasparini, 1960, pp. 105 s., 147; Tabanelli, 1976, p. 180; Angiolini, 1994, pp. 87, 91, 93).
Dopo il passaggio definitivo di Ferrara sotto la sovranità pontificia è molto probabile che inizialmente Tolomei seguisse il duca a Modena (Pasini-Frassoni, 1910, p. 74), ma negli ultimi anni di vita si ritirò a Ferrara, sua città natia, dove si occupò degli affari di famiglia e mantenne rapporti con diversi importanti personaggi, tra i quali figurano lo stesso Cesare d’Este e il suo fratellastro cardinale Alessandro d’Este (Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto Estense, Cancelleria, b. 1389, f. Tolomei Camillo, docc. 2-4, 7-9). Con costoro intrattenne scambi epistolari, l’ultimo dei quali risale all’agosto del 1603.
Morì a Ferrara in un giorno incerto dopo questa data.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto Estense, Cancelleria, b. 1389, f. Tolomei Camillo, docc. 1-9; Siena, Biblioteca comunale, Mss., B.II.37, cc. 68r-75v, 261r-268r (in partic. c. 267r-v).
A.F. Cirni, Commentarii ne quali si descrive la guerra ultima di Francia, la celebratione del Concilio Tridentino, il soccorso d’Orano, l’impresa del Pignone, e l’Historia dell’assedio di Malta diligentissimamente raccolta insieme con altre cose notabili, Roma 1567, p. 106v; O. Tortora, Historia di Francia, Venezia 1619, p. 44; A. Faustini, Aggiunta alle Historie del Sig. Guasparo Sardi, nuovamente composta, in G. Sardi, Historie ferraresi. Con una nuova aggiunta del medesimo autore. Aggiuntivi di più quattro libri del Sig. Dottore Faustini sino alla devolutione del Ducato di Ferrara alla Santa Sede, II, Ferrara 1646, p. 95; A. Paradisi, Ateneo dell’uomo nobile, I, Venezia 1704, p. 357; G. Gigli, Diario sanese, II, Lucca 1723, pp. 281 s.; L.A. Muratori, Delle antichità estensi ed italiane, II, Modena 1740, pp. 410 s.; L. Ughi, Dizionario storico degli uomini illustri ferraresi nella pietà, nelle arti, e nelle scienze colle loro opere, o fatti principali, II, Ferrara 1804, pp. 188 s.; A. Frizzi, Memorie per la storia di Ferrara, V, Ferrara 1809, pp. 6 s.; L. Napoleone Cittadella, Notizie amministrative, storiche, artistiche, relative a Ferrara, II, 3, Ferrara 1868, passim; F. Pasini-Frassoni, L’Ordine di Malta a Ferrara, in Rivista del Collegio araldico, VIII (1910), 2, pp. 65-80; A. Gasparini, Cesare d’Este e Clemente VIII, Modena 1960, passim; M. Tabanelli, La Romagna degli Estensi, Faenza 1976, p. 180; E. Angiolini, Le carte dei funzionari estensi in Romagna conservate tra le «Carte Romagna» delle «Collezioni Piancastelli» di Forlì (1393-1598) - Inventario, in Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le antiche province modenesi, s. 11, XVI (1994), pp. 67-99; G. Guerzoni, Le corti estensi e la devoluzione di Ferrara del 1598, Modena 2000, p. 310.