SILVESTRI, Camillo
– Nacque a Padova il 14 (battezzato il 18) giugno 1645, primogenito di Alessandro di Camillo e di Anna di Giacomo Dall’Angelo o Angeli, sorella del conte Marino che fu ragguardevole giurista e uno dei soci dell’Accademia veneziana degli Incogniti.
Nel 1649 rimase orfano del padre e la madre lo condusse a Rovigo, «patria de’ suoi Maggiori» (Elpido Cererio, 1720, p. 124). Fu lo stesso Marino Angeli, oltre alla madre, a seguire l’educazione e gli studi di Silvestri. Il giovane Camillo corrispose alle attese dei familiari, laureandosi a Padova in diritto civile e canonico il 6 marzo 1663. Il suo diploma di laurea in pergamena è conservato a Rovigo, Accademia dei Concordi, Biblioteca Silvestriana, Silv. 453, cc. 238v-240v.
Conclusi gli studi e ritornato a Rovigo, il 26 novembre 1664 sposò Placida Campo di Giovanni dalla quale ebbe 16 figli. Dopo la morte della moglie, si risposò il 5 ottobre 1686 con la nobile padovana Valeria Lion di Andrea, vedova di Antonio Carraro. Morta la seconda moglie, celebrò il terzo matrimonio a Padova il 24 ottobre 1694 con Margherita Cittadella, figlia del nobile padovano Antonio.
Nel 1665 entrò a far parte del collegio dei giureconsulti di Rovigo. Partecipò attivamente alla vita civile e amministrativa della città. Il 15 dicembre 1672 fu aggregato al Magnifico Consiglio rodigino e venne eletto regolatore negli anni 1678, 1681, 1684, 1686, 1687, 1693, 1697, 1701, 1706, 1712. Ricoprì numerosi altri incarichi, tra cui quelli di presidente del consorzio di Campagna Vecchia, di sovrintendente a molti luoghi pii, di provveditore alle Vettovaglie; fu preposto alla revisione e aggiornamento dell’estimo del territorio di Rovigo; venne designato quale ambasciatore presso il doge e il Senato veneto.
Il 10 giugno 1690 la Repubblica di Venezia concesse a lui e ai suoi discendenti il titolo di conte e l’esenzione dai tributi feudali in segno di riconoscenza per la morte dei figli Alessandro e Primo, l’uno con il grado di capitano, l’altro di alfiere, avvenuta il 26 marzo dello stesso anno, in uno scontro navale contro i turchi nell’Egeo. Il 16 gennaio 1693 (1692 m.v.) il Senato veneto lo nominò provveditore ai Confini, carica ricoperta fino all’anno della morte.
Alla gestione e agli oneri delle cariche pubbliche affiancò un’intensa attività culturale nel campo letterario, in quello dell’erudizione antiquaria con l’edizione di articoli e saggi (elenco in [Biscaccia], 1865, pp. 99-101 nota 11), e in quello storico in senso lato.
Nell’ambito letterario e antiquario, nel 1711 (dopo lunga preparazione, come si evince da una sua lettera a Giulio Antonio Averoldo del 26 febbraio 1707: minuta in Silv. 188, n. 35) pubblicò a Padova la traduzione con testo a fronte dei poeti Giuvenale e Persio spiegati con la dovuta modestia in versi volgari ed illustrati con varie annotazioni... (esistono alcune edizioni successive). Sulla traduzione e sulle «annotazioni» di Silvestri le recensioni e i giudizi dei contemporanei e dei posteri furono diversificate; in qualche caso decisamente negative (v. la rassegna dei giudizi critici in Zerbinati, 2008, p. XI con note 28-31 e pp. XXXVIII-XXXIX).
Di indubbia importanza è l’attività antiquaria e collezionistica; per suo merito (secondo Krzysztof Pomian, 1983) Rovigo è «la sola piccola città veneta che sia stata sede di un vero museo d’antichità».
Volendo compendiare lo stato del museo del conte Camillo, esso era costituito, verso il 1716, da cinque principali nuclei di reperti: tra il 1679 e il 1681 fu acquistata la raccolta di Sertorio Orsato; prima della fine del Seicento, Silvestri entrò in possesso di un’iscrizione e di quattro rilievi greci provenienti da Smirne, già del medico Charles Patin; gli venne donato dal procuratore di S. Marco senatore Girolamo Giustinian il rilievo dedicato a un Chrysippos; dal 1711 la collezione Silvestri si arricchì del complesso eterogeneo di materiali appartenenti a Carlo Torta cancelliere dell’Università patavina e del Collegio veneto degli artisti dal 1658 al 1711; nel corso di vari anni, almeno dal 1676 al 1716 circa, furono annessi al museo molti altri cimeli scoperti in siti polesani. Le ‘pietre’, i rilievi e le iscrizioni sono inquadrabili in una durata temporale che va dal V sec. a.C. alla seconda metà del II-prima metà del III sec. d.C. Le provenienze sono differenziate: area greca e microasiatica, zona dalmatica e istriana, Aquileia, Padova e il suo agro, Este, Verona, Adria e il medio Polesine. Da un accertamento ricostruttivo della collezione siamo certi che nel 1716 Silvestri possedeva, oltre a un imprecisato numero di oggetti delle varie classi dell’instrumentum domesticum, settantasei monumenti.
In materia archeologica, uno studio di Silvestri di un qualche risalto uscì postumo (in edizione ridotta rispetto al manoscritto autografo, del 1716, Silv. 191, n. 40): si tratta della dissertazione sul rilievo votivo che Argenidas, figlio di Aristogenidas, dedicò ai Dioscuri, trovato a Este nel 1710 – così è stato tramandato (Alessi, 1776) – ma di sicura provenienza dalla Laconia (Ritti, 1981, n. 23): In anaglyphum Graecum interpretatio..., Romae 1720, senza tavole.
Nel campo dell’erudizione storica, Silvestri compilò in italiano una Chronologia. Serie degli anni del mondo... (autografo in Silv. 458), tradotta in latino da Antonio Fabris e pubblicata dal figlio Carlo Silvestri (Com. Camilli de Sylvestris Rhodigini Chronologia [...] in tres partes divisa [...], Lipsiae 1726; Chronologia divisa in tres partes..., Amstelaedami 1729). I Successi massime delle acque..., furono iniziati da Silvestri nel 1677 e portati avanti sino a metà del 1718, continuati dal figlio Carlo tra il 1719 e la metà circa del marzo 1754 e proseguiti brevemente dal canonico Girolamo Silvestri, figlio di Carlo e nipote di Camillo, dall’aprile 1754 sino all’inizio di maggio 1755 (Silv. 445). Di rilievo infine la Istoria agraria del Polesine di Rovigo (Silv. 446-449), che non ebbe gli ultimi ritocchi dell’autore, tanto che il figlio Carlo, di propria mano, aggiunse nell’ultimo volume un Indice delle cose più notevoli.
Per questa opera Silvestri fu ritenuto un anticipatore della topografia storica in senso otto-novecentesco. Senza dubbio l’Istoria agraria si caratterizza per la sua concretezza e ricchezza di dati, ma non sono poche le pagine pletoriche e non mancano notizie infondate destinate a lunga fortuna, come l’‘invenzione’ (Silv. 446, pp. 97-99) – avvalorata dal figlio Carlo nella Istorica e geografica descrizione delle antiche paludi adriane... (Venezia 1736, pp. 30-33) – della cosiddetta rotta della Cucca (oggi Veronella), che sarebbe avvenuta nel 589 d.C. e che deviò il corso dell’Adige, che scorreva per Este, nel letto attuale. Questa ‘trovata’ ebbe, purtroppo, un ‘successo’ clamoroso nella storiografia, specie locale, ma è stata smentita da ricerche geologiche che pongono l’evento in epoca precedente.
Socio di numerose accademie (i Ricoverati di Padova dal 1679, i Concordi di Rovigo dal 1697, l’Arcadia dal 1699), fu in contatto con un gran numero di intellettuali, anche di primo piano, come mostra il suo carteggio (elenco dei destinatari in [Biscaccia], 1865, pp. 103 s. nota 14). All’Accademia dei Concordi sono conservati due ritratti in cui il conte Camillo appare con dei volumi tra le mani. Ma il quadro più efficace per sintonizzarsi con lo spirito del personaggio è offerto da un autoritratto che Silvestri ‘dipinse’ in una minuta di lettera a Scipione Maffei del 12 settembre 1716 (Silv. 191, n. 45). Il conte trovava sollievo e provava conforto, nella malandata vecchiaia, quando ammirava i reperti ben sistemati e ordinati nella sua casa-museo.
Morì a Rovigo il 6 gennaio 1719 e fu sepolto nella chiesa cittadina di S. Francesco.
Dopo la sua morte il Consiglio della città di Rovigo gli decretò l’onore di un’iscrizione con busto, infissa già nella pubblica libreria e poi murata sotto il peristilio del tempio della Beata Vergine del Soccorso (‘La Rotonda’). Una seconda lapide, pure a ‘La Rotonda’, gli venne posta dai figli.
Il figlio Carlo, nato a Rovigo e battezzato il 4 ottobre 1681, si mosse nel solco degli interessi paterni. Scrisse tra l’altro l’Istorica e geografica descrizione delle antiche paludi adriane... (cit., 1736), opera di cui Pietro Giannone nella propria autobiografia diede notizia in ‘anteprima’ (1734). Nel 1740 ebbe il privilegio di accompagnare Johann Caspar Goethe, padre del grande poeta, a visitare il museo ereditato dal padre. Nel 1741 vendette al marchese Scipione Maffei, per la cifra di 400 ducati, i monumenti greci e paleoveneti, oltre a quasi tutte le iscrizioni latine. Morì a Rovigo il 14 aprile 1754.
Fonti e Bibl.: Rovigo, Accademia dei Concordi, Biblioteca Silvestriana, Silv. 453, pp. 30-36 e passim; Rovigo, Accademia dei Concordi, Biblioteca Concordiana, Conc. 40: G. Locatelli, La genealogia... (1770), p. 787, tav. CCCLVIII, grado di parentela XI, p. 787, tav. CCCLVIII, grado di parentela XII e, p. 788, tav. CCCLX, grado di parentela XII, pp. 791-793, 803-808; Conc. 143: L. Ramello, Illustri scrittori rodigini (prima metà del XIX secolo), cc. 297r-303v, 305v-307v. Per gli epistolari: in partic. Biblioteca Silvestriana, Silv. 186-191, 198-199, 569, 799, f. 3 (copie di lettere).
Elpido Cererio [= M. Zorzi], C. S., in G.M. Crescimbeni, Notizie istoriche degli Arcadi morti, I, Roma 1720, pp. 124-133; M. Zorzi, Vita del signor conte Cammillo Silvestri nobile di Rovigo..., Padova 1720; G. Baretti, La frusta letteraria (1764), a cura di L. Piccioni, II, Bari 1932, p. 210; I. Alessi, Ricerche istorico-critiche delle antichità di Este. Parte prima..., Padova 1776, pp. 31-37 (edizione anast. [Este] 1982); G. Baretti, La scelta delle lettere familiari (1779), a cura di L. Piccioni, II, Bari 1912, pp. 316-318; A. Fabroni, Vitae Italorum doctrina excellentium..., XII, Pisis 1785, pp. 177-193; A. Zeno, Lettere, Venezia 1785, I, p. 456, s.v. S. C., II, p. 479, s.v. Silvestri Carlo, V, p. 480, s.v. Silvestri Carlo, VI, p. 407, s.v. Silvestri Carlo; M. Cesarotti, Satire di Giuvenale scelte..., in Id., Opere, XIX, Parigi 1805, p. 4; J.-C. Brunet, Manuel du libraire..., III, Paris 1862, p. 635; [N. Biscaccia], Memorie istorico-letterarie della nobil famiglia dei Conti Silvestri di Rovigo..., Rovigo 1865, pp. 27-31, 36-61, note 8-14 a pp. 97-104, pp. 62-69, note 16-17 a pp. 105 s.; Corpus Inscriptionum Latinarum (CIL), V, 1, a cura di T. Mommsen, Berolini 1872, p. 1, III; pp. 220, 266, XIV; p. 325, XXIV e passim; III, 1, 1873, n. 2962; V, 2, 1877, Instrumentum domesticum, pp. 957 ss., passim, p. 1072, nn. 2363, 2466; V. De Vit, Adria e le sue antiche epigrafi, II, Firenze 1888, pp. 8-12 e passim; C. Cessi, Filistina, in Ateneo veneto, XXI (1898), 2, pp. 129-153; L.A. Muratori, Epistolario, a cura di M. Campori, XIII, appendice III, Cronobiografia e Indici, Modena 1915, pp. 5660, 5873, s.v. Silvestri Camillo, Carlo; XIV, appendice III, Indici, 1922, p. 6034, s.v. S. C., p. 7066, n. 1874 Silvestri Con. Camillo, n. 1875 Silvestri Carlo; J.C. Goethe, Viaggio in Italia, a cura di A. Farinelli, I, Roma 1932, pp. 77-79; II, 1933, p. 41; A. Lorenzi, “La storia agraria del Polesine” di C. 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