VERSARI, Camillo Orazio
– Nacque a Forlì il 29 marzo 1802 da Girolamo (v. la voce in questo Dizionario) e da Giacoma Calletti.
Il padre, medico di idee liberali, gli diede i primi insegnamenti di quell’arte. Studiò successivamente medicina presso l’Ateneo di Bologna, dove ebbe come maestro Giacomo Tommasini, laureandosi l’11 luglio 1821 e ottenendo l’anno seguente, a pieni voti, il diritto al libero esercizio.
Nel 1823 fu tra i fondatori della Società medico-scientifica di Bologna, che commemorò nel 1858 e della quale divenne vicepresidente nel 1861. Di idee dichiaratamente liberali, aderì alla carboneria forlivese e nell’agosto del 1825 fu condannato con la sentenza Rivarola alla sorveglianza di polizia e al precetto politico-morale di secondo ordine. Dal 1824 al 1826 viaggiò per perfezionare i suoi studi medici: a Firenze con Angiolo Nespoli e Filippo Uccelli, a Padova con Francesco Fanzago e Valeriano Luigi Brera, a Pisa, Roma, Napoli e Parigi. Tornato a Forlì nel 1826, trovò impiego nelle condotte del forese e nel 1827 fu arrestato dalla commissione militare Invernizzi-Ruinetti per sospetta attività cospiratoria. In quell’anno divenne socio della forlivese Accademia dei Filergiti della quale nel 1846 fu eletto censore. Dal novembre del 1829 sostituì il padre nella condotta del rione Schiavonia di Forlì e lo aiutò nel compito di medico dell’ospedale e delle carceri forlivesi. Il 7 giugno 1830 sposò a Forlì Paolina Manzoni, di ventitré anni, figlia di una sorella del padre, dalla quale non ebbe figli e che morì a Bologna il 1° aprile 1866.
Nel 1831 venne chiamato a consulto per il ventiseienne principe Napoleone Luigi Bonaparte, fratello di Carlo Luigi, il futuro Napoleone III, allora a Forlì, al quale diagnosticò correttamente il morbillo, suggerendo alcune terapie che il paziente non eseguì, morendo pochi giorni dopo. Accusato di imperizia, si difese pubblicando in quell’anno a Forlì una lunga lettera nella quale documentava onestamente il suo operato. Nello stesso 1831 prese parte ai moti rivoluzionari e nel settembre del 1832 venne arrestato e rinchiuso nelle carceri di Forlì per essersi opposto allo scioglimento del consiglio comunale di Forlì deciso dal cardinale Giuseppe Albani. Dopo due anni di carcerazione, nel marzo del 1834 venne condannato per «seguita turbazione dell’ordine pubblico» a venti anni di detenzione, subito commutati in dieci anni e successivamente ridotti a un terzo. Rimasto nel carcere di Forlì, nel quale poté continuare a esercitare come medico del penitenziario, venne rimesso in libertà nel 1835. Fece parte della Commissione di sanità di Forlì nel 1835 e nel 1836. Prese parte alla III e alla X Riunione degli scienziati, svoltesi rispettivamente a Firenze nel 1841 e a Siena nel 1862. Fu segretario del Pio Istituto di mutuo soccorso pei medici, chirurghi, veterinari di prima classe e farmacisti di Forlì, istituito nel 1846. Nel dicembre del 1848 fu eletto deputato all’Assemblea costituente a Roma per il collegio di Imola.
Nel 1854 si stabilì a Bologna dove insegnò patologia generale nella facoltà di medicina fino al settembre del 1878 e fu nominato emerito di quell’ateneo nel maggio del 1879. Nel 1861 venne nominato maestro venerabile della loggia massonica bolognese Severa e, successivamente, della loggia Galvani. Nel 1862 fu nominato presidente del Consiglio provinciale di sanità di Bologna.
La produzione scientifica risulta molto copiosa e costituita in prevalenza da saggi pubblicati dal 1825 al 1880 su riviste: Bullettino delle scienze mediche di Bologna, Memorie dell’Accademia delle scienze di Bologna, Raccoglitore medico, Repertorio medico-chirurgico di Torino e Giornale arcadico di scienze lettere ed arti. Tra il 1839 ed il 1846 collaborò al Dizionario di medicina, chirurgia ed igiene veterinaria del sig. Hurtrel D’Arboval, edito a Forlì, con aggiunte di alcuni lemmi (afflusso, allattamento, ascaride, cholera dei bruti, cotenna, crup, ecchimosi, enfisema, etisia, flebite e sangue), pubblicati in quegli anni anche come opuscoli da Casali a Forlì.
Gli argomenti maggiormente trattati nelle opere a stampa sono il colera, lo scorbuto, la tubercolosi e il tetano.
Fu socio di numerosi sodalizi italiani ed esteri, per molti dei quali scrisse corrispondenze. Tra questi si ricordano l’Istituto dell’Accademia delle scienze e il Collegio medico-chirurgico di Bologna, la Reale Accademia dei Fisiocritici di Siena, le Società medico-chirurgiche di Livorno e di Ferrara, la Società medico-fisica fiorentina, l’Accademia dei Quiriti di Roma, le Reali Accademie di medicina di Torino e di Palermo, l’Accademia dei Georgofili di Firenze, la Società reale di medicina di Marsiglia e le Società spagnole di ginecologia e di anatomia.
Durante tutta la vita cercò di mantenere vivo il ricordo del medico forlivese Giambattista Morgagni, del quale raccolse autografi e altri documenti che donò alla Biblioteca comunale di Forlì. Commissionò allo scultore Salvino Salvini una statua di Morgagni, posta nel 1873 nel cortile del Palazzo degli studi di Forlì. Tra il 1868 e il 1872 pubblicò a Bologna sei saggi sulla vita e le opere del grande anatomista, riuniti in volume nel 1872 (Sei discorsi consacrati alla vita, alle opere, all’elogio, alle onoranze, alla sapienza filologica, filosofica, medica di G. B. Morgagni, letti alla illustre Società medico-chirurgica di Bologna, Bologna 1872).
Morì a Bologna il 26 aprile 1880.
Fu sepolto nel cimitero della Certosa della città. Lasciò la sua biblioteca, composta da duemilacinquecento volumi e duemilatrecento opuscoli, alla Società medico-chirurgica di Bologna e da questa venne poi donata all’Archiginnasio.
Opere. Tra i suoi saggi e libri si ricordano: Risposta al tema proposto con programma 10 luglio 1823 dalla Società medico-chirurgica di Bologna esposto in questi termini: letti i molti autori che hanno parlato dello scorbuto [...] determinare l’indole patologica di questo morbo, Bologna 1825; Lettera a Sua Altezza il Principe Carlo Luigi Bonaparte intorno all’ultima malattia del di lui fratello Napoleone, Forlì 1831; Discorso intorno alla supposizione del contagio tisico, Bologna 1832; Considerazioni sull’allattamento, Bologna 1833; Commentario monografico di estratti e pensieri sul cholera pestilenziale, Bologna 1835; Modo di conciliare le dottrine umoristiche con quelle tratte dal più puro solidismo, Bologna 1845; Commentariolum phlebologicum, Bologna 1848; Saggio intorno ai temperamenti ed un cenno sulle idiosincrasie, Bologna 1854; Deca prima di storie jatro-cliniche raccolte dal prof. cav. Camillo Versari di Forlì ed illustrate dal medesimo per le relative antropo-necroscopie e patologiche considerazioni, Bologna 1871; Prelezioni al corso di Patologia Generale dato nella R. Università di Bologna, Bologna 1874.
Fonti e Bibl.: Numerosi documenti riguardanti Camillo Versari sono in Forlì, Biblioteca comunale Aurelio Saffi, sezione Forlivesi, Autografi XI-XV, Fondo Versari, che comprende anche manoscritti e circa 720 lettere autografe scritte da lui o indirizzate a lui o ad altri (tra i corrispondenti vi sono molti dei medici più famosi in quell’epoca: Maurizio Bufalini, Leopoldo Caldani, Luigi Calori, Alfonso Corradi, Luigi Carlo Farini, Salvatore De Renzi, Angelo Mai, Carlo Matteucci, Francesco Puccinotti, Michele Rosa e Antonio Scarpa). Documenti sull’attività di medico in patria sono in Archivio di Stato di Forlì, Archivio del Comune di Forlì, b. 312, 1843, tit. IV, r. 6.
I. Cantù, L’Italia scientifica contemporanea, Milano 1844, p. 161; Necrologio di C. V. in Annali universali di medicina e chirurgia, s. 1, LXVI (1880), pp. 546-548; O. Fabretti, C. V. e la sua famiglia. Primo contributo, Forlì 1926; Id., C. V. e il monumento a G. Morgagni, Aquila 1927; Id., C. V. e la sua famiglia, in La Piê, XII (1931), pp. 223 s., XIII (1932), pp. 20 s., 113 s.; A. Mambelli, I forlivesi nel Risorgimento nazionale da Napoleone a Mussolini, Forlì 1936, pp. 297 s.; F. Giugni, La morte del principe Napoleone Luigi Buonaparte a Forlì e il suo medico curante dottor C. V., in Società medico-chirurgica di Romagna. In memoria del prof. F. Rivalta, Faenza 1939, pp. 175-191; G. Mazzucca, La scuola medica di Forlì (1777-1860), in Romagna Medica, XIII (1961), pp. 525-531; A. Mambelli, Uomini e famiglie illustri forlivesi, Forlì 1976, pp. 235 s.; M.P. Casalena, Per lo Stato, per la Nazione, Roma 2007, pp. 146, 188, 195, 211; C. Mantelli - E. Bonvicini - S. Sarri, La massoneria a Bologna dal XVIII al XX secolo, Tricase 2014, pp. 92, 94.