Golgi, Camillo
Istologo e patologo italiano (Corteno, Brescia, 1843 - Pavia 1926). Fu assistente nella clinica per le malattie mentali diretta da C. Lombroso e poi nel laboratorio di patologia sperimentale di G. Bizzozero. Nel 1873 mise a punto un’importante tecnica istologica, chiamata della reazione nera o della reazione cromoargentica, che permise di fare un enorme passo avanti nella fissazione di tessuto nervoso con bicromato di potassio e nella sua impregnazione con nitrato d’argento; in tal modo si otteneva un preparato che al microscopio rivelava, colorate in nero, perfettamente nitide, tutte le strutture della cellula nervosa. Fu professore di anatomia a Siena (1879), poi di istologia (1880) e di patologia generale (1881) a Pavia. Rettore dell’univ. di Pavia, fu eletto senatore del Regno nel 1900; nel 1906 ricevette il premio Nobel per la fisiologia insieme a S. Ramón y Cajal. G. dedicò i suoi studi all’osservazione microscopica del tessuto nervoso; fornì una descrizione completa e precisa della cellula nervosa e offrì una classificazione delle cellule in base alla struttura dei loro prolungamenti nervosi. Nel 1898 G. scoprì nel citoplasma delle cellule una nuova struttura, da lui chiamata apparato reticolare interno, e in seguito nota come apparato di Golgi. Notevoli sono anche i suoi studi sulla malaria: in questo campo descrisse il ciclo evolutivo dei parassiti malarici, con l’individuazione dei rapporti tra le fasi del loro sviluppo e l’insorgenza dell’accesso febbrile.
Apparato (o complesso) di Golgi Sistema formato da pile orientate di membrane (o cisterne) discoidali appiattite, dette corpi di G. o dittosomi, e da uno sciame di piccole vescicole, localizzato generalmente in prossimità del nucleo. L’apparato di G. funziona da centro di raccolta, maturazione e distribuzione delle macromolecole sintetizzate nel reticolo endoplasmatico. Ogni corpo di G. mostra una faccia convessa, detta faccia di formazione o lato cis, in comunicazione con il reticolo endoplasmatico, e una faccia concava, detta faccia di maturazione o lato trans, da cui emergono vacuoli colmi di prodotto. La comunicazione tra il reticolo endoplasmatico e i corpi di G., o tra le cisterne dello stesso, si basa sulla formazione di microvescicole che, tramite processi di gemmazione e fusione, garantiscono il passaggio dei prodotti da un sistema membranoso all’altro. Nell’apparato di G. viene completata la glicosilazione di lipidi e proteine, che si radunano verso il lato trans del complesso e si depositano poi all’interno delle vescicole di condensazione, alcune delle quali si fondono con la membrana plasmatica per accrescere o rigenerare la superficie cellulare, oppure per liberare all’esterno il proprio contenuto (vescicole di secrezione), mentre altre sono destinate a rimanere all’interno del citoplasma cellulare per dare origine ai lisosomi.