FILIPPI, Camillo
Non si conoscono gli estremi biografici di questo pittore attivo a Ferrara almeno dal 1523, anno in cui compare come testimone in un documento; da un altro atto, del 1530, sappiamo che il padre, Sebastiano, anch'egli pittore, era originario di Lendinara (od. prov. di Rovigo), e che in quell'anno il F. prese in moglie Lucrezia Mozanega (Cittadella, 1868, II, pp. 56 s.).
Il F. lavorò al fianco dei principali maestri ferraresi del Cinquecento, come Battista Dossi, del quale fu forse discepolo (Cittadella, 1783, p. 114), il Garofalo e Gerolamo da Carpi; con questi pittori, e con B. Pupini da Bologna e Giacomo da Faenza, lavorò nel 1537 alle decorazioni della "delizia" estense di Belriguardo, delle quali oggi restano soltanto quelle della sala della Vigna (Bentini, 1985, p. XXVII, al quale, ove non diversamente indicato, si rimanda per le notizie biobibliografiche). Attorno al 1541 fu impegnato nella residenza estense della Montagnola con Gerolamo da Carpi e, dal 1544 al 1547, venne pagato, insieme con Terzo de' Terzi e con il Dossi, per la decorazione degli ambienti, già dipinti da Gerolamo da Carpi, nella "delizia" estense di Copparo (non più visibile; Lodi, 1987). Sempre accanto al Dossi, il F. lavorò alle decorazioni degli archi trionfali per l'arrivo a Ferrara di papa Paolo III, nel 1543 (Cittadella, 1868, I, pp. 609, 612).
Secondo il giudizio del pittore seicentesco C. Bononi, le pitture del F. erano "scielte e limpide, come la Nunziata in Santa Maria in Vado" (Baruffaldi [1697-1722], 1844-46, I, p. 464), alla quale vanno aggiunte la frammentaria Resurrezione fra i ss. Lorenzo, Sisto, Bernardo e Giorgio, del 1550 (Ferrara, Pinacoteca nazionale) e l'Adorazione dei Magi in S. Antonio in Polesine, che sono le sue opere migliori. L'artista non riuscì mai, tuttavia, a svincolarsi dalla supremazia di Gerolamo da Carpi né raggiunse la forza espressiva del figlio Sebastiano, anch'egli pittore (Bentini, 1985, p. XXVII).
L'Annunciazione con s. Paolo di S. Maria in Vado, da datare probabilmente al 1561, è posta in relazione (ibid., 1985, p. 95) con i modi di L. Longhi, a Ferrara nello stesso anno. L'attribuzione dell'opera è stata oggetto di discussioni: Brisighella ([sec. XVIII], 1991, p. 384) per primo e, tra gli altri, il Cittadella (1844; 1873) l'attribuirono al F., mentre Scalabrini (1773, p. 319) l'assegnò a P. Fontana, ascrivendo al F. soltanto le figure di S. Paolo e degli Evangelisti nei pannelli laterali (Novelli, in Brisighella, 1991, p. 390 nota 30); il Baruffaldi ([1697-1722], 1844-46, I, p. 439) vi riconobbe i tratti michelangioleschi propri del figlio Sebastiano.
L'attribuzione al F. della Resurrezione della Pinacoteca ferrarese del 1550 è stata sostenuta da Arcangeli (1963, pp. 7 ss., 66) e dagli altri studiosi contemporanei, mentre la storiografia antica assegnava la tavola all'altro figlio del F., Cesare. L'opera, proveniente dalla chiesa di S. Bartolomeo, già depositata alla Pinacoteca nazionale di Ferrara dal 1868, fu danneggiata nell'ultimo conflitto (1944) e ne rimangono alcuni frammenti, tra cui la predella, integra, con la Decollazione di s. Sisto (in coll. privata; Bentini, 1985, pp. 85 ss.).
L'Adorazione dei Magi, conservata nella sala capitolare del convento di S. Antonio in Polesine, e databile al 1565-70, è stata da Arcangeli (1963, p. 58) restituita definitivamente al F., dopo che il Cittadella (1783, p. 234) la ricordava come opera del figlio Sebastiano "dipinta sull'ordine di suo padre".Il F. gravitava ancora nell'orbita del Garofalo, quando, con questo, nel 1550, ricevette l'incarico di eseguire i cartoni per gli otto arazzi con le Storie di s. Giorgio e di s. Maurelio per la cattedrale di Ferrara, oggi conservati nel Museo del duomo (Cittadella, 1868, II, pp. 166, 168 s.).
Il Reggiani (1908, p. 8) per primo riconobbe come opera del F. le Storie di s. Giorgio e come opera del Garofalo le Storie di s. Maurelio, secondo un'attribuzione poi confermata da Arcangeli (1963, pp. 8, 66). Anche l'arazzo con S. Maurelio che prende possesso della sede vescovile va ricondotto al cartone di mano del F. (Fioravanti Baraldi, 1978, pp. 88, 176); sulla scorta di questa attribuzione il Frabetti (1978) ha assegnato definitivamente al F. il Cristo al Calvario della Pinacoteca Capitolina e la Madonna in gloria con santo vescovo della Pinacoteca nazionale di Ferrara.
Il F. partecipò inoltre alle decorazioni del camerino dei Baccanali nel castello estense di Ferrara eseguendo, nel 1555 circa, il Trionfo di Arianna, la Vendemmia e il Trionfo di Bacco, e agli affreschi dell'oratorio dell'Annunziata, già sede della Confraternita della Buona Morte, dove, insieme con i due figli Sebastiano e Cesare, eseguì gran parte dei riquadri con le Storie della Croce (1548-1550), uno dei quali, L'imperatore Costantino ringrazia Cristo per la vittoria su Massenzio, è stato, dopo varie proposte attributive, ascritto al solo F. (Fioravanti Baraldi, 1987; Novelli, in Brisighella, 1991, pp. 404 s., nota 12).
Alla collaborazione del F. con Gerolamo da Carpi è attribuita la serie di Nove muse rinvenuta durante i restauri al piano nobile del palazzo Fabiani Freguglia a Ferrara, ora sede del Provveditorato agli studi.
Bentini (1985, pp. 88-91) riconosce l'autore del primo gruppo di muse - Melpomene, Erato, Polininia e Calliope - nel F. degli anni 1552-1555, aggiungendo che il pittore potrebbe aver frequentato l'ambiente romano del cardinale Ippolito d'Este, per il quale aveva eseguito decorazioni nella "delizia" di Belfiore (1553) e nella villa d'Este a Tivoli (Pacifici, 1920). Sempre di committenza estense è la Pazienza (Modena, Galleria Estense), olio su tela dipinto nel 1554, in origine collocato forse nella stanza detta "della Pazienza" nel castello di Ferrara, dove esisteva un ciclo allegorico, ora smembrato, delle imprese di Ercole II (Lorusso, 1985, p. 84). L'attribuzione si fonda - oltre che sull'esame stilistico - sulla notizia dell'instancabile ed apprezzato lavoro del F. presso la corte estense in un momento in cui a Ferrara erano attivi ben pochi artisti (ibid., p. 85). L'Adorazione dei pastori (Modena, Galleria Estense), già ritenuta di scuola veneta e in seguito inclusa nella produzione di piccoli quadri devozionali della bottega dei Filippi (Arcangeli, 1963, p. 68), è oggi riconosciuta come opera eseguita negli anni Sessanta, quando il giovane Sebastiano iniziava ad esercitare un'influenza sempre maggiore sul lavoro del padre (Bentini, 1985, p. 97). Così la S. Caterina (Genova, Palazzo Bianco), dopo essere stata giudicata di diversi artisti, è assegnata al F., negli anni tra il 1550 ed il 1560.
Il F. collaborò anche con G. Bonaccioli, eseguendo dipinti e decorazioni in occasione dei festeggiamenti del 1559 per l'investitura di Alfonso II d'Este (Baruffaldi [1697-1722], 1844-46, I, pp. 439 s.; II, pp. 564 s.). Il 5 ag. 1565 il F., insieme con il figlio Sebastiano e a nome anche dell'altro figlio Cesare, stipulò un contratto con il priore della certosa ferrarese impegnandosi ad eseguire due tavole raffiguranti l'Ascensione di Cristo e l'Ascensione della Vergine (Cittadella, 1868, II, p. 98), soggetto quest'ultimo poi sostituito con un Giudizio universale. Le due grandi ancone, incorniciate da Profeti e Sibille (Ferrara, Pinacoteca nazionale), erano ricordate nella chiesa di S. Cristoforo (Superbi, 1620) ma dal 1808 si trovano nella chiesa dei Ss. Pietro e Paolo di Rovello Porro (Como). L'autografia del F. per quanto riguarda l'Ascensione di Cristo è ribadita dalla Ottino Della Chiesa (1984) e da Negro (1991, p. 83), che sottolinea gli evidenti rapporti stilistici con quanto resta della Resurrezione del 1550 per S. Bartolomeo e con le figure di ascendenza raffaellesca eseguite nel "salone dei Giochi" del castello dove il F. lavorò con i figli.
Il F. morì a Ferrara nel 1574, come si legge sulla lapide della tomba di famiglia già nella chiesa di S. Maria in Vado (oggi nel cimitero monumentale di Ferrara; Baruffaldi [1697-1722], 1844-46, I, p. 436; II, p. 544).
Brisighella ([XVIII sec.], 1991, p. 68) ricorda inoltre, nel coretto della Confraternita di S. Maria Bianca presso il convento dei serviti, un gonfalone, già lacero, con la raffigurazione della Madonna coronata tra due angeli;l'opera, andata perduta, era data al F. dallo Scalabrini (1755, p. 36) e al figlio Sebastiano dal Barotti (1770, pp. 49 s.). Scalabrini (1755, p. 106) vide inoltre nella sacrestia della distrutta chiesa di S. Anna una tavola con i Ss. Cosma e Damiano, Maria Vergine col Bambino e s. Anna, da lui ritenuta del F., mentre secondo il Brisighella ([Sec. XVIII], 1991, p. 236) era di mano di Sebastiano. Un'altra controversa attribuzione (ibid., p. 307) è legata a due dipinti, non identificati, che Brisighella e gli altri autori delle guide locali citavano nella chiesa di S. Francesco e che Scalabrini (1773, p. 185) ha attribuito al Filippi.
Insieme con il figlio Cesare, il F. lavorò alle grottesche presso le stanze dell'Accademia degli Intrepidi in castello (Baruffaldi [1697-1722], 1844-46, I, p. 439), con Sebastiano alle decorazioni della palazzina di Marfisa (Arcangeli, 1963, pp. 21 s.); con entrambi i figli operò nello stanzino delle Duchesse del castello a sei pannelli decorativi con figure allegoriche e mitologiche ascritti anche ad altri artisti, ma riconosciuti poi dalla storiografia locale ai Filippi, attribuzione confermata da Arcangeli (ibid., p. 64; p. 74 per altre opere perdute ricordate dalle fonti), e ancora con i figli lavorò, come già accennato, nel salone dei Giochi del castello. Alla collaborazione tra il F. e il figlio Cesare, la Novelli (in Brisighella, 1991, p. 307, note 34-35) ha attribuito la pala, di provenienza ignota, con la Madonna in gloria e i ss. Pietro martire, Andrea, Maurelio, Paolo, Lucia, due altre sante e ritratto di domenicano (Ferrara, Pinacoteca nazionale), che stilisticamente si avvicina alla citata tavoletta della stessa Pinacoteca, con la Decollazione di s. Sisto del 1550.
Fonti e Bibl.: Ferrara, Biblioteca comunale Ariostea, ms. cl. I, 58 (1755): G. A. Scalabrini, Guida per la cità e borghi di Ferrara in cinque giornate, cc. 36, 106; A. Superbi, Apparato degli huomini illustri, Ferrara 1620, p. 126; C. Brisighella, Descrizione delle pitture e sculture della città di Ferrara (sec. XVIII), a cura di M. A. Novelli, Ferrara 1991, ad Indicem; G. Baruffaldi, Vite de' pittori e scultori ferraresi (1697-1722), con annotaz. di G. Boschini, Ferrara 1844-46, I, pp. 439 s., 455 s., 464; II, pp. 544, 564 s.; C. Barotti, Pitture e scolture ... della città di Ferrara, Ferrara 1770, pp. 49 s., 105, 145; G. A. Scalabrini, Memorie istoriche delle chiese di Ferrara e de' suoi borghi, Ferrara 1773, pp. 185, 319; C. Cittadella, Catalogo historico de' pittori e scultori ferraresi e delle loro opere, II,Ferrara 1783, pp. 114, 117-119, 134 s., 151, 234; A. Frizzi, Guida del forestiere per la citta di Ferrara, Ferrara 1787, p. 145; L. N. Cittadella, Indice manuale ... di Ferrara, Ferrara 1844, p. 141; Id., Notizie ... relative a Ferrara, Ferrara 1868, I, pp. 609-612; II, pp. 55-57, 98, 166, 168 s.; Id., Guida pel forestiero in Ferrara, Ferrara 1873, p. 91; G. G. Reggiani, Guida artistica di Ferrara e dintorni, Ferrara 1908, pp. 8 ss.; V. Pacifici, Ippolito II cardinale di Ferrara, Tivoli 1920, p. 392; F. Arcangeli, Il Bastianino, Milano 1963, pp. 7-9, 21 s., 58, 64, 66, 68, 74; A. M. Fioravanti Baraldi, Benvenuto Tisi da Garofalo tra rinascimento e manierismo…, Ferrara 1978, pp. 88, 176; G. Frabetti, L'autunno dei manieristi a Ferrara, Ferrara 1978, p. 41; R. Varese, Ferrara. Palazzina Marfisa, Bologna 1980, pp. 7 ss.; A. Mezzetti-E. Mattaliano, Indice ragionato delle "Vite de' pittori e scultori ferraresi" di G. Baruffaldi, II,Ferrara 1981, p. 112; III, ibid. 1983, pp. 19-21; A. M. Fioravanti Baraldi, Gli arazzi della Cattedrale. Appunti per una storia della arazzeria estense, in LaCattedrale di Ferrara, Ferrara 1982, p. 532; J. Bentmi, Appunti per due soffitti dipinti di palazzo Bentivoglio, in Musei ferraresi,XIII-XIV(1983-84), pp. 119-126; A. Ottino Della Chiesa, Dipinti della Pinacoteca di Brera in deposito nelle chiese di Lombardia, I, Brera dispersa. Quadri nascosti di una grande raccolta nazionale, Milano 1984, pp. 62 ss.; J. Bentini, in Bastianino e la pittura a Ferrara nel secondo Cinquecento (catal. d. mostra, Ferrara), Bologna 1985, pp. XIX-XXXV passim,85-98; F. Lorusso, ibid., pp.83-85; J. Bentini, Precisazioni sulla pittura a Ferrara nell'età di Alfonso II, in L'impresa di Alfonso II. Saggi e documenti sulla produzione artistica a Ferrara nel secondo Cinquecento, a cura di J. Bentini-L. Spezzaferro, Bologna 1987, pp. 71-90; A. M. Fioravanti Baraldi, Il contributo della Confraternita dell'Orazione e Morte alla cultura figurativa del secondo Cinquecento: l'Oratorio dell'Annunziata, ibid., pp. 262 s.; L. Lodi, Immagini della genealogia estense, ibid.,p. 160; B. Giovannucci Vigi, Il Museo della Cattedrale di Ferrara, Bologna 1989, pp. 75 ss.; E. Negro, in Musei e gallerie di Milano. Pinacoteca di Brera. Scuola emiliana, Milano 1991, pp. 82 s.; J. Bentini, in LaPinacoteca Nazionale di Ferrara. Catalogo generale, Ferrara 1992, p. 400; A. Pattanaro, ibid., pp. 400 s.; A. M. Moravanti Baraldi, Il Garofalo, Ferrara 1993, p. 16; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 559.