CREMA, Camillo
Nacque ad Alessandria l'11 nov. 1869 da Eugenio e da Elena Bobbio. Si laureò in ingegneria civile nel 1893 e in scienze naturali nel 1895 presso l'università di Torino. Entrato a far parte, per concorso, del Corpo reale delle miniere nel 1896, fu inviato presso l'Ecole Nationale des Mines, a Parigi, per frequentare un corso biennale di perfezionamento. Sul finire del 1900 fu assegnato al R. Ufficio geologico, nell'ambito del quale svolse tutta la sua carriera scientifica e tecnica fino ad assumere la carica di direttore dal 1934 al 1941, anno del collocamento a riposo.
La sua attività di geologo fu inizialmente volta agli studi e alle ricerche per il rilevamento di alcune zone dell'Italia meridionale e centrale. Nel corso dei lavori, proseguiti per molti anni successivi, preparò o completò la preparazione di sei fogli geologici alla scala 1 : 100.000 (dei quali il foglio 145 "Avezzano" fu interamente da lui rilevato, mentre gli altri furono il frutto di numerose collaborazioni), di una carta geologica alla scala 1 : 50.000 (zona del monte d'Ocre, a Sud dell'Aquila) e di una alla scala 1.3.500 (zona di Lauria, in provincia di Salerno). I risultati delle indagini geologiche, geoapplicative e minerarie, così come il frutto di altre esperienze nel campo delle scienze della Terra, sono compendiati in oltre novantotto pubblicazioni, a partire da quella della sua tesi di laurea in paleontologia. Ma esse costituiscono una parziale documentazione dei tanti argomenti trattati e dei tanti incarichi assegnatigli. La sua preparazione e le sue qualità personali furono tanto apprezzate che il C. fu chiamato a dare notevoli contributi per la soluzione di problemi scientifici, tecnici ed organizzativi di interesse nazionale ed internazionale. La vasta ed approfondita conoscenza della situazione del territorio del paese e delle colonie allora possedute dall'Italia ne fecero una personalità di spicco in tutti i settori di competenza.
Risultati eccezionali raggiunse nella prospezione dei giacimenti alluminiferi, in particolare per quelli rinvenuti in Terra d'Otranto e nel promontorio del Gargano. Quei depositi bauxitici furono poi oggetto di coltivazione per oltre quaranta anni da parte dell'industria privata. Si interessò dello studio dei problemi petroliferi sia in Italia sia nelle colonie e continuò ad occuparsene anche dopo la sua collocazione a riposo, per conto dell'amministrazione italiana, nei territori occupati della Grecia, della Dalmazia e del Montenegro, sia pure con risultati allora non confortanti per l'economia del paese. Lo studio delle risorse idriche fu uno dei principali temi geoapplicativi sui quali concentrò la sua attività di ricerca. Ebbe parte attiva per la costruzione di bacini artificiali e di acquedotti e si impegnò ripetutamente nelle soluzioni di problemi per la captazione e l'utilizzazione delle falde sotterranee. Grazie alla sua grande conoscenza dei fenomeni idrogeologici, ebbe modo di sollecitare la regolamentazione delle risorse idriche del sottosuolo, avendo constatato l'intollerabile trascuratezza nella raccolta e nella conservazione dei dati che sarebbe stato necessario utilizzare, invece, per la formazione di un archivio geoidrologico italiano, indispensabile per una precisa valutazione di quelle risorse di fondamentale importanza per le esigenze della società ed in particolare per lo sviluppo dell'agricoltura.
Il suo lungo e diretto contatto con la realtà fisica del nostro suolo lo convinsero della inderogabile urgenza di proporre un piano organico per la prevenzione dei dissesti che affliggevano lo sviluppo economico e sociale di estese aree appenniniche. La naturale predisposizione allo studio dei problemi pratici, confortata dalla conoscenza dei fenomeni geodinamici, lo portò ad interessarsi con passione e con competenza anche dei problemi sismici. Egli fu chiamato ad affrontare le dolorose esigenze delle popolazioni colpite dal terremoto calabro-siculo del 1908 e da quello della Marsica (Abruzzo occident.) del 1915. In tali occasioni, dovette risolvere i gravosi problemi del trasferimento, in aree più sicure, di oltre trecento centri abitati. L'esperienza acquisita in quelle circostanze fu poi ampiamente utilizzata e sviluppata quando si dovettero risolvere problemi analoghi a seguito del terremoto del Vulture che, nel 1930, colpì una vasta area dell'Italia meridionale, estesa dalla Basilicata settentrionale fino alle circostanti province pugliesi e campane.
Oltre che delle commissioni ministeriali e reali incaricate di studiare e proporre soluzioni relative ai problemi dell'utilizzazione delle risorse naturali e a particolari esigenze culturali (comitato organizzatore della IV conferenza internazionale di pedologia, con la prima esposizione pedologica italiana, nel 1924; commissione per il consolidamento della torre di Pisa, nel 1927; commissione amministrativa del Parco nazionale d'Abruzzo, dal 1923 al 1933), egli fu membro, fin dal 1913, della commissione per lo studio geo-agrologico della Tripolitania e, successivamente, nel 1920, della commissione per il programma idrologico della Cirenaica. Nel 1934 propose un documento per la regolamentazione dell'apertura dei pozzi trivellati nella Libia. Questo documento fu trasformato in decreto governatoriale nello stesso anno. A seguito di ciò, gli fu affidata l'alta consulenza geologica per tutti i problemi idrologici di quella regione.
Con la nomina a direttore del R. Ufficio geologico, il C. fu chiamato a far parte del Consiglio superiore delle miniere nel 1934, del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici in qualità di esperto nel 1936, della Commissione per lo studio dei regimi dei litorali nel 1936, della Commissione nazionale per la legislazione delle acque sotterranee, dal 1937 al 1939, della Commissione italo-svizzera per la sistemazione del lago di Lugano e per la realizzazione della via di navigazione tra il lago Maggiore e l'Adriatico nel 1939. In rappresentanza del governo italiano fu inviato a partecipare a vari congressi nazionali ed internazionali come quello di mineralogia a Parigi nel 1935, di geologia a Vienna nel 1936 e di pedologia ad Helsinki nel 1938. Fu presidente della Società geologica italiana nel 1938 e organizzò e diresse il LI congresso della Società geologica italiana in Puglia e in Albania, in occasione del quale il suo discorso inaugurale fu dedicato ai problemi di geologia applicata ed alle realizzazioni che si erano potute sviluppare grazie all'impegno dei geologi. Alla vigilia dell'entrata in guerra contro la Francia, fu nominato, nel 1940, vicepresidente della Societé géologique de France a dimostrazione dell'alta considerazione in cui il C. era tenuto anche all'estero dopo il lavoro svolto, a partire dal 1936, come vicepresidente della prestigiosa commissione per la cartografia geologica del mondo. Fin dall'anno della sua fondazione, il 1923, fu membro del Consiglio nazionale delle ricerche e, nell'ambito di questo massimo organismo scientifico italiano, presidente del comitato per la geologia applicata dal 1938 al 1941, mentre in precedenza, dal 1937, aveva fatto parte del Comitato talassografico per gli studi di geologia marina. Fu pure socio corrispondente dell'Accademia di agricoltura di Torino dal 1929, della Accademia delle scienze di Torino, dal 1932, e membro della Commissione permanente per il conferimento della libera docenza in idrologia.
Morì a Roma il 30 genn. 1950.
Opere: Sopra alcuni Decapodi terziari del Piemonte, in Atti R. Acc. Sc. Torino, XXX, Torino 1895; Il petrolio nel territorio di Tramutola (Potenza), in Boll. Soc. geol. it., XXI(1902), 1, pp. XXXVI ss.; Acque salienti della Liguria Orien. e della Lunigiana, in Boll. R. Comit. Geol. d'Italia, LXII (1911), pp. 287-347, Roma 1912; "La Tripolitania Settentrionale" pubblicata dal Ministero delle Colonie, collaborazione ai capitoli di geologia e idrologia, Roma 1913; Sulla serie dei terreni della Tripolitania settentrionale (in coll. coll' ing. S. Franchi e il prof. Parona), Roma 1914; Per una migliore utilizzazione delle nostre acque profonde. I dati che sfuggono, Roma 1917; Nuovi affioramenti di bauxite nell'Abruzzo Aquilano, in La miniera ital., I (1917), 2, pp. 71 s.; La bauxite nell'alta Valle del Liri, ibid., II (1918), pp. 368 s.; Osservazioni sui giacimenti di bauxite dell'Appennino, dell'Istria e della Dalmazia, in Rend. R. Acc. Lincei, s. 5a, XXIX, pp. 492 s., Roma 1920; Le bauxiti dell'Istria e della Dalmazia, in La miniera it., IV (1920), pp. 3 s.; Il Maestrichtiano in Cirenaica, in Rend. Acc. d. Lincei classe di scienze mat. fis. nat., XXXI, s. 53, pp. 121-125, Roma 1922; Sulle manifestazioni di idrocarburi del pozzo artesiano di Sidi Mesri presso Tripoli, Roma 1925; Studi geologici per la ricerca del petrolio in Italia: "Capitolo sulla Basilicata", in Mem. descritt. carta geol. d'It., XX (1926), pp. 191-209; I giacimenti bauxitici della Vallelonga nel bacino di Avezzano, in La miniera it., X (1926), II, pp. 333 s., Roma, 1926; Sull'opportunità, di formare un archivio geoidrologico italiano, Roma 1928; La bauxite in terra d'Otranto, in La miniera it., XII (1928), 12, pp. 426 s.; Nuove zone bauxitiche in terra d'Otranto, ibid,, XIII (1929), 5, pp. 165 s.; La bauxite nel promontorio del Gargano, ibid., XIV(1930); Relazioni tettoniche del terremoto del 23 luglio 1930, nell'Italia meridionale, in Atti Soc. it. Progr. Sc., 19a riun., 2, pp. 69 s., Roma 1931; La bauxite in Puglia, in Boll. R. Uff. geol., LVI (1931), 1-6., p. 14; I problemi idrologici della Libia, Firenze 1931; Il terremoto nel 1930 nell'Italia meridionale e la geotettonica della sua area, in Ann. Lavori Pubblici, 71, 5, pp. 7 s., Roma 1933; La disciplina delle acque nel sottosuolo tripolino, Tripoli 1934; Considerazioni sull'approvvigionamento idrico di San Felice Circeo, in Atti III Congr. Naz. studi romani, Bologna 1935; Su alcune manifestazioni petrolifere in territorio di San Nicola dell'Alto (Catanzaro) (in coll. con L. Testa), in Boll. Soc. Geol. it., 56, 3, Roma 1937; Geologia e autarchia, in Boll. Soc. geologica it., LVII (1938), 3, pp. XLIII-LV; Le bauxiti italiane, Roma 1939; Necessità di una legislazione sulle acque nei paesi aridi, ibid. 1940; Regolamentazione delle acque nei paesi aridi; Le risorse minerali dell'Albania, ibid. 1941.
Carte geologiche: Fogli della Carta geologica d'Italia al 100.000 n. 145 Avezzano, in collaborazione: n. 151 Alatri, n. 152 Sora; n. 199 Potenza;n. 211 Sant'Arcangelo;n. 212 Tursi; Carta geologica del gruppo di monte d'Ocre al 50.000; Carta geologica di Lauria Superiore al 3.500.
Fonti e Bibl.: Necr. in Boll. del Servizio geolog. italiano, LXXII (1950), 1, pp. 243-252; G. Zucco, Sulla missione geoidrologica compiuta in Cirenaica ed in Marmarica dall'ing. C. C., in Rass. econom. delle Colonie, 1928, 3-4, pp. 221-225; R. Battaglia, Selci preistoriche scoperte in Cirenaica, in Riv. delle colonie, II (1930), pp. 788-800.