BRUNORI, Camillo
Nacque il 7 febbr. 1681 a Meldola (ma secondo altri a Bagnacavallo o a Terni). Dall'età di diciassette anni fu allievo di Giovanni Girolamo Sbaraglia, insigne medico dell'epoca e accanito competitore di Marcello Malpighi; dopo dieci anni di studi si ritirò nel monastero classense di Ravenna, con l'intenzione di abbracciare la vita claustrale, ma una grave malattia lo costrinse ad abbandonarla. Tornò quindi a Bologna portando a termine gli studi universitari, per poi esercitare attivamente la professione di medico a Gubbio, Gatteo, Rimini, Lugo, e altrove. Non tralasciò mai d'occuparsi di questioni teoriche e di ricerca scientifica, riuscendo a conquistare una discreta reputazione, che gli procurò l'offerta della cattedra nell'università di Padova, che il B. rifiutò recisamente, tanto da suscitare non poche polemiche, cui rispose con la satira "Signor, di sdegno io ardo e umil mi prostro".
L'impegno letterario del B. accompagnò sempre la sua attività di medico e di scienziato, e si realizzò sia nella partecipazione attiva ad alcune accademie locali, come quella degli Imperfetti, sia nella composizione di alcune opere, come la Passione di Cristo distribuita in quaranta e sei canzonette per ciascun giorno di Quaresima (Ravenna 1720), che fu lodata dal Giornale de' letterati d'Italia: l'opera illustra bene l'adesione del B. al razionalismo medio arcadico nella sua scelta del melodico-cantabile come strumento di operazioni largamente didascaliche.
Ma questa direzione arcadica del B. risulta tanto più evidente dalla sua opera maggiore: Il medico poeta,ovvero la medicina esposta in versi ed in prose italiane, che ebbe una travagliata storia di composizione e di edizione. Fu annunziata la prima volta già nel 1713 con gli "argomenti" delle sei parti in cui doveva essere divisa; nel 1722 era presentata come in corso l'edizione dell'opera, a Lucca; uscì invece soltanto nel 1730 a Fabriano, con la data del 1726, e divisa in otto parti. La seconda edizione (Cesena 1793) presenta un testo ampiamente rifatto e migliorato, desunto "dall'originale manoscritto lasciato" dal B.; il titolo registra solo un'inversione d'ordine: Il poeta medico.
Già l'impegno pluridecennale di composizione e revisione dimostra l'importanza che il B. attribuiva a questa sua opera, la cui struttura, ben articolata pur nella necessità dell'aderenza alla materia tecnico-scientifica, si distende sia nella trattazione di questioni particolari (Della generazione,De' morbi in generale, ecc.), sia nel suggerimento dei "rimedi" contro i "morbi" più in generale per "conservare la sanità". Divisa in otto parti, precedute dai "discorsi proemiali", significativamente dedicati ai medici "che si dilettano di poesia", l'opera è costantemente divisa in una "prosa" che illustra una sezione di scienza medica e da un "sonetto" che ne condensa il valore più largamente filosofico o morale: afferma infatti il B. nella premessa dell'opera che la filosofia e l'anatomia sono "sorelle" nella lotta contro i "morbi". La poesia è quindi strumento di comunicazione, con una forte prevalenza dell'intento didascalico e morale su quello conoscitivo: il B. attribuisce infatti esplicitamente alle sue rime il compito di "descrivere" i "principali documenti" della medicina. E giustifica la sua operazione d'accoppiamento poesia-scienza medica, facendo ricorso al livello estetico più praticato nel primo Settecento, quello del diletto proficuo.
Più interessanti per valutare la collocazione storica del B. sono i capitoli, premessi al Medico poeta, dietro consiglio del Crescimbeni e del Baruffaldi, come il B. stesso tiene a precisare: si tratta di dodici capitoli che contengono una particolare visione dell'oltretomba, descritto secondo lo schema dantesco del viaggio dopo lo smarrimento, da cui l'autore è salvato per l'intervento del Malpighi, e prima ancora di Urania, che lo trasporta nel regno della Luna, sede degli ingegni eccelsi d'ogni tempo. Il Malpighi lo guida tra filosofi, scienziati, medici dell'antichità e moderni: nel corso del viaggio il B. trova modo sia di esporre la sua posizione teorica e scientifica (nella decisa polemica contro il galenismo e nella difesa del metodo dell'anatomia), sia nello stesso tempo di qualificarla come poco organica. Il momento centrale dei capitoli è dato dalla descrizione della natura, e quindi dalla esposizione di temi scientifici e medici compiuta con l'aiuto del defunto maestro Sbaraglia.
Ancora un momento importante dell'attività culturale del B. è dato dalla sua partecipazione alla stesura in ottave del Bertoldo,Bertoldino e Cacasenno di Giulio Cesare Croce, apparsa a Bologna nel 1736: il B. realizzò il canto XI. Alcune sue rime sono nel volume miscellaneo di Componimenti degli Accademici Riformati di Cesena per le vittorie dell'armi cesaree sopra de' Turchi..., Faenza 1718.
Il B. morì a Meldola nel 1760.
Fonti e Bibl.: Giornale de' letterati d'Italia, XIV (1713), pp. 433 s.; XXXIII (1719-1720), 2, pp. 502 s.; XXXIX (1739), p. 141; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 4, Brescia 1763, p. 2231; G. Alberti, Medicina e versi in C. B., in Minerva medica, XXXI(1940), 1, pp. 1-18; Id., G. B. Morgagni e le lettere emiliane,ibid., 2, pp. 1-11.