BALLABIO, Camillo Benso
Nacque a Milano il 17 apr. 1912 da Arturo e Ines Garavaglia. Superati brillantemente gli studi superiori, nel 1930 in seguito a concorso fu ammesso quale alunno al collegio "Ghislieri" di Pavia, che frequentò sino al termine del corso di laurea in medicina e chirurgia. Durante tale periodo frequentò come allievo interno l'istituto di anatomia umana normale, allora diretto da A. Pensa; successivamente fu allievo interno presso l'istituto di patologia speciale medica di Pavia, diretto da L. Villa, dall'anno accademico 1932-33, ininterrottamente, sino al 1936, anno in cui, discutendo una tesi sperimentale, conseguì la laurea a pieni voti e con la lode.
Nell'anno accademico 1938-39 seguì come assistente volontario il Villa passato all'università di Milano a dirigere dapprima la cattedra di patologia speciale medica e metodologia clinica, e successivamente, nel 1949, quella di clinica medica generale. Nel 1951 il B. conseguiva la libera docenza in patologia speciale medica.
Fin dal 1945, il B., seguendo il consiglio del suo maestro, aveva indirizzato i suoi studi verso la reumatologia, specialità medica che iniziava allora a muovere i primi passi tra mille difficoltà; in seguito la sua attività si sarebbe orientata prevalentemente in tale settore della medicina.
Nel 1952 veniva creato presso la clinica medica un centro cardioreumatologico di cui il B. entrava a far parte e di cui gli veniva poi affidata la direzione a partire dal 1955. Tale centro non solo svolgeva attività ambulatoriale, ma poteva giovarsi anche di una sezione di ben sedici letti riservati alla reumatologia, il che consentiva al B. di acquisire una crescente esperienza clinica in un settore peraltro ancora trascurato.
Nel 1962, in seguito all'istituzione presso l'università di Milano della cattedra di reumatologia, il B. fu nominato professore incaricato di reumatologia.
Nel 1967 vinse il concorso di primario presso l'Istituto ortopedico Gaetano Pini. Gli anni che seguirono furono veramente cruciali per la sua carriera: infatti la nascita e lo sviluppo della reumatologia sul piano nazionale, avevano fatto sì che per la prima volta in Italia venisse creata in un istituto ortopedico una divisione di reumatologia, dando così inizio a una proficua collaborazione clinica. Entusiasta pioniere di tale iniziativa, convinto sostenitore dell'utilità di una "coabitazione" tra le due discipline, il B. superò gli iniziali non unanimi consensi da parte degli operatori sanitari del Pini con un indiscusso prestigio di caposcuola che seppe sempre mantenere, a livello clinico e scientifico. Ne fanno fede le Giornate ortopedico-reumatologiche dell'Istituto ortopedico G. Pini che volle istituire come testimonianza di un fattivo scambio interdisciplinare e che proseguirono regolarmente anche dopo la sua morte.
Nel 1971 fu nominato professore straordinario e nel 1974 professore di ruolo di reumatologia dell'università di Milano. Nel 1972 aveva istituito, tra i primi in Italia, e per anni diresse, la Scuola di specializzazione in reumatologia, che ben presto doveva divenire uno dei suoi principali impegni didattici. Realizzò anche, con il cattedratico di ortopedia Parrini, la costituzione dell'istituto di patologia e clinica dell'apparato locomotore.
L'attività scientifica del B. è stata assai vasta e diversificata. In un primo periodo si dedicò a svariati argomenti clinici, biochimici, semeiologici e terapeutici. In particolare condusse uno studio su un tipo di infezione tubercolare attenuata da cui trasse spunti per problemi generali di patogenesi tubercolare e di immunità antitubercolare; alla luce delle acquisizioni recenti, tali indagini acquistano particolare interesse per avere dimostrato il B., tra i primi, la possibilità di trasferire passivamente uno stato immunitario a mezzo di estratti di organo, specie se ricchi di linfociti. Queste ricerche, in veste monografica, riuscirono vincitrici del primo concorso Ganassini nel 1948 (Caratteri e natura dell'allergia nella cronica tubercolosi della cavia da complesso aurobatterico tubercolare, Milano 1949).
Dal 1945 e, ancor più dal 1949, gli interessi del B. si indirizzarono pressoché esclusivamente verso la reumatologia. Tale disciplina, infatti, già in rapida evoluzione sul piano scientifico, aveva acquisito su quello clinico risultati sensazionali grazie alla introduzione in terapia nel 1949, a opera di P. S. Hench e dei suoi collaboratori, del cortisone: era così divenuto possibile curare malattie fino ad allora incontrollabili, come l'artrite reumatoide e il reumatismo articolare acuto. Il B. fu tra i primissimi studiosi che condussero ricerche su questo steroide e sui suoi derivati, in particolare sulle proprietà antireumatiche di alcuni steroidi, e i suoi studi sui composti E ed F, tra i più estesi e documentati della letteratura europea, culminarono nella monografia Il cortisone, reumatismoe problemi affini (ibid. 1951, in collaborazione con C. Cavallero e G. Sala), premiata in pubblico concorso (premio Acqui 1951), e nella relazione al VI congresso italiano di reumatologia del 1952 a Taormina (Ilproblema del cortisone in campo reumatologico, in Reumatismo, V [1953], suppl. n. 2, pp. 43-119, con L. Villa e G. Sala).
Nel 1952 organizzò a Milano con il suo maestro L. Villa il Symposium europeo sul cortisone cui partecipò con una relazione sul trattamento cortisonico nelle carditi evolutive. Il B. condusse estesi studi anche sull'impiego locale del cortisone, in particolare dei derivati cortisonici nei versamenti pleurici e pericardici, conseguendo per tali ricerche il premio Marzotto (1953). Il B. fu il primo nel mondo a occuparsi dei delta-l derivati, di cui dettò tutte le principali proprietà, nonché dei fluoroderivati (L'impiego del metacortandracin e del 9a-fluoro-idrocortisone acetato nelle malattie reumatiche, ibid., VII [1955], pp. 113-126, con A. Amira, E. Cirla e G. Sala; Effetti clinici e metabolici del 16a-metil 9a-fluoroprednisolone [desametazone], ibid., X (1958), pp. 127-133, con L. Villa e G. Sala). Il B. fu autore di ricerche in quasi tutti i settori della reumatologia. Di particolare interesse appaiono quelle sulla gotta, con le quali poté dimostrare come l'acido urico sia presente nel sangue in forma libera e quindi interamente filtrabile, nonché il ruolo esercitato nei confronti dell'aumentato pool dell'acido urico sia dalla escrezione renale, fattore patogenetico la cui importanza è oggi riconosciuta si può dire da tutti gli studiosi in materia, sia dalla aumentata produzione, la cosiddetta "sintesi de novo dell'acido urico", dimostrata con l'impiego del formiato marcato in una percentuale ridotta di gottosi e nello stesso soggetto normale (La gotta: fisiopatologia clinica e terapia, ibid., X [1958], suppl. n.2, pp. 5-22, con L. Villa e A. Robecchi; Considerazioni anatomo-patologiche sul rene gottoso, ibid., pp. 79-88, con G. Grampa). Sull'argomento fu autore di due apprezzate monografie, quella appartenente alla collana "Aggiornamenti clinico-terapeutici" della Minerva medica (La gotta, Torino 1968, con E. Cirla) e quella più recente dal titolo La gotta e le iperuricemie, pubblicata dalla Wellcome Italia a Pomezia nel 1977 e redatta in collaborazione con E. Cirla, B. Colombo, R. Marcolongo, G. Pasero e V. Pipitone.
Il B. condusse studi approfonditi sulla variante maligna dell'artrite reumatoide e la inerente collagenopatia cortisonica (Sindrome di aggravamento e collagenopatia cortisonica in corso di artrite reumatoide, in Atti delle VII giornate reumatologiche romane, Roma 1960, p. 43; The Exacerbation Syndrome, in Arch. ofInteramerican Rheumatol., V [1962], pp. 370-391, con G. Sala, E. Cirla e B. Pernis; Posizione nosologica dell'artrite reumatoide maligna e della collagenopatia cortisonica, in Reumatismo, XV [1963], pp. 119-133) e per primo dimostrò mediante ultracentrifugazione che in questi casi nel siero dei pazienti è presente un eccesso di fattori reumatoidi identificabili nei complessi 22S e 10S (Observations on the Ultracentrifugal Pattern of Serum proteins in Rheumatoid Arthritis, in Annals of Rheumatic Diseases, XIX [1960], pp. 239-242, con L. Villa, A. Fasoli e F. Salteri); inoltre, in collaborazione con B. Pernis, fu tra i primi a dimostrare con la immunofluorescenza la presenza di fattore reumatoide nei vasi e nei tessuti (Presenza del fattore reumatoide nelle lesioni vascolari in casi di artrite reumatoide aggravata [maligna]. Studio con anticorpi fluorescenti, in Reumatismo, XV [1963], pp. 187-199). Sotto il profilo patomorfologico, la possibilità di disporre, grazie alla "convivenza" con gli specialisti ortopedici, di abbondante materiale proveniente da sinoviectomie e da biopsie, permise al B. di studiare il processo sinovitico reumatoide nelle diverse fasi evolutive. Egli studiò ancora gli effetti secondari dei cortisonici nell'artrite reumatoide, e particolarmente la negativizzazione del bilancio azotato e l'inibizione dell'asse ipotalamoipofisi-surrenalico anche in rapporto al suo ritmo circadiano.
Il B. si occupò dei problemi patogenetici e nosografici dell'osteoartrosi, puntualizzando tra i primi il concetto di artrosi primaria, oggi universalmente accettato, e studiando le artrosi sperimentali da enzimi (papaina) e da sostanze labilizzanti gli enzimi lisosomiali, quali la vitamina A, e, secondo tecnica propria, da estratti di cartilagine. In questo settore della reumatologia pubblicò, in collaborazione con I. Caruso, la monografia L'artrosi, edita da Minerva medica nella collana "Aggiornamenti clinicoterapeutici" a Torino nel 1969. In collaborazione col suo maestro L. Villa si occupò di patonomastica, di patogenesi e di terapia del reumatismo articolare acuto, precisando quella che è universalmente riconosciuta come la quarta fase o fase di cronica attività della malattia reumatica. Condusse inoltre ricerche epidemiologiche sulla terapia e sulla profilassi di tale malattia in collaborazione con la clinica pediatrica di Milano, e svolse ampie indagini in collaborazione con la Provincia di Milano sulla morbilità per malattia reumatica nella popolazione scolastica (Aspetti preventivi nel trattamento della malattia reumatica, in Reumatismo, VI [1954], pp. 87-104, Primi risultati sull'impiego dell'idrocortisone sistemico nella malattia reumatica, ibid., suppl. n. 2, p. 56, con G. Sala; Indagine statistica sull'incidenza della malattia reumatica su una popolazione scolastica di 2410bambini, ibid., X [1958], pp. 49-59); su questi studi fu relatore al XIV congresso della Società italiana di reumatologia a Bologna nel 1961.
Particolare interesse il B. dedicò alla posizione nosologica delle cosiddette malattie del collageno e alla loro componente vasculitica, e soprattutto alle connettiviti vasculitiche, discutendone la classificazione e la suddivisione in vari convegni di studio. Si ricorda ancora il suo approfondito studio sulla polimialgia reumatica, da lui denominata con termine forse più appropriato polimialgia rizomelica, soprattutto nei riguardi delle correlazioni di tale sindrome con l'arterite gigantocellulare di Horton, condotto su una ricca casistica di biopsie dell'arteria temporale, illustrato nella relazione al LXXVI congresso della Società italiana di medicina interna (La polimialgia reumatica e la malattia di Horton, Relazione al LXXVI congresso della Società italiana di medicina interna, Riva del Garda, 28 sett. 1975, Roma 1975).
Infine va ricordato il particolare interesse del B. per la classificazione delle malattie reumatiche, argomento più volte da lui affrontato fino alla formulazione dell'ultima classificazione del 1975, approvata da un comitato della Società italiana di reumatologia e ancora oggi valida e attuale (Classificazione delle malattie reumatiche, in Reumatismo, XXVII [1975], pp. 3-14).
Nel complesso il B. è stato autore o coautore di oltre 450 lavori, pubblicazioni scientifiche, monografie, trattati e di film scientifici. Ha organizzato e diretto numerosi congressi e simposi nazionali e internazionali; in numerosi altri, in Italia e all'estero, è stato chiamato come relatore o moderatore.
Dal 1956 segretario generale e vicepresidente della Società italiana di reumatologia, ne è stato presidente effettivo per il triennio 1973-1975 e dal 1976 presidente onorario. Nel 1961 fu nominato consigliere della Lega internazionale contro i reumatismi e dal 1965 al 1969 assistant president della stessa.
Spinto dal profondo interesse nei confronti del malato reumatico collaborò alla fondazione di una Lega italiana per la lotta contro i reumatismi e per l'aiuto ai malati reumatici, di cui fu presidente e di cui favorì in ogni modo la formazione anche a livello regionale, conscio dell'importanza dell'impatto della reumatologia con la realtà sociale e politica del paese.
Fu socio onorario di organismi internazionali, tra cui la Società francese, la Società portoghese, la Società argentina e la Società giapponese di reumatologia.
Il B. morì nella sua casa di Ranica il 20 apr. 1984.
Fonti e Bibl.: World Who's Who in Science, Hannibal (Missouri) 1968, p. 101; necrol. in Reumatologia oggi, III (1984), n. 2, p. 15; M. Carabba, Prof. C.B.B., in Il Reumatologo, V (1984), pp. 199 s.