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BALLINI, Camillo

di Nicola Ivanoff - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 5 (1963)
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BALLINI, Camillo

Nicola Ivanoff

Figlio di Gasparo, nacque a Brescia. Era un imitatore del Veronese, ma si dichiarava allievo di Tiziano. Fu annoverato dai vecchi autori tra i manieristi e considerato dal Lanzi discepolo di Palma il Giovane, di cui invece, secondo i documenti rinvenuti da Do Kunert, risulta più anziano. La prima notizia di lui si ha in un documento del 27 nov. 1567 (testamento della moglie Cornelia Giustinian).

La prima opera datata del B. è un S. Lorenzo che battezza ilfigliodel carceriere nella chiesa della badia dei benedettini a Praglia (Padova), firmata: "Camillus Ballinus / De Titiani Faciebat / 1574". Tale opera palesa la sua iniziale educazione bresciana e vi si nota già il desiderio d'imitare il Veronese. Del 1578 èuna pala d'altare con Cristo morto, due angeli ed i ss. Faustino e Giovita nella parrocchiale di Fasano di Gardone Riviera, firmata "Camillus Ballinus Titiani Aluninus / Faciebat M.D.L. XX. VIII". Posteriori al 1577, data dell'incendio del Palazzo ducale di Venezia, sono i suoi lavori nella sala dello Scrutinio.

Nell'atrio che congiunge la sala del Maggior Consiglio con quella dello Scrutinio fece un ovale del soffitto raffigurante Venezia incoronata dalla gloria, a ricordo ed esaltazione della vittoria di Lepanto. Ai due lati allegorie della Guerra e della Pace. Nella sala dello Scrutinio, fra i comparti triangolari del soffitto, quattro allegorie delle virtù la Prudenza,la Giustizia,la Religione e la Fede pubblica (Martinioni), ed inoltre un ovale raffigurante la Vittoria dell'armata veneziana sui Genoveri nel golfo di Trapani (1265), turbinosa composizione quasi barocca.

Ma l'opera più interessante lasciata dal B. sono gli affreschi del palazzo Barbarigo sul Canal Grande, al Rio della Maddalena gli unici superstiti fra tutti quelli che vennero dipinti sulle facciate dei palazzi veneziani del sec. XVI. Vi apparivano Cerere sul carro,la Fama,il Tempo e varie altre figure mitologiche.

Marco Boschini, nelle sue Ricche Minere,ricorda anche affreschi sulla facciata di casa Corner in campo SS. Apostoli e di una casa in campo S. Polo. Secondo una notizia trovata da Carlo D'Arco, il B. avrebbe anche dipinto nel teatro di Sabbioneta.

Al B. sono attribuiti diversi disegni: nel codice Resta della Biblioteca Ambrosiana un Cristo che porta la croce;nel Museo nazionale di Stoccolma, una composizione allegorica per soffitto che ricorda l'ovale del soffitto dell'andito che porta alla Sala dello Scrutinio; al Museo di Besançon uno studio di anatomia; all'Albertina di Vienna un ritratto d'uomo a gessetto rosso. L'ultima notizia del B. è del 6 giugno 1592 (cfr. De Kunert).

Secondo lo Zanetti il B. "era pittore di piacevole maniera ma non molto vigorosa", e lo stesso giudizio venne ripetuto dall'abate Lanzi e dal Moschini. Il disegno del B. appare piuttosto risentito e la parola "piacevole" si riferiva evidentemente al suo colorito chiaro d'intonazione veronesiana. A. Venturi giudica il B. una figura di secondo piano nel manierismo veneto che però "dopo esser disceso al plagio volgare delle forme paolesche si riscatta d'improvviso nella battaglia di Trapani dipinta nel Palazzo ducale".

Fonti e Bibl.: F. Sansovino-G. Martinioni, Venetia città nobilissima..., Venezia 1663, pp. 348-350; M. Boschini, Le ricche minere della pittura veneziana, Venezia 1674, pp. 58-61; A. M. Zanetti, Della pittura veneziana..., Venezia 1771, pp. 362 s.;G. B. Rossetti, Descrizione delle pitture... di Padova, Padova 1786, p. 356; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia... [1789], Firenze 1834, III, p. 171; G. A. Moschini, Guida per la città di Venezia...,Venezia 1815, I, pp. 460, 472, 474, 475; C. D'Arco, Delle arti e degli artefici di Mantova, Mantova 1857, II, p. 206; Ch. Yriarte, Sabbioneta, in Gazette des beaux arts, XIX(1898), p. 213; S. De Kunert, Affreschi decorativi veneziani. II. C. B.,in Riv.... di Venezia,IX(1930), pp. 465-483; A. Venturi, Storia dell'arte italiana,IX,7, Milano 1934, pp. 148-152; A. Tietze - E. Tietze Conrat, The drawings of the Venetian painters..., New York 1944, p. 39; G. Panazza - C. Boselli, Pitture in Brescia dal 200 all'800, Brescia 1946, p. 117; G. Lorenzetti, Venezia e il suo estuario, Roma 1956, v. Indice,p. 856; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon,II,p. 420; Encicl. Ital.,V, p. 989.

Vedi anche
Vecèllio, Marco Vecèllio, Marco. - Pittore (Pieve di Cadore 1545 - Venezia 1611), figlio di un Tomà cugino di Tiziano e allievo di questo. Nei dipinti eseguiti per varie sale di Palazzo ducale a Venezia e nelle altre opere (a Venezia, San Vito, Treviso, ecc.), pur imitando mediocremente Tiziano, risente dei manieristi ... Andrèa Vicentino Andrèa Vicentino (ο Andrea de' Micheli). - Pittore (Vicenza 1539 circa - forse Venezia 1617 circa). Appartenne alla corrente tintorettesca e lavorò prevalentemente a Venezia (grandi tele nel Pal. Ducale, pale in molte chiese) e a Vicenza. Sue opere si trovano anche a Chioggia, Bassano, Bruxelles. Vivarini, Alvise Pittore (Venezia tra il 1442 e il 1453 - ivi tra il 1503 e il 1505), figlio di Antonio. La prima opera datata è il polittico del convento di Montefiorentino (1476, Urbino, Galleria nazionale delle Marche), dove la chiara luminosità e l'esatta definizione delle forme denotano il distacco dallo stile paterno ... Negrétti, Iacopo Negrétti (o Nigrétti), Iacopo. - Nome dei due pittori veneziani noti coi soprannomi di Palma il Vecchio e Palma il Giovane.
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  • BIOGRAFIE in Arti visive
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Altri risultati per BALLINI, Camillo
  • Ballini, Camillo
    Enciclopedia on line
    Pittore (n. Brescia prima del 1540 - m. 1592 circa), operoso soprattutto nel Veneto. Subì l'influsso di Palma il Giovane e specialmente di Tiziano, di cui si proclamò discepolo. Le sue opere più notevoli a Venezia (gli affreschi del palazzo Barbarigo sul Canal Grande, rio della Maddalena).
  • BALLINI, Camillo
    Enciclopedia Italiana (1930)
    Pittore veneziano della metà del Cinquecento, lavorò in patria, sul fare di Palma il Giovane, ma con più rispetto della buona tradizione, specie di quella del Vecellio; al quale pare sia stato legato per sangue, forse per parte del Tizianello, perché in una sua pala della chiesa di Praglia, raffigurante ...
Vocabolario
camillo
camillo s. m. (f. -a) [dal lat. camillus, f. -a, di etimo incerto]. – Antico termine del rituale latino pagano con cui si designavano i fanciulli, liberi di nascita, che assistevano i sacerdoti (spec. i flàmini) nei sacrifici.
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