ARTOM, Camillo
Nato il 5 giugno 1893 ad Asti, da Vittorio, banchiere e uomo d'affari, e da Gemma Pugliese in una influente famiglia di religione ebraica, al termine delle scuole superiori si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell'università di Roma. Studente universitario, all'entrata in guerra dell'Italia, nel 1915, fu arruolato come sottufficiale nel corpo degli alpini. Durante il servizio militare proseguì gli studi medici e nell'aprile 1917 si laureò nell'università di Padova. Divenuto ufficiale dei corpi di sanità, ebbe modo di distinguersi ottenendo la decorazione della croce di guerra italiana e di quella rumena, per avere efficacemente contribuito a combattere una epidemia tifoidea nella legione rumena. Restò sotto le armi, in qualità di ufficiale medico, fino al 1920. Poi poté dedicarsi ai suoi principali interessi, orientati verso la ricerca scientifica. A parte il breve periodo di attività durante il servizio militare, l'A. non esercitò la medicina clinica. Dopo che, ancora studente, aveva frequentato il laboratorio e si era indirizzato verso gli studi di fisiologia, sotto la guida di Luigi Luciani, egli dal 1919 frequentò l'istituto di fisiologia dell'università di Messina. In quella sede fu accanto a Ugo Lombroso, allievo del Luciani e fisiologo di valore egli stesso, e nel 1923 conseguì la libera docenza in fisiologia. In quello stesso anno, l'A. si trasferì come assistente all'istituto di fisiologia dell'università di Palermo, seguendo il Lombroso che ne aveva assunto la direzione. Si era già segnalato, a quell'epoca, dando buone prove della sua attitudine alla ricerca attraverso numerose pubblicazioni su argomenti di fisiologia e di biochimica. Aveva anche compiuto viaggi di istruzione all'estero, soggiornando per periodi di studio nelle università di Anisterdam e di Francoforte. A Palermo continuò la sua formazione e i suoi studi e nel 1926 conseguì la libera docenza in biochimica. La buona e oramai consolidata reputazione scientifica gli fece ottenere nel 1927 l'incarico di insegnamento della biochimica nella università palermitana. Nel 1930 l'A. fu poi chiamato, quale professore di fisiologia, all'università di Cagliari: qui si occupò della direzione dell'istituto, dedicandosi sempre alle ricerche di biochimica e stimolando l'attività degli allievi. Lasciò resoconti del suo lavoro di quegli anni in due pubblicazioni: Cenni sull'attività dell'istituto di fisiologia della r. università di Cagliari durante il triennio 1930-33, Cagliari 1933, e Cenni sull'attività dell'istituto di fisiologia della r. università di Cagliari durante il biennio 1934-35, Palermo 1935. Nel 1935 l'A. tornò a Palermo, chiamatovi a dirigere l'istituto di fisiologia che Ugo Lombroso aveva lasciato per trasferirsi a Genova.
L'A. aveva oramai raggiunto una solida fama di studioso e di insegnante. Le sue ricerche di fisiologia e di biochimica lo facevano ritenere tra i migliori biochimici d'Europa, soprattutto, per i suoi studi sul metabolismo lipidico. Aveva collaborato anche con la Fondazione Rockefeller in Napoli.
Nel 1938 però anche l'A. subì le conseguenze delle leggi razziali imposte dal regime fascista. Dopo i primi segnali di difficoltà, quali il divieto di partecipare al congresso internazionale di biochimica a Zurigo, venne la sospensione dall'insegnamento universitario. Egli decise allora di lasciare l'Italia e cercò appoggio presso alcuni amici americani. Ebbe qualche difficoltà nell'ottenere dalle autorità italiane il permesso di espatrio e dalle autorità consolari americane il visto d'ingresso per gli Stati Uniti. Infine, attraverso l'interessamento di L. Emmett Holt, pediatra alla Columbia University, e di W. R. Bloor, biochimico all'università di Rochester, fu chiamato da Coy C. Carpenter alla Wake Forest School of Medical Science di Winston Salem in North Carolina, per insegnare biochimica dall'inizio del 1939.
La scuola di medicina di Wake Forest era in quegli anni un piccolo centro di formazione medica che si ampliò solo successivamente, divenendo la Bowman Gray School of Medicine. L'A. rimase sempre affezionato e legato a questo centro universitario, che non volle abbandonare neppure quando, più tardi, ricevette proposte e offerte interessanti da istituti e università maggiori. Testimoniò così la riconoscenza alla scuola che, accogliendolo nel 1939, gli aveva permesso di superare un momento difficile della sua vita. E la scuola medica di Winston Salem ebbe nell'A. uno dei suoi principali maestri in quel tempo.
Nell'università americana l'A. trovò i mezzi e l'ambiente adatti a coltivare i suoi studi con successo; istituì una eccellente scuola di biochimica e diresse l'istituto per più di vent'anni. Nel luglio 1963 fu nominato professore emerito di biochimica; lasciò l'incarico di direzione dell'istituto, ma continuò nelle attività di ricerca e di insegnamento che furono sempre gli interessi principali della sua vita.
Fu membro di varie associazioni scientifiche, tra le quali la Société de chimie biologique di Parigi, la Società italiana di biologia sperimentale, l'American Association for the Advancement of Science, l'American Chemical Society, l'American Society of Biological Chemists, la New York Academy of Science, la North Carolina Academy of Science; fu presidente, dal 1958 al 1960, della Society for Experimental Biology and Medicine.
Sposato con Bianca Ara, dalla quale ebbe un figlio, Giorgio, l'A. morì a Winston Salem il 3 febbr. 1970.
Nella sua lunga attività scientifica l'A. si occupò di svariati argomenti di fisiologia e soprattutto di biochimica. I campi di ricerca che maggiormente lo interessarono furono quelli del metabolismo lipidico, della biosintesi dei fosfolipidi, degli effetti biologici delle radiazioni e dell'impiego degli isotopi radioattivi come rivelatori di sintesi biologiche. Egli lasciò una produzione di circa duecento titoli di pubblicazioni scientifiche. I suoi primi lavori risalgono agli anni tra il 1913 e il 1915, quando pubblicò alcune ricerche fatte col Lombroso per studiare la formazione e l'assimilazione degli idrati di carbonio, il destino degli amminoacidi contenuti nel lume o nella mucosa dell'intestino e l'azione del fegato sugli amminoacidi. In quegli anni studiò anche l'azione del rene sugli amminoacidi, l'azione del pancreas e della milza sul glucosio e le attività enzimatiche.
Dopo l'intervallo della guerra, compì ricerche sperimentali sul metabolismo della colesterina e avviò la serie dei suoi lavori sul metabolismo dei lipidi, giungendo a risultati originali e all'acquisizione di nuove conoscenze. Studiò i processi digestivi e l'assorbimento dei grassi e il ruolo del fegato nel loro metabolismo, e dimostrò che proprio il fegato è la maggiore sorgente di fosfolipidi. Iniziò a occuparsi dell'azione dei grassi sulle pareti vasali. Si occupò precocemente anche dei problemi degli effetti biologici delle radiazioni, quando era ancora in Italia: nel 1937 E. Segre, di ritorno a Palermo, dopo aver lavorato sul ciclotrone di Laurence in California, gli consentì di usare alcuni isotopi radioattivi, e l'A. iniettò in un ratto un radioisotopo del fosforo sotto forma di soluzione, tracciandone poi con uno ionoscopio il comportamento nell'animale. Questo lavoro, pubblicato in collaborazione con E. Segre e altri, Rate of "Organification" ofPhosphorus in Animal Tissues (Nature, vol. CXXXIX [1937], pp. 836 ss.), fu pionieristico nel campo delle indagini sugli isotopi radioattivi come rivelatori di sintesi biologiche. Trasferitosi in America, approfondì gli studi sulruolo della colina nella produzione dei fasfolipidi e mise in evidenza come la carenza di questa sostanza influisca sulla patologia del fegato; condusse, a questo scopo, osservazioni sperimentali sui ratti che trovarono poi riscontro negli analoghi studi, sulla patologia umana, di D. Cayer e G. Cornatzer. Tra le sue numerose pubblicazioni su questi temi, si possono ricordare: Lipid Metabolism, in Annual Review of Biochemistry, XXII (1953), pp. 211-232; Formation of Phospholipidesin AnimalTissue in PhosphorusMetabolism, in The John Hopkins Press, II (1952), pp. 203-242; Role of Choline in the Oxidationof Fatty Acids bythe Liver, in Journal of Biological Chemistry, vol. CCV (1953), pp. 101-111; Role of Cholina in the HepaticOxidation of Fat, in The American Journal of Clinical Nutrition, VI (1958), pp. 221-234.
Negli Stati Uniti l'A. continuò anche a interessarsi dei traccianti radioattivi, dopo il 1946 la Commissione per l'energia atomica mise a disposizione dei ricercatori i materiali sui quali egli poté perfezionare gli studi che condusse fino agli ultimi anni della sua attività.
Dedicò un ampio gruppo di lavori allo studio dell'influenza dei grassi sulle pareti vasali e sulla aterosclerosi; intorno al 1960 compì esperimenti su razze diverse di piccioni che risultavano resistenti o suscettibili alla arteriosclerosi e diede contributi di rilievo al dibattito sulla patogenesi di questa malattia.
Tra le sue ultime pubblicazioni è da ricordare la voce Methylations in Metabolism per l'Encyclopediaof Biochemistry, New York 1967, pp. 526-529.
Fonti e Bibl.: Notizie sono state fornite dall'università di Winston Salem, North Carolina, tratte dalla documentazione presente nell'archivio della Bowman Gray School of Medicine. Si veda inoltre C. S. Davis, The "Fat" Chemist. Dr. C. A., in Winston Salem Journal and Sentinel, 24 sett. 1967.