SHAM‛ŪN, Camille Nimr
Uomo politico libanese, nato a Deir el-Qamar nel 1900; studiò a Beirut presso i Fratelli delle Scuole cristiane, laureandosi poi in legge. Nel 1934 fu eletto per la prima volta deputato; fu poi ministro delle Finanze (1938) e degli Interni (1943 e 1947-48). Fu inoltre ministro plenipotenziario a Londra (1944-45) e rappresentò il proprio paese presso le N. U. (1946) ed in varie conferenze internazionali. Postosi all'opposizione nel 1948, nel settembre 1952, dopo le forzate dimissioni del presidente della repubblica Bishārah al-Khūrī fu eletto capo dello stato. Dopo un primo periodo durante il quale la sua politica estera sembrò propendere per una sempre più stretta collaborazione del Libano con gli altri stati arabi (e particolarmente con la Siria), Sh. adottò una linea di condotta di intesa con le potenze occidentali che culminò col rifiuto (novembre 1956) di rompere, per solidarietà con l'Egitto, le relazioni diplomatiche con la Francia e la Gran Bretagna. Tale atteggiamento inasprì l'opposizione fino a determinare le dimissioni del primo ministro ‛Abdallāh al-Yafī. La successiva formazione del governo presieduto da Sāmī aṣ-Ṣulḥ e l'accettazione da parte di Sh. della Dottrina Eisenhower non fecero che aumentare la frattura fra governo e opposizione, che accusò Sham‛ūn di attuare una politica anti-araba. La schiacciante vittoria dei candidati governativi nelle elezioni per la nuova Camera, tenute nel 1957 e turbate da gravi incidenti, avvelenò ancora gli animi. I torbidi sfociarono (primi di maggio 1958) in una vera e propria rivolta armata il 31 luglio, alla scadenza del suo mandato, Sh. trasmise i poteri al suo successore Fu'ād Shihāb, regolarmente eletto. Egli non rinunciò tuttavia alla lotta politica, e già nel settembre 1958 fondò il Partito dei Liberi Patrioti.