CAMILLA (lat. Camilla)
La storia della vergine Camilla è raccontata da Diana nell'Eneide (XI, 532 segg.). Suo padre era Metabo, re della volsca Privernum, che, costretto a fuggire dalla città, si prese in collo la figlioletta. Giunto alla sponda dell'Amaseno e temendo di passarlo a nuoto con la bimba, la legò, chiusa in una corteccia di sughero, alla sua grande asta, la consacrò a Diana (e di qui gli antichi spiegavano il suo nome; v. camillo) e la scagliò sopra la corrente. Passò quindi il fiume a nuoto e trovò sull'altra riva C. salva per opera di Diana. Metabo nutrì la figlia di latte di cavalla selvaggia, e appena poté l'armò di giavellotto, d'arco e di frecce; vestita di pelli di tigre, essa cacciava, invano desiderata come nuora dalle madri tirrene. Alleata dei Latini e di Turno contro i Troiani di Enea, l'Amazzone italica compare alla testa d'uno squadrone di cavalieri nella rassegna del libro VIII (v. 803 segg.), compie prodigi di valore nella grande battaglia del libro XI (v. 648 segg.), finché viene uccisa dall'etrusco Arunte.
Alcuni ritengono che Virgilio abbia dato veste poetica a una antica leggenda locale volsco-latina o ne abbia preso alcuni elementi; altri invece ritengono la storia di C. composta da Virgilio stesso, che solo ne parla, specie sul modello del mito greco di Arpalice; anche la figura di Pentesilea sarebbe stata presente al poeta.
Bibl.: G. Pascoli, Epos, 2ª ediz., Livorno 1911, p. 367 seg.; G. Wissowa, in Roscher, Ausführliches Lexikon der griech. und röm. Mythologie, I, col. 848 (cfr. anche O. Crusius, ib., col. 1835 seg., all'art. Harpalyke); O. Rossbach, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III, col. 1430; R. Ehwald, in Philologus, LIII (1894), pp. 732 e 744; R. Ritter, De Varrone Vergilii... auctore, in Diss. philol. Halenses, XIV, 1901, p. 391; G. Knaack, in Rhein. Museum, XLIX, 1894, p. 526. Sulla composizione dell'episodio, R. Sabbadini, Studi critici sulla Eneide, Lonigo 1889, p. 87, e la sua edizione dell'Eneide, Torino 1888; R. Heinze, Virgils epische Technik, 3ª ediz., Lipsia 1915, pp. 215, 327, 416; A. Cartault, L'art de Virgile dans l'Énéide, Parigi 1926, p. 795 seg.