CAMERLENGO o Camerario (dal lat. camerarius)
Nella costituzione comunale si chiamava spesso camerario il tesoriere del comune. Nella monarchia normanna e sveva il gran camerario, cioè l'ufficiale preposto alla camera o fisco regio, riceveva il danaro che a questa si versava, aveva cura della persona del re, sopraintendeva a tutti i tesorieri del regno, presiedeva il tribunale supremo delle finanze; a lui obbedivano i camerarî di ciascuna provincia. Col tempo rimase un ufficio essenzialmente onorifico. Nel governo della Chiesa esisteva fin dal sec. XI un camerarius, che presiedeva la camera domini papae o camera apostolica. Data l'analogia che questo ufficio presenta con quello dell'arcidiacono della chiesa di Roma, si è creduto che Gregorio VII avesse creato il camerario in luogo del soppresso arcidiacono. Altri lo credono successore ed erede del vicedominus o del vestararius, soppresso nel 1032.I più recenti storici della chiesa credono invece che il camerario sia stato creato ex-novo, sull'esempio dell'analoga magistratura esistente in alcune corti laiche. Il camerario, volgarmente detto camerlengo. è nominato dal papa in concistoro, e dal sec. XV in poi sempre nella persona di un cardinale. Dal sec. XVI, fino a una bolla d'Innocenzo XII del 1692, l'ufficio, come varî altri ecclesiastici, era diventato venale. Sulle attribuzioni e prerogative del camerlengo v. camera. Nel governo della chiesa esiste pure un camerarius sacri collegii, istituito da Leone X, il quale amminisira il patrimonio del Sacro collegio dei cardinali, e redige gli atti concistoriali. Infine c'è il camerarius cleri romani, che presiede le conferenze del clero parrocchiale romano, e ha varie attribuzioni di carattere aiorifico.