CAMCIATCA (Kamčatka; A. T., 103-104)
Grande penisola (kmq. 270 mila) dell'Asia nord-orientale, che si protende dalla massa continentale della Siberia tra il Mar di Bering e il Mar di Ochotsk. È percorsa da due catene parallele formate di scisti, graniti e sieniti e sormontate da vulcani ancora attivi; la catena occidentale raggiunge i 3000 m., mentre l'orientale supera i 4800 (Vulcano Ključev. m. 4804). Tra la catena occidentale e il Mar di Ochotsk si stende una regione alta dai 600 agli 800 m., coperta dalla tundra; e fra le due catene si apre l'ampia vallata longitudinale del fiume Camciatca, il più importante della penisola. Il limite delle nevi permanenti è molto basso: a 56° di lat. N. oscilla tra i 1500 e i 1700 m., cosicché i monti sono in gran parte coperti di neve e con notevoli ghiacciai. Nelle parti più basse (il limite superiore della vegetazione arborea è a soli 300 m.) vi sono belle foreste, paludi e torbiere
La meglio conosciuta e la più abitata è la costa del Mar di Ochotsk; sulla costa orientale, peraltro, sorge il capoluogo del distretto del Camciatca, Petropavlovsk (4000 ab.), in fondo a una comoda baia, assai frequentata specialmente durante la stagione della pesca. Quest'industria è molto sviluppata e costituisce la principale risorsa degli abitanti, che sono in numero di 35.000 circa, di cui 5000 Russi e il resto indigeni (12.000 Ciukci, 7.400 Coriaki, 2800 Camciadali, 1600 Eschimesi, ecc.). Nella pesca sono occupati anche numerosissimi Giapponesi (circa 25.000).
Il Camciatca produce pure grandi quantità di pellicce (di zibellino, di castoro, di orso marino); il sottosuolo dà ferro, rame, petrolio, lignite, carbon fossile e oro.
I cacciatori di pellicce furono i primi a percorrere la penisola del Camciatca; e a loro dobbiamo le prime notizie su quella lontana regione e sui suoi abitanti. Si può dire che sino quasi alla fine del sec. XVII la conoscenza geografica del Camciatca fosse nulla. Le esplorazioni russe cominciarono nel 1697 (Vladimiro Atlasov), ma i Russi l'occuparono definitivamente solo nel 1706. Per la storia delle esplorazioni nel Camciatca v. siberia.
La parte meridionale della penisola di Camciatca è abitata dai Camciadali, che si dànno il nome di Itelme, e che appartengono linguisticamente al gruppo dei Paleo-Asiatici orientali. Tanto culturalmente quanto somaticamente, per incroci, essi vanno russificandosi e perdendo la loro antica individualità etnica. Essi invece di essere allevatori di renne sono cacciatori e pescatori, e inoltre alcuni dei loro costumi sono diversi da quellì degli altri Paleo-Asiatici, ma si ritrovano presso varî altri popoli attestando rapporti, secondo ogni probabilità, marittimi. I Camciadali utilizzano il cane per il trasporto delle slitte; un uomo precede generalmente l'attacco, ciò che si osserva anche presso gli Eschimesi, ma non presso gli altri Paleo-Asiatici. La slitta camciadala presenta, fissata sul ponte, una specie di sella molto arcuata fatta di tavolette di legno. Per proteggersi dal riverbero del sole sulla neve, i Camciadali portano cappelli conici con tesa anteriore molto sporgente, dipinti a colori vivaci e incisi, come gli Aleuti e gli Eschimesi occidentali. Fabbricano una bevanda fermentata ottenuta dalla betulla, come i Tungusi. Alcuni antichi viaggiatori hanno ancora potuto osservare presso di loro il metodo di far bollire l'acqua, gettando in un recipiente di legno pieno d'acqua delle pietre roventi. Una delle caratteristiche dei Camciadali è la loro dimora estiva, costituita da una capanna conica poggiata su pali (v. abitazione).
Tanto presso di essi quanto presso i Coriaki il rito principale della cerimonia nuziale consiste, per il fidanzato, nell'avvicinarsi a toccare intimamente la fidanzata, la quale è circondata e fortemente difesa da vecchie donne. Si citano casi di fidanzati riusciti solo dopo molto tempo a raggiungere il loro fine; tale pratica non si riscontra né presso i Ciukci né presso gli Jukaghiri, ma si ritrova presso alcuni Indiani dell'America del Nord.
Nella penisola del Camciatca e nelle isole Curili si parla la lingua camciadala; il camciadalo perde però continuamente terreno di fronte all'infiltrazione del russo. Sul principio del secolo scorso il Krašenninikov (v. bibl.) distingueva ancora tre dialetti camciadali: meridionale, orientale (parlati sul fiume Camciatca) e occidentale. I primi due sono stati sostituiti oggi dal russo (o per dir meglio da una specie di lingua di tipo "creolo-russo" senza genere e senza casi: cfr. creole, lingue). I dialetti occidentali sono parlati ancora da circa 2000 persone sulla costa del Mare di Ochotsk in tredici villaggi, il più importante dei quali è Chargjusova. Un'altra varietà dialettale, con alcune differenze fonetiche ed un forte influsso coriaco sul lessico, è parlata nel villaggio di Sedanka nella parte superiore del fiume Tigil. Per la struttura di questo linguaggio cfr. paleo-asiatiche, lingue.
Bibl.: Steller, Beschreibung von dem Kamtschatka, Francoforte e Lipsia 1774; K. von Dittmar, Reisen und Aufenthalt in Kamtschatka, voll. 2, Pietroburgo 1890-1900; T. P. Rjabušinskij, Kamčatskaja Ekspedicija, Mosca 1912; per la lingua v. Krašenninikov, Opisanie zemli Kamčatka (Descrizione del territorio del Camciatca), Pietroburgo 1819. V. anche paleo-asiatici.