CAMBISE (nelle iscrizioni cuneiformi Kambuǧiya, nelle fonti greche Καμβύσης)
È il nome di due monarchi della dinastia degli Achemenidi. Del primo si sa solo dalle iscrizioni di Ciro in babilonese che fu padre di Ciro il grande e fu re di Anzan fino al 559 a. C. Il secondo, figlio di Ciro il grande, fu re dei re dal 529 al 522 a. C. Succeduto al padre nel regno, questo C. si propose di conquistare l'Egitto. A tal fine preparò una forte spedizione e la guidò attraverso la Siria, la Fenicia e il deserto; gli prestava aiuto una flotta composta di navi ioniche, cipriote e fenicie. Battuto l'esercito egiziano presso il confine a Pelusio nella primavera del 525, C. s'impadronì di Menfi nel 524. Il faraone Psammetico, che era da poco succeduto al padre Amasi, fu nominato satrapo, ma, avendo egli tentato una sollevazione, fu condannato a morte e il governo del paese fu affidato al persiano Ariande.
In Egitto C. seguì la stessa politica usata dal padre coi Babilonesi, cercò cioè di avvicinarsi alla civiltà del luogo, accogliendone soprattutto i riti religiosi. Stabilito saldamente il proprio dominio sull'Egitto, sottomise la Nubia e si volse contro le stirpi libiche; dovette rinunciare alla conquista di Cartagine perché i Fenici rifiutarono di fornire per questo le navi.
Prima di cominciare la spedizione contro l'Egitto, C. aveva fatto uccidere il fratello Bardiya (nelle fonti greche Smerdi), governatore di provincie orientali dell'Iran, per timore che egli, durante la sua assenza, si potesse impadronire del regno. L'assassinio era stato tenuto nascosto e ciò rese possibile che appunto durante l'assenza di C. un mago, di nome Gaumata, si spacciasse per il principe ucciso e cercasse d'impadronirsi del regno. Pervenutagli tale notizia, C. si affrettò a ritornare in patria, ma sulla via del ritorno fu colto da morte violenta non si sa se per sua mano o per mano altrui. Le fonti sono discordi.
Bibl.: v. persia: Storia.