CAMBI
. Famiglia di artisti cremonesi, detti Bombarda. GaLeazzo, orafo e pittore, lavorò alla corte milanese del duca Francesco Sforza (1493-1535); insieme col fratello Giacomo, anch'esso orafo, fece nel 1529 la statua in argento d'un S. Giovanni, ora perduta, per la chiesa di Santa Maria Maggiore in Bergamo. Giovan Battista, scultore, stuccatore e intagliatore in legno, morto nel 1582, intorno al 1555 eseguiva in Cremona - oltre ad opere minori - col figlio Sinidoro e il nipote Brunorio, le decorazioni in stucco della cappella del SS. Sacramento e della Beata Vergine nel Duomo, secondo i progetti di F. Dattaro, detto il Pizzafoco, dove nel 1550 aveva anche scolpito il sarcofago marmoreo di F. Sfondrato; per affinità con questo gli viene attribuito il monumento sepolcrale presso il portale di S. Domenico. Andrea, medaglista insigne, attivo tra il 1560 e il 1575, ritrasse soprattutto membri della nobiltà emiliana. Fu noto al suo tempo come abile imitatore di monete antiche.
Bibl.: R. C., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1911 (con la bibl. precedente). Vedi inoltre, per Galeazzo: E. Fornoni, Orefici e gioiellieri bergamaschi, in Atti dell'Ateneo di Bergamo, 1908; F. Malaguzzi-Valeri, La corte di Lodovico il Moro, III: Gli artisti lombardi, Milano 1917, p. 349. Per Andrea II: G. Habich, Die Medaillen d. ital. Renaissance, Stoccarda e Berlino 1922, pagine 112, 139.