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CALORI STREMITI, Giovanni Paolo

di Giorgio Boccolari - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 16 (1973)
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CALORI STREMITI, Giovanni Paolo

Giorgio Boccolari

Nacque a Modena il 3 genn. 1769 dal marchese Giovanni Filippo e dalla marchesa Marianna Marliani. Dopo avere seguito i primi studi nella città natale, allontanandosi dalle tradizioni della famiglia, fra i cui antenati si annoveravano soprattutto medici, giuristi e letterati, il C. si avviò alla carriera delle armi, entrando, nel 1787, al servizio del duca di Modena Ercole III d'Este in qualità di cadetto volontario delle guardie al corpo, e vi rimase fino a raggiungere il grado di tenente capitano, compiendo gli studi di ingegneria. Congedatosi dalle guardie al corpo nel 1792, l'anno successivo gh veniva concesso il titolo di ingegnere militare col grado di tenente colonnello in seconda della 1adivisione. Evidentemente il giovane ufficiale doveva essere molto apprezzato se di lì a poco, nel 1794, gli veniva conferito il grado di maggiore di artiglieria in servizio effettivo col corrispondente rango di colonnello nelle truppe ducali, quindi quello di ispettore generale dell'armeria e artiglieria ducali.

Alla venuta dei Francesi in Modena, il C. nell'agosto 1796 fu incaricato dal Consiglio di governo, nominato dal duca Ercole III al momento di abbandonare i suoi Stati, di approntare diverse forniture di armi e munizioni richieste dal generale Sahuguet per essere consegnate all'armata del Bonaparte, impegnata nell'assedio di Mantova e in altri luoghi; ed egli espletò con molto impegno e diligenza gli incarichi ricevuti tanto che meritò l'elogio del generale francese.

In seguito a ciò il C., per diretto interessamento del Bonaparte, nell'autunno 1796 entrava a far parte della legione cispadana col grado di capo-battaglione. Egli ebbe modo di dimostrare pienamente le proprie capacità organizzando le difese delle fortezze di Forte Urbano e di Ferrara, tanto che lo stesso Bonaparte gli manifestò il proprio apprezzamento chiamandolo presso di sé ad Ancona, nel febbraio 1797, per affidargli importanti lavori di fortificazione e installazione di artiglierie nella fortezza e nel porto onde premunirsi contro eventuali attacchi degli Inglesi. Quasi contemporaneamente il C. riceveva analogo incarico per la città di Rimini e poi per Cesena. Il 18 luglio 1797 fu promosso capo-brigata. Divenuto aiutante generale il 10 genn. 1798, si segnalò nella battaglia della Trebbia (1799), dove fu ferito alla gamba sinistra.

Durante l'invasione austro-russa (1799-1800), il C. ebbe il comando di tutte le artiglierie della Riviera ligure di Ponente, con l'incarico di rafforzare le difese della costa. In tale occasione si segnalò particolarmente durante l'assedio di Genova agli ordini del generale Massena, e sostenne la ritirata del centro dell'armata nell'aprile del 1800, ristabilendo poscia le medesime batterie dopo l'armistizio seguito alla battaglia di Marengo. Infine, con la nomina a generale di brigata il 20 ottobre del 1800, gli veniva affidato il coniando in capo di tutta l'artiglieria cisalpina, di cui, Panno successivo, veniva nominato, ispettore generale per il personale.

Destinato successivamente al comando della fortezza di Mantova, il C. morì in questa città l'8 marzo 1809. Fra le numerose onorificenze che gli vennero conferite nel corso della sua carriera. spicca il titolo di cavaliere della Corona di ferro, di cui fu insignito nel 1806; al momento della morte era in corso la pratica per l'attribuzione della Legion d'onore.

Degli interessi teorico-militari del C. sono testimonianza alcuni scritti, fra i quali ebbero una certa notorietà e diffusione il manuale intitolato Il cannoniere pratico (Modena 1795, ristampato a Milano nel 1894) e il volume Lo Stato militare del corpo dell'artiglieria italiana (Milano 1804).

Fonti e Bibl.: A. Zanoli, Sulla milizia cisalpino-italiana, Milano 1845, I, pp. 119, 127, 146, 150, 218; II, p. 393; [G. Ferrari Moreni], Il gen. G. P. C., Modena 1894; G. P. Calori, premessa a Il cannoniere pratico, Milano 1894; T.Casini, I modenesi nel Regno Italico, Modena 1900, pp. 10; G. Canevazzi, La scuola militare di Modena, I, Modena 1914, pp. 163; G. Natali, Notizie e documenti inediti sulla Legione cispadana, in Rassegna storica del Risorgim, XXVII(1940), pp. 570, 574, 592-594, 685, 692, 702.

Vedi anche
tenente Grado della gerarchia militare cui compete il comando di un plotone o di unità equivalente; è il secondo grado della gerarchia degli ufficiali e con il sottotenente costituisce la categoria degli ufficiali subalterni. Primo tenente Qualifica concessa ai tenente delle varie armi, dopo la Prima guerra ... generale Supremo grado della gerarchia militare. Nell’Esercito italiano vi sono generale di brigata (brigadier generale o maggior generale per i corpi tecnico-logistici), grado immediatamente superiore a quello di colonnello, generale di divisione (maggior generale), generale di corpo d’armata (tenente generale). ... marchése marchése Titolo nobiliare che nella gerarchia araldica segue quello di duca. In età carolingia e nel corso del Medioevo il termine marchese equivalse al margravio del mondo germanico. A partire dall'11° sec., la figura del marchese assunse un'autonomia che portò alla costituzione di signorie territoriali ... maggiore Nel linguaggio militare, grado immediatamente superiore a quello di capitano, al quale compete il comando di un battaglione o di unità corrispondente: il grado di maggiore è il primo della gerarchia degli ufficiali superiori ed è usato anche nella gerarchia dell’aeronautica militare. Il grado corrispondente ...
Categorie
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Vocabolario
stremare
stremare v. tr. [der. di stremo] (io strèmo, ecc.). – 1. Ridurre, diminuire. 2. Ridurre al limite estremo delle forze, della resistenza: la fatica e il caldo ci avevano stremati; con riferimento a risorse finanziarie, ridurre al livello...
stremità
stremita stremità s. f. [der. di stremo], ant. – Estremità: Per insino alla s. della terra (s. Bernardino). Con sign. estens., estremo bisogno, miseria: La Stremità mi richèr per figliuolo (C. Angiolieri).
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