CALOPRINO
. Antica famiglia della nobiltà veneziana originaria, come i Parteciaci, i Candiano, coi quali furono imparentati, da Heracliana. Nelle cronache venete i C. sono ricordati come ricchi mercatanti e arditi navigatori. Nell'864 parteciparono alla congiura che portò all'assassinio del doge Pietro Trandonico. Il periodo di massima floridezza della famiglia va dagli inizî del sec. IX, fino al 991, nel quale anno essa fu quasi sterminata dai Morosini, loro rivali. La tragedia è connessa col tentativo, fatto alcuni anni innanzi, dall'imperatore Ottone II di assoggettare Venezia. Sconfitto a Stilo di Calabria, il 7 giugno 983, Ottone aveva fatto però pace con la città e a Verona aveva rinnovato i patti che da tempo antico regolavano i rapporti commerciali fra Venezia da un lato e l'Impero e il regno d'Italia dall'altro. Fu allora che i C., cacciati probabilmente dalla città dalla fazione dei Morosini, alla cui opera si doveva specialmente l'accordo recente, si presentarono al monarca tedesco e lo indussero a ritirare la concessione fatta alla loro patria e a riprendere la lotta. Fra Ottone II e Stefano, capo della famiglia C., si conchiuse un accordo pel quale questi s'impegnava ad aiutare l'imperatore a sottomettere il ducato e a pagargli, una volta presa Venezia, un tributo annuo di 100 libbre d'oro, a condizione che il sovrano assicurasse a lui e ai suoi la dignità ducale. Le ostilità ricominciarono; ma poco dopo Ottone II venne a morte (7 dicembre 983), e le imperatrici Adelaide e Teofano, reggenti pel piccolo Ottone III, sospesero le ostilità e rinnovarono la pace con Venezia. In forza degli accordi allora conchiusi i C., qualche tempo dopo, furono riammessi in patria, ma troppo vivi erano l'odio dei Morosini e l'avversione dei cittadini contro di loro e nel 991 i tre figli di Stefano - questi era morto a Pavia prima della riammissione dei suoi - furono trucidati dai Morosini.
Bibl.: V. S. Romanin, Storia documentata di Venezia, I, Venezia 1851; K. Kretschmayr, Geschichte von Venedig, I, Gotha 1905.