CALLIMACO (VIII, p. 431; App. I, p. 346)
La maggiore e più chiara conoscenza della produzione poetica di C., acquisita specialmente attraverso gli Scholia Florentina e le Diegheseis milanesi, invita oramai ad uno studio più attento dell'arte di C. e ad una rivalutazione della sua poesia. L'importanza delle Diegheseis si è rivelata soprattutto nella ricostruzione del libro dei Giambi, che tiene un posto notevole nella tradizione letteraria iniziatasi con Archiloco e Ipponatte; messo insieme dal poeta verso il 270 a. C., esso si colloca tra i giambi di Fenice e i meliambi di Cercida e mostra pure di avere esercitato qualche influsso sui poeti latini.
Bibl.: A. Ardizzoni, Studi di poesia ellenistica, Napoli 1940; E. Howald, Der Dichter K. von Kyrene, Zurigo 1943; L. Alfonsi, L'elegia di Properzio, pubbl. della Univ. catt., Milano 1945; G. Perrotta, Storia della lett. gr., III, ivi 1946; C. Gallavotti, Appunti di lett. gr., I, Bari 1946 (con appendice metrica sulla struttura del trimetro callimacheo); id., Il libro dei Giambi, Napoli 1946 (edizione critica sulla scorta delle Diegheseis, con traduzione e bibl.); id., in Aegyptus, 1942, p. 114 (per un nuovo frammento del Prologo degli Aitia).