CALEIDOSCOPIO (dal gr. καλός "bello", εἶδος "forma" e σκοπέω "guardo")
Strumento inventato dal Brewster (v.), che consiste in due specchi piani disposti ad angolo (22°½, o 30°, o 60°), chiusi entro un cilindro e paralleli al suo asse. In una delle basi è praticato un foro cui si applica l'occhio dell'osservatore, l'altra è costituita da due dischi di vetro (il primo trasparente, il secondo opaco) entro i quali si trovano pezzetti di vetro, o piccoli oggetti colorati. In base al principio della riflessione delle immagini, si formano contro luce graziosi disegni simmetrici, che la rotazione del tubo permette di variare a piacere. L'impiego di tre specchi e l'aggiunta di una lente di breve profondità focale permettono di moltiplicare le riflessioni o di applicare il processo a qualsiasi oggetto.
Dopo quello del Brewster furono ideati parecchi altri tipi di caleidoscopî, il più noto tra i quali è quello del Debus (1860), che permetteva tra l'altro di cambiare la posizione degli specchi, e di conservare la stessa immagine ad libitum. Il caleidoscopio è usato anche praticamente allo scopo di trarne motivi ornamentali per tappezzerie, carte da parati, e così via.