CALCIO (fr. e ingl. calcium; sp. calcio; ted. Calcium; Kalzium)
Simbolo Ca; peso atomico 40,07; numero atomico 20. Metallo di colore bianco argenteo lucente, scoperto nel 1808 da Davy, e preparato puro nel 1854 da Bunsen (negli ultimi tempi Dempster e Aston hanno potuto individuare due isotopi del Ca l'uno a p. a. 40 e l'altro a p. a. 44). È duttile e malleabile. Il suo peso specifico è, secondo le più recenti determinazioni, 1,542; cristallizzato presenta un reticolo cubico a facce centrate, fonde nel vuoto a 760°, bolle a circa 1240° (760 mm. Hg), è assai volatile ad alta temperatura (a 1000° accusa una tensione di vapore di 47,2 mm. Hg). Data la sua forte affinità per l'ossigeno non può conservarsi all'aria, specie se in pezzi piccoli; in barrette o in grossi pezzi resiste più a lungo perché si ricopre di uno strato compatto di ossido che lo preserva dall'ulteriore attacco dell'ossigeno. Si suole conservare sotto petrolio.
Il calcio presenta una grande reattività. Si combina con facilità a temperatura ordinaria con il F e per il riscaldamento con: S, Se, Te, Cl, Br, J, P, As, Bi, C, Si; reagisce se riscaldato al rosso con l'azoto per dare l'azoturo Ca3N2, e con l'idrogeno per formare l'idruro CaH2.
L'elevato calore di formazione dell'ossido (Ca + 1/2 O = CaO + 151,9 Cal.) conferisce al calcio un energico potere riducente rispetto a moltissimi ossidi metallici (anche gli ossidi alcalini vengono ridotti a metalli se fusi con Ca) e a combinazioni ossigenate dei metalloidi come: acqua (H2O), biossido di azoto (NO), anidride fosforica (P2O3), acido silicico (SiO2), ossido di carbonio (CO), anidride carbonica (CO2).
Decompone in opportune condizioni altri composti: idrogeno solforato (H2S), idrocarburi, ecc. Si allega con numerosi metalli, fra i quali: magnesio, alluminio, rame, zinco, nichel, stagno, silicio.
Si prepara per elettrolisi del cloruro anidro fuso a cui si aggiunge del fluoruro per abbassarne il punto di fusione. L'operazione elettrolitica si può eseguire con il dispositivo indicato nella figura 1. Un recipiente di grafite contiene la miscela fusa di cloruro (100 parti) e di fluoruro (16 parti). Il fondo del recipiente è raffreddato con corrente di acqua, per modo che sulla parete si forma una crosta di sale solido che la preserva da una rapida corrosione. Come anodi servono due lastre di grafite, il catodo è di ferro, ed è raffreddato con circolazione d; acqua. All'inizio dell'elettrolisi il catodo tocca la superficie del bagno, a mano a mano che questa procede s'innalza l'elettrodo affidando il contatto elettrico al metallo separatosi. Occorre lavorare con cloruro il più possibilmente anidro, e a temperatura non molto elevata (circa 700°).
Il calcio è molto abbondante e diffuso in natura (nella crosta terrestre è contenuto in ragione del 3,47%). Lo si trova nelle rocce magmatiche come costituente di molti silicati complessi (anfiboli, pirosseni, ecc., v. silicati), nelle rocce sedimentarie come carbonato (marmi, calcari, crete, marne, arenarie calcaree, dolomiti, ecc.).
È costituente inoltre di altri numerosi e importanti minerali; come carbonato (CaCO3), si trova nella calcite e nell'aragonite, come fosfato (Ca3(PO4)2, nella fosforite, come solfato idrato (CaSO4•2H2O) nel gesso, alabastro, selenite; anidro (CaSO4) nell'anidrite, come fluoruro CaF2, nello spato fluore, come carbonato doppio di calcio e magnesio Mg•Ca(CO3)2, nella dolomite, come silicato CaO•SiO2, nella wollastonite, ecc. Si trova negli organismi vegetali e animali e particolarmente allo stato di fosfato e di carbonato, nelle ossa e nelle conchiglie. I coralli sono essenzialmente costituiti da carbonato di calcio.
Principali composti del calcio. - Ossido, CaO. - Si forma riscaldando il metallo in presenza di ossigeno. Si prepara più comunemente scomponendo ad alta temperatura il nitrato e il carbonato, CaCO3 ⇄ CaO + CO2 ed è quest'ultima sostanza che viene impiegata nella pratica per l'ottenimento della calce (v.). L'ossido di calcio ha grande affinità per l'acqua con la quale si combina con sviluppo di calore per dare l'idrossido Ca(OH)2, sostanza bianca, debolmente solubile in acqua (a 25° un litro di soluzione satura contiene gr. 1,3 di CaO). La soluzione ha reazione alcalina. La calce fonde a 2542°, e volatizza intorno a 2800°.
Trattando in opportune condizioni l'idrato di calcio con acqua ossigenata, possono ottenersi i seguenti idrati del perossido CaO2 : CaO2•8H2O, CaO2•2H2O, CaO2•2H2O2. Questi prodotti trattati con acidi diluiti mettono in libertà, a freddo H2O2 a caldo O2 Il perossido si conosce anche allo stato anidro.
Carbonato, CaCO3. - È il più diffuso fra i minerali di calcio, e, come è stato precedentemente ricordato, costituisce i marmi, i calcari ecc. È dimorf0, cristallizza cioè in due sistemi differenti, nel romboedrico (calcite) e nel rombico (aragonite). Si ottiene l'aragonite quando si precipita con carbonato ammonico il carbonato dalle soluzioni bollenti dei sali di calcio. Al di sopra di 400° l'aragonite si trasforma rapidamente in calcite. Le solubilitâ ed i volumi specifici delle due forme sono diversi: in acqua a 25° sono contenuti per litro di soluzione: calcite gr. 0,0143, aragonite gr. o,0154. A 20° la calcite ha un volume specifico di 0,367 mentre quello dell'aragonite è di 0,340.
Il carbonato di calcio si scioglie in acqua contenente anidride carbonica perché forma bicarbonato Ca (HCO3)2. Riscaldando la soluzione così ottenuta si libera anidride carbonica e precipita il carbonato neutro. Con questo comportamento si spiegano le origini di molte stalattiti e stalagmiti, dei depositi calcarei in prossimità di sorgenti termali, dei depositi di travertino così abbondanti e diffusi nel Lazio. Scaldato a temperatura elevata si scompone in ossido di calcio e anidride carbonica, e la tensione di anidride carbonica della reazione di decomposizione raggiunge una atmosfera a 898°. I sali di calcio si ottengono per azione degli acidi sull'idrossido o sul carbonato.
Fluoruro, CaF2. - Trovasi in natura a costituire la fluorite o spato fluore. Con acido solforico reagisce secondo l'equazione
e di questa reazione ci si serve nella pratica per preparare l'acido fuoridrico. È impiegato come fondente per usi metallurgici e nell'industria degli smalti.
Cloruro, CaCl2 - Forma diversi idrati con 6, 4, 2, 1 molecole di acqua, i quali per riscaldamento progressivo, perdono la loro acqua e lasciano come residuo cloruro anidro che è un energico disidratante. Questa sua proprietà è utilizzata nella pratica e in laboratorio. Il forte calore di diluizione dell'idrato CaCl2•6H2O (CaCl2•6H2O + acqua = sol. −4,3 Cal.) e la bassa temperatura del crioidrato (−55°), ne consigliano l'impiego nei miscugli frigoriferi. Con un miscuglio intimo di 2 parti di sale e 1 parte di ghiaccio la temperatura può scendere fino a −42°. La soluzione al 30%, è incongelabile fino a −20° e s'impiega nelle industrie frigorifere come liquido di circolazione. Grandi quantità di cloruro di calcio vengono prodotte come capomorto nella fabbricazione della soda Solvay.
Ipoclorito di calcio, Ca (OCl)2 - Non è conosciuto anidro, si conoscono gl'idrati con 3 e con 4 molecole di acqua.
Per azione del cloro sull'idrato di calcio:
si ottiene un prodotto (cloruro di calce) la cui formula non è ancora oggi conosciuta con precisione; quella che generalmente gli si atttibuisce è CaCl(OCl).
Il cloruro di calce è debolmetite solubile in acqua alla quale impartisce reazione alcalina; con gli acidi anche deboli come l'acido carbonico svolge cloro: CaCl (OCl) + H2SO4 = CaSO4 + H2O + Cl2. Si prepara industrialmente con il processo Hesenclever servendosi dell'apparecchio schematizzato nella fig. 2. La calce spenta cade dalla tramoggia superiore e passa attraverso la serie dei cilindri percorsi in senso inverso da una corrente di cloro. Degli agitatori a pale rimescolano la massa e ne facilitano il cammino.
Il valore commerciale del cloruro di calce dipende dal suo contenuto in cloro attivo. Il contenuto in cloro attivo (in gradi clorometrici, tedeschi, inglesi, americani) è espresso dal numero di cmc. di una soluzione di arsenito sodico contenente gr. 4,95 di As2O2 per litro che viene ossidata dal cloro attivo contenuto in gr. o,3546 di sostanza.
Il cloruro di calce del commercio è una polvere bianca, soffice, con odore di cloro. Serve nella sbianca dei tessuti, nella preparazione del cloroformio, e come disinfettante.
Nel 1927 sono stati prodotti in Italia quintali 85.350 di cloruro di calce.
Clorato, Ca (ClO3). - Si conosce con sicurezza soltanto il biidrato il quale viene ottenuto facendo agire a caldo il cloro sul latte di calce e lasciando cristallizzare, dopo concentrazione, la soluzione ottenuta. Per doppio scambio, dalle soluzioni di cloruro potassico e di clorato di calcio si ottiene clorato potassico: 2KCl + Ca(ClO3)2 ⇄ 2KClO3 + CaCl e questo procedimento è impiegato nella preparazione industriale del clorato potassico.
Nitrato di calcio, Ca (No3)2. - Si conosce anidro e combinato con 2, 3, 4 molecole di acqua. Si ottiene in grande quantità per assorbimento con calce dei vapori nitrosi che si ottengono nei forni ad arco per l'ossidazione dell'azoto atmosferico. L'assorbimento è condotto in modo da non salificare completamente la calce. Il prodotto ottenuto, che viene messo in commercio sotto il nome di Norge contiene circa il 75% di Ca (NO3)2 e il 10% di Ca (OH)2 ed è impiegato come concime azotato.
Dal primo luglio 1927 al 30 giugno 1928 la produzione europea si è aggirata sulle 600.000 tonn. In Italia nel 1927 ne ha importati q. 23.950 e ne ha prodotti q. 13.820.
Solfato CaSO4 (v. gesso). - Trovasi in natura anidro, e costituisce il minerale anidrite; combinato con due molecole di acqua, costituisce il gesso, l'alabastro, la selenite.
Solfito, CaSO3. - Si ottiene facendo agire l'anidride solforosa sulla calce spenta o sul latte di calce. È insolubile in acqua, si scioglie invece facilmente nella soluzione acquosa di anidride solforosa e forma il bisolfito, Ca(HSO3)2, oggi diffusamente impiegato nella preparazione della cellulosa in quanto solubilizza le sostanze estranee che l'accompagnano (lignina, emicellulose).
Solfuro, CaS. - Si ottiene riscaldando a temperatura elevata l'ossido con zolfo e carbone, oppure riducendo il solfato con carbone. Con acqua da un miscuglio di idrossido e solfidrato:
Il solfidrato a sua volta, si scompone lentamente a freddo e rapidamente a caldo, svolgendo idrogeno solforato.
Il solfuro di calcio presenta una caratteristica fosforescenza, fenomeno che sembra connesso con la presenza d'impurezze di altri solfuri metallici, in quanto i solfuri di calcio ad alto grado di purezza non sono fosforescenti. La durata e l'intensità della fosforescenza dipendono da numerosi fattori quali: l'entità e la natura delle impurezze, l'intensità e la durata dell'illuminazione, la frequenza delle radiazioni incidenti, la temperatura. Le sottoindicate impurezze, che prendono il nome di fosforogeni, contenute nel solfuro di calcio nel rapporto 1:106 producono la seguente graduazione nel colore della fosforescenza: rubidio, cremisi; alluminio, rosso; manganese, giallo; vanadio, giallo-verde; litio, verde; zinco, verde-bleu; bismuto, bleu.
Secondo la teoria elettronica di J. Stark, P. Lenard, H. S. Allen, sotto l'ínfluenza della luce vengono emessi elettroni solo da alcuni centri (sui quali è fissato il fosforogeno) e non da tutta la superficie del solfuro. I centri da cui gli elettroni vengono liberati acquistano carica positiva mentre gli elettroni si fissano sugli atomi di zolfo. Il ritorno di questi elettroni ai loro centri di emissione produce un effetto luminoso, al quale è dovuta la fosforescenza.
Sono stati preparati e si trovano descritti nella letteratura anche dei polisolfuri quali CaSl e CaS5. Il solfuro e il solfidrato di calcio servono come depilatori e a tale scopo vengono impiegati nella concia delle pelli.
Fosfati. - Si conoscono i seguenti ortofosfati di calcio:
Tra essi il più importante è il fosfato tricalcico Ca3 (PO4)2 che costituisce la fosforite naturale. Si trova nel guano e nelle coproliti, e per l'82% nelle ceneri delle ossa. Sostanza bianca, quasi insolubile in acqua, si scioglie facilmente negli acidi e da queste soluzioni è riprecipitata dall'ammoniaca. L'acqua contenente anidride carbonica lo attacca lentamente: Ca3(PO4)22CO22H2O = 2CaCO3Ca(H2PO4)2 trasformandolo in fosfato monocalcico solubile. A questo modo si spiega la sua lenta assimilazione da parte delle piante quando si trova nel terreno.
È la materia prima per l'industria dei perfosfati.
Il fosfato tricalcico, è impiegato nella preparazione del fosforo. Per questa si scalda al forno elettrico una miscela di fosforite, silice, carbone 2Ca3(PO4)210C6SiO2 = 10CaO6CaSiO34P. Industrialmente l'operazione è condotta con il dispositivo indicato nella fig. 3.
Il fosfato bicalcico, CaHPO4•2H2O., si ottiene mescolando una soluzione di fosfato bisodico con cloruro di calcio in presenza di poco acido acetico.
Con molta acqua si scompone e la soluzione assume reazione acida. Arroventato si trasforma in pirofosfato, Ca2P2O7.
Il fosfato monocalcico, Ca(H2PO4)2, è il più solubile tra i fosfati di calcio. Si conosce anidro e cristallizzato con una molecola di acqua. Il sale idrato scaldato intorno a 130° perde l'acqua e si trasforma in una mescolanza di piro e metafosfato Ca(PO3)2.
Attaccando le fosforiti o le ceneri di ossa con acido solforico al 60% si ottengono i perfosfati: Ca3(PO4)22H2SO4 = 2CaSO4 ÷ Ca(H2PO4)2, sostanze nelle quali accanto a solfato di calcio e a piccole quantità di fosfato bicalcico, la più parte dell'acido fosforico è presente come fosfato monocalcico solubile.
Il calcio sotto forma di fosfato basico insieme con silicato è contenuto nelle scorie Thomas ricavate dal trattamento di defosforazione delle ghise fosforose. Si trova in natura un fluofosfato di calcio, 3Ca3(PO4)2.CaF2 (fluoroapatite) e un clorofosfato di calcio 3Ca3(PO4)2.CaCl2 (cloroapatite) che associati in miscele isomorfe costituiscono il minerale apatite.
Azoturo, Ca3N2. - Massa bruna ottenibile scaldando al rosso il metallo in corrente di azoto. Con acqua si decompone dando ammoniaca.
Carburo, CaC2 (v. calcio, Carburo di).
Idruro, CaH2. - Sostanza grigiastra spugnosa ottenibile direttamente a caldo da metallo e idrogeno. Con acqua reagisce vivacemente svolgendo idrogeno. CaH22H2O = Ca2O = Ca(OH)22H2. È un energico riducente, a caldo riduce la silice, l'anidride borica, e perfino il vetro e la porcellana; gli ossidi di azoto vengono ridotti ad ammoniaca, l'ossido di carbonio e l'anidride carbonica a metano.
Il prodotto commerciale (idrolite) contiene il 90% di idruro e il resto di ossido e azoturo. Ne venne proposto l'impiego per scopi aeronautici per la proprietà che ha di svolgere idrogeno quando è trattato con acqua.
Silicati. - Come è stato ricordato in principio il calcio è presente in numerosi silicati complessi (v. silicati). Il sìlicato monocalcico CaSiO3 si trova in natura a costituire il minerale wollastonite. Altri due silicati anidri, il bicalcico 2CaO•SiO2 e il tricalcico 3CaO•SiO2, sono costituenti normali dei clinkers di cemento Portland (v. cemento).
I silicati di calcio formano, se fusi con i silicati alcalini, dei silicati doppî che entrano nella composizione dei vetri (v. vetro), miscele solide amorfe e trasparenti di silicati sodico, potassico, e silicato di calcio insieme con quantità più o meno rilevanti di silicati di metalli pesanti. I vetri comuni contengono da 7 a 15% di CaO, il cristallo, il glass, il flintglass arrivano al massimo al 2%.
Il silicato idrato CaO•SiO2•2,5H2O trovasi nei prodotti di indurimento dei cementi calcarei.
Alluminati. - Se ne conoscono diversi anidri e idrati e tutti interessano la costituzione e i fenomeni di presa e di indurimento dei cementi calcarei (v. alluminio).
Riconoscimento del calcio. - I sali di calcio colorano la fiamma non luminosa del gas in rosso mattone. Lo spettro è costituito da parecchie righe nell'arancio e nel giallo, una nel verde e una nell'ultravioletto.
Le soluzioni ammoniacali dei sali di calcio dànno, con carbonato ammonico, un precipitato bianco di carbonato di calcio, e con ossalato ammonico un precipitato bianco cristallino di ossalato di calcio insolubile nell'acido acetico e solubile negli acidi minerali.
Nella sistematica dell'analisi per via umida il calcio precipita al V gruppo (reattivo generale carbonato ammonico (NH4)2CO3 in presenza di ammoniaca NH3) come carbonato, insieme con i carbonati di bario e stronzio. Per riconoscere il calcio in presenza di bario e di stronzio ci si serve della proprietà che ha il cromato di essere solubile nelle soluzioni acetiche o ammonsacali contenenti cromato ammonico (metodo Caron-Raquet), a differenza dei cromati degli altri due metalli.
Dosaggio quantitativo. - Si precipita il calcio dalle soluzioni ammoniacali dei suoi sali come ossalato, si calcina e si pesa come ossido. L'ossalato di calcio può essere determinato ossidimetricamente con soluzione titolata di permanganato.
Impieghi del calcio. - Gl'impieghi del calcio metallico sono limitatissimi ed anzi si può affermare che mentre i suoi composti hanno una straordinaria importanza in vasti campi dell'attività umana, il metallo non ha oggi applicazioni pratiche.
Serve come disidratante in alcune reazioni organiche nelle quali si richiede un'azione meno energica di quella esercitata dai metalli alcalini. In chimica organica è impiegato in qualche caso al posto del magnesio nella reazione di Grignard. Il suo alto potere riducente è stato proposto per disossidare, desolforare, defosforare bagni metallurgici.
Alcuni anni or sono venne preconizzato un largo impiego del metallo per la preparazione dell'idroruro dal quale doveva ottenersi l'idrogeno per l'aeronautica, ma ben presto questo processo fu soppiantato da altri più economici.
Impieghi dei composti del calcio. - Sono svariati e importantissimi, basti ricordare che i composti del calcio entrano a costituire le calci, i cementi, il gesso, i vetri, i perfosfati, la calciocianamide, ecc. Si trovano dettagliatamente descritti in voci separate.
J. W. Mellor, A comprehensive treatise on inorganic and theoretical chemistry, V. iii, Londra 1928, p. 619; Gmelin-Kraut, Handbuch der anorganischen Chemie, II ii Heidelberg 1909, p. 188; U. R. Evans, Metals and metallic compounds, II, Londra 1923, p. 113; F. Ullmann, Enzykl. d. tech. Chemie, II, Berlino 1928, p. 745; Int. Crit. Tables, New York 1926.
Metabolismo. - Il calcio è indispensabile alla vita, essendo necessario all'eccitabilità e alla conduzione degli eccitamenti, alla coagulazione del sangue e del latte, alla formazione delle ossa.
Nell'adulto di 70 kg. si trovano circa 1750 g. di calcio: per la massima parte nello scheletro e poi in tutte le cellule e in tutti i liquidi interni e di secrezione. Il plasma del sangue ne contiene complessivamente 1 decigrammo per litro, in parte (circa 40%) in forma non diffusibile, probabilmente legato alle proteine, in parte (circa 60%) in forma diffusibile: di questa parte solo un terzo circa si trova ionizzato.
Il fabbisogno di calcio nell'uomo è di circa 1 grammo al giorno, ma durante il periodo dell'accrescimento e nella donna durante la gestazione e l'allattamento ne occorre una maggior quantità. Tutti gli alimenti contengono calcio; pochissimo la carne, il pane bianco, le paste alimentari, la chiara d'uovo; un poco di più le frutta, le patate, i legumi; ne sono ricchi il torlo d'uovo, il latte e i formaggi, le radici e le verdure in generale.
Il calcio degli alimenti viene assorbito dall'intestino tenue sotto forma di sali solubili.
L'eliminazione del calcio dall'organismo avviene circa per 2/3 attraverso l'intestino, per 1/3 attraverso il rene; secondo la formazione di acidi nell'organismo, perché i sali solubili sono eliminati con le urine, gl'insolubili con le feci; una dieta acidogena agisce sfavorevolmente sulla ritenzione del calcio e sulla calcificazione delle ossa.
La formazione delle ossa e la normale eccitabilità dei tessuti, dipendono, oltre che da una sufficiente introduzione di calcio dalla vitamina antirachitica e dalle ghiandole paratiroidi.
Diete prive o povere di vitamina antirachitica inducono negli animali e nell'uomo, a seconda dell'età, il rachitismo o l'osteomalacia.
L'ablazione delle paratiroidi negli animali produce una notevole caduta della concentrazione del calcio del sangue, che si traduce in un'esagerata eccitabilità dei nervi e dei muscoli volontarî, onde la comparsa di accessi convulsivi tonico-clonici (tetania paratiroidopriva) che conduce a morte l'animale. Anche la tetania (idiopatica) che si verifica nell'uomo e soprattutto nei bambini, si accompagna ad ipocalcemia ed è l'espressione di alterazioni degenerative o di atrofia delle paratiroidi. Gli accessi tetanici, tanto negli animali quanto nei bambini, possono essere attenuati o evitati sia con la somministrazione di sali di calcio, sia con la somministrazione di paratiroidi e dell'estratto attivo di queste ghiandole (paratormone di Collip). La somministrazione di tale estratto non solo eleva la concentrazione del calcio nel sangue degl'individui in cui la funzione di dette ghiandole è soppressa o ridotta, ma anche negl'individui normali, nei quali può determinare una vera ipercalcemia non scevra di pericoli.
Farmacologia. - I sali di calcio sono necessarî nel processo di coagulazione del sangue; è perciò razionale la loro somministrazione negli stati emorragici quando si cerca di migliorare e accelerare la coagulazione del sangue.
Modernamente si concepisce l'azione dei Ca-ioni da un punto di vista sistematico, interpretandoli quali eccitanti chimici, o meglio sensibilizzatori, delle terminazioni nervose del simpatico nei diversi organi; e reciprocamente si ammette, in base a dati sperimentali, che il tasso sanguigno in calcio-ioni varî a seconda dell'orientamento endocrino nervoso del soggetto o verso uno stato di tono del simpatico o di tono del vago. Per via endovenosa a piccole dosi, i salì di calcio aumentano la pressione sanguigna e l'attività del cuore per una depressione dei vaghi: la pupilla si restringe al massimo. Negli stati di ipertensione l'introduzione endovenosa è seguita da una più o meno cospicua e duratura depressione.
Il cuore di rana, staccato dall'organismo, non può funzionare in mancanza di calcio: la sua presenza è necessaria perché il suo vago possa estrinsecare la sua attività inibitoria. Secondo Loevy le sostanze cardiocinetiche del gruppo digitalico, altro non farebbero, a loro volta, che sensibilizzare il cuore verso l'azione del calcio. Attualmente vi è la tendenza, in terapia, di associare i farmaci digitalici con piccole dosi di sali di calcio, che ne potenzierebbero l'azione. Il calcio diminuisce ed arresta le contrazioni ritmiche dei nuscoli striati immersi in soluzione fisiologica; esso agisce sugli spasmi della muscolatura bronchiale favorendone la risoluzione, donde il suo impiego nel trattamento dell'asma bronchiale. I sali di calcio agiscono inoltre come diuretici: il meccanismo della diuresi da calcio non è ben chiarito, sembra che esso agisca diminuendo la permeabilità del rene, mentre secondo altri l'azione diuretica sarebbe di origine extra-renale. Di questa proprietà diuretica si vale la terapia utilizzandola specialmente nelle malattie ove esiste la tendenza alla formazione di edemi e di idropi. I fenomeni di essudazione risultano singolarmente ridotti o completamente inibiti dal calcio, probabilmente in conseguenza della diminuita permeabilità delle pareti vasali. Egualmente complessa è l'interpretazione delle azioni parimenti vantaggiose dei sali di calcio sopra le manifestazioni di natura anafilattica (urticaria, edema, di Quincke, febbre da fieno, asma bronchiale, emicrania, ecc.), collegate quasi sicuramente con uno squilibrio endocrinovegetativo in senso parasimpaticotropo. Il calcio esplicherebbe la sua azione terapeutica in quanto stimolatore dell'ortosimpatico, sistema antagonista di quello patologicamente esaltato. Il sale di calcio più usato è il cloruro che si somministra per bocca in soluzioni acquose diluite o in pozioni sciroppose alla dose dì gr. 0, 20-i sino al massimo di gr. 5 per giorno. Per iniezioni ipodermiche si prescrivono soluzioni acquose dall'i al 2%.
Stati morbosi calciprivi. - Si indicano così varie sindromi attribuite a deficiente assimilazione del calcio nei tessuti, soprattutto nello scheletro e nel sistema nervoso.
All'insufficienza calcica dello scheletro sono riferibili le cosiddette osteopatie calciprive, come l'osteomalacia, la rachitide, e una sindrome che, secondo il Pende, sarebbe determinata da alterazione d'un centro regolatore del metabolismo calcico situato nel diencefalo, e che va sotto il nome di sindrome di Schiller. Alle affezioni calciprive del sistema nervoso si riferisce la tetania dei bambini, e la spasmofilia infantile, forse anche la tetania e la spasmofilia degli adulti.
L'insufficiente assimilazione calcica è subordinata spesso a un'insufficiente funzione delle ghiandole paratiroidi, ma può avere una genesi nervosa centrale (v. sopra) o essere dovuta a speciali veleni del ricambio.
Calcipenuria - Termine introdotto in fitopatologia dal Moisescu nel 1905 per indicare una condizione patologica delle piante, dovuta a deficienza o mancanza di calcio nel terreno, per cui talune specie vegetali non sarebbero in grado di neutralizzare taluni acidi prodottisi nelle cellule in seguito al ricambio (come l'acido ossalico, con formazione di ossalato di calcio). I sintomi della malattia possono risultare di un ingiallimento e disseccamento degli apici fogliari, e di fenomeni di marciume radicale, ecc. Nel platano, la calcipenuria sarebbe condizione predisponente per l'attacco di un fungo, il Gloeosporium nervisequum, che fa imbrunire e disseccare specialmente le nervature fogliari. Analogamentc alla calcipenuria, possono esistere altre malattie, per penuria di altri elementi indispensabili alla nutrizione, come fosforo, azoto, potassio ecc., con sintomi variabili.