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CALCIO - Portogallo

di Enzo D'Orsi - Enciclopedia dello Sport (2002)
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calcio - Portogallo

Enzo D'Orsi

FEDERAZIONE

Denominazione ufficiale: Federação Portuguesa de Futebol

Anno di fondazione: 1914

Anno di affiliazione FIFA: 1923

NAZIONALE

Colori: rosso-verde

Prima partita: 18 dicembre 1921, Spagna-Portogallo, 3-1

Albo d'oro: terzo posto Campionato del Mondo 1966

Albo d'oro della nazionale giovanile: 2 Campionati del Mondo under 20 (1989, 1991), 3 Campionati d'Europa under 18 (1961, 1994, 1999), 4 Campionati d'Europa under 16 (1989, 1995, 1996, 2000)

Giocatori con il maggior numero di presenze: Fernando Couto, Luis Figo (80)

Giocatore con il maggior numero di gol: Eusebio (41)

MOVIMENTO CALCISTICO

Formula del Campionato: 18 squadre, girone all'italiana

Club: 2530 società, 10382 squadre

Giocatori tesserati: 40.169 uomini, 2593 donne

Arbitri: 3967 uomini, 27 donne

Stadi principali: Estádio da Luz, Lisbona (77.500 spettatori); Das Antas, Oporto (48.000); José de Alvalade, Lisbona (52.000)

Primo club fondato: Porto, 1893

Vittorie internazionali dei club: 3 Coppe dei Campioni (2 Benfica: 1961, 1962; 1 Porto: 1987), 1 Coppa Latina (Benfica: 1950), 1 Coppa delle Coppe (Sporting Lisbona: 1964), 1 Coppa Intercontinentale (Porto: 1987), 1 Supercoppa Europea (Porto: 1987)

Campionati nazionali vinti dai club: 30 SL Benfica (Lisbona); 21 FC Porto, Sporting CP (Lisbona); 4 CF 'Os Belenenses' (Lisbona); 1 Boavista FC (Porto), Carcavelinhos FC (Lisbona), CS Marítimo (Funchal), SC Olhanense (Olhão)

Coppe nazionali vinte dai club: 23 SL Benfica; 13 Sporting CP; 10 FC Porto; 5 Boavista FC (Porto); 3 CF 'Os Belenenses'; 2 Vitória FC (Setúbal); 1 Académica (Coïmbra), SC Braga, SC Beira Mar (Aveiro), CF Estrela Amadora, Leixões SC (Matosinhos)

Giocatore con il maggior numero di vittorie nella classifica cannonieri: Eusebio (7 volte)

Giocatore con il maggior numero di presenze: Nené (421)

Giocatore con il maggior numero di gol: Fernando Peyroteo (330)

I primi rudimenti del gioco del calcio furono introdotti in Portogallo, alla fine del 19° secolo, dai commercianti inglesi. Questo sport appassionò subito i giovani della buona borghesia, i quali, inviati spesso a completare gli studi superiori in Inghilterra, avevano modo di approfondire ulteriormente le proprie conoscenze calcistiche e, tornati in patria, divenivano i campioni delle squadre locali. Tuttavia il calcio portoghese si diede una vera organizzazione con un certo ritardo rispetto alle altre nazioni dell'Europa, sia per la posizione geografica decentrata del paese, che non consentiva contatti frequenti con il calcio europeo, sia per una certa rivalità fra le squadre di club di Porto e quelle di Lisbona, le quali, sebbene in molti casi fossero state fondate già alla fine del 1800, soltanto nel 1914 diedero vita all'União Portuguesa de Futebol.

Il primo incontro internazionale fu disputato dalla nazionale solo dopo la Prima guerra mondiale, che aveva ulteriormente aggravato la situazione di isolamento in cui versava il paese: alla fine del 1921, i portoghesi affrontarono i vicini spagnoli, subendo una sconfitta onorevole. Soltanto dopo l'affiliazione alla FIFA, nel 1923, e il definitivo assetto della struttura organizzativa ‒ divenuta Federação Portuguesa de Futebol ‒ il Portogallo entrò di diritto nell'ambito calcistico europeo.

La prima partecipazione a un torneo internazionale ufficiale è quella ai Giochi Olimpici di Amsterdam, nel 1928: la squadra fu presto eliminata, ma in modo dignitoso. Meno brillante l'approccio con i Mondiali: assente nel 1930, la nazionale portoghese nel 1934 e nel 1938 fu subito estromessa da avversari (Spagna e Svizzera) rispetto ai quali era ancora decisamente inadeguata. Va detto, d'altra parte, che il campionato nazionale nacque in Portogallo solo nel 1939, mettendo fine a tutta una serie di tornei più o meno ufficiali che sino a quel momento avevano impegnato le squadre di club.

Alla ripresa dell'attività calcistica, dopo la sospensione dovuta alla Seconda guerra mondiale, il 25 maggio 1947, il Portogallo conobbe la peggiore umiliazione della propria storia, un'autentica vergogna nazionale: nella sfida contro l'Inghilterra, i portoghesi, che pure non si aspettavano certo di battere i più forti avversari, subirono un mortificante 10-0. La bruciante sconfitta, però, ebbe dei risvolti positivi, perché spinse i club a rivolgersi a tecnici provenienti dal resto dell'Europa. Valorizzate le proprie risorse, lo Sporting, nel 1949, giunse in finale nella Coppa Latina per club, l'anno successivo il Benfica trionfò e fu ancora in finale nel 1957. Da parte sua, la nazionale ottenne due importanti vittorie, contro l'Inghilterra e contro il Brasile, e questi successi anticiparono la positiva esperienza dei Mondiali del 1966 in Inghilterra. Infatti i portoghesi, fino ad allora mai qualificati alla fase finale dei Campionati del Mondo di calcio, alla prima partecipazione sfiorarono la finalissima: la squadra di Eusebio fu fermata solo dai padroni di casa inglesi, con un sofferto 2-1. Battendo l'URSS per 2-1, il Portogallo conquistò il terzo posto.

Dopo l'exploit inglese, la crisi del Benfica, squadra di riferimento del calcio portoghese, ha determinato un ventennio di basso profilo. Per ritrovare il Portogallo ai massimi livelli occorre attendere gli Europei del 1984, edizione in cui giunge sino alla semifinale. Lo stesso risultato è raggiunto in Francia nel 2000. Qualificatosi per i Mondiali 2002, il Portogallo viene però eliminato al primo turno.

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