calcare
. Con costrutto transitivo, in senso proprio per " premere con i piedi ", " calpestare ", il verbo c. compare in If XXXII 20 va sì, che tu non calchi con le piante / le teste de' fratei miseri lassi; e in particolare, detto di un luogo, con la connotazione di " percorrere ", in Pg XIII 149 chieggioti... / se mai calchi la terra di Toscana, / che a' miei propinqui tu ben mi rinfami.
Per " camminare sopra qualcosa ", in particolare sopra le scene raffigurate sul pavimento della prima cornice, torna in Pg XII 69 non vide mei [" meglio "] di me chi vide il vero, / quant'io calcai, fin che chinato givi. Con tale significato calcar è variante, tuttavia destituita d'autorità, in If XII 58, in luogo di calar (cfr. Petrocchi, ad l.).
Figuratamente, nel significato di " opprimere ", " tenere in basso ", " umiliare ", contrapposto a ‛ sollevare ', in If XIX 105 la vostra avarizia il mondo attrista, / calcando i buoni e sollevando i pravi.
Con costrutto intransitivo, nel significato di " far calca, ressa " in un luogo, " affollarsi ", " pigiarsi " nella folla, in Pg Il 72 a messagger che porta ulivo / tragge la gente per udir novelle, / e di calcar nessun si mostra schivo.
Il participio passato calcato, con valore aggettivale, compare, in endiadi con pieno, detto di un luogo " affollato ", " gremito ", in Pg X 79 Intorno a lui parta calcato e pieno / di cavalieri.