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Calaruega

di Adolfo Cecilia - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Calaruega (Calaroga)

Adolfo Cecilia

Piccolo centro della Spagna in provincia di Burgos, sul fiume Gromejón, affluente di destra del Duero. La forma del nome ‛ Calaroga ' era in uso nell'italiano antico.

È ricordata come città governata dai re di Castiglia (v.) e patria di s. Domenico, in Pd XII 52 In quella parte ove surge ad aprire / Zefiro dolce le novelle fronde / di che si vede Europa rivestire, / non molto lungi al percuoter de l'onde / dietro a le quali, per la lunga foga, / lo sol talvolta ad ogne uom si nasconde, / siede la fortunata Calaroga / sotto la protezion del grande scudo / in che soggiace il leone e soggioga.

Talvolta, cioè nel periodo del solstizio estivo, il sole tramonta dietro l'onde del golfo di Guascogna (o di Biscaglia), non lungi dal quale si trova Calaruega. Alcuni commentatori antichi, come il Daniello e il Venturi, confondono C. con Calahorra, città anch'essa della Vecchia Castiglia, sulla riva destra dell'Ebro. Tra i moderni seguono questa versione il Del Lungo e il Torraca; quest'ultimo sostiene anche che D. intendeva indicare l'Ebro, non l'oceano Atlantico. Egli si basa su due versi di Virgilio (Aen. XI 913-914 " ni roseus fessos iam gurgite Phoebus Hibero / tingat equos noctemque die labente reducat "), e su una presunta corrispondenza tra Gange ed Ebro: il sole qualche volta sorge dal Gange (Pd XI 51), qualche volta si nasconde nell'Ebro.

Da notare infine che per il Lana e per l'Ottimo il nome di C. avrebbe un'origine greco-latina e starebbe a significare " buona preghiera ".

Bibl. - G. Buti - R. Bertagni, Commento astronomico della D.C., Firenze 1966, 170-171.

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