CALAMO (lat. calămus; gr. καλάμη, propriamente "canna")
È lo strumento di cui si servivano gli antichi per scrivere; il tipo più usuale di penna era infatti un bastoncino di canna con la cima appuntita mediante un taglio obliquo. Si ha notizia anche di penne di altre specie, come il bastoncino di giunco (usato comunemente in Egitto prima che il commercio coi Greci introducesse il calamo), calami di ferro assai simili per forma a quelli di canna, e anche penne d'uccello. Solo nel Medioevo divenne generale l'uso della penna d'oca, sostituita in tempi moderni dal fusto con un pennino d'acciaio. Agli antichi, come si è detto, non era ignota, sebbene rara, la penna di metallo; ignoto l'uso della penna cambiabile. Il calamo era appuntito come un temperino; perché scrivesse bene bisognava che la punta fosse stata fatta con una certa abilità; è passato in proverbio l'oraziano culpantur calami: il poeta a corto d'ispirazione se la piglia col calamo che non vuole scrivere. Chi aveva necessità di scrivere ne teneva con sé parecchi chiusi in un astuccio (theca calamaria); in tal modo gli era facile scegliere o cambiare spesso la penna. All'astuccio veniva legato il calamaio (v.).
Bibl.: H. Blümner, Röm. Privataltertümer, Monaco 1911, p. 471 segg.; W. Schubart, Einführ in die Papyruskunde, Berlino 1918, p. 43 segg.