CALAFATAGGIO (dal verbo arabo qalfaṭa; fr. calfater, calfeutrer; sp. calîfatear; ted. abdichten; ingl. to calk)
È quell'operazione mediante la quale nella costruzione delle navi in legno vengono chiuse tutte le fessure che rimangono nelle commettiture fra le tavole di ponte e di bordame per non lasciare trafilare l'acqua. Riscaldata con viva fiamma la parte della nave da calafatare, s'introduce nelle fessure della stoppa incatramata per mezzo di uno scalpello a punta ottusa su cui si batte col maglio, quindi sui comenti così ristoppati si fa scorrere del catrame bollente che aggiunge forza alla stoppa introdotta e chiude tutti i piccoli vuoti rimasti. Invece della pece che si liquefa al sole, si adopera anche un miscuglio, la cosiddetta colla marina, composta di guttaperca, gomma lacca e nafta. Nel calafataggio delle costruzioni metalliche si stringono tra loro i pezzi messi a contatto e si obbliga il metallo ad espandersi e a riempire lo spazio che, per quanto piccolissimo, separa un pezzo dall'altro. Ciò viene in massima ottenuto praticando con uno stampo a canale due solchi, uno per ciascun lato del comento, obbligando contemporaneamente il metallo, sotto ripetuti colpi di martello, a riempire il piccolo vuoto che può esistere nella linea di separazione dei due pezzi.