Caino e Abele
I primi figli di Adamo ed Eva
La storia di Caino e Abele è narrata nella Bibbia, nel quarto capitolo della Genesi. Il nome Caino è fatto derivare dal verbo qanah (che significa "acquistare" un figlio) ma, poiché i discendenti di Caino sono tutti artigiani e inventori, è più probabile che si colleghi al termine semitico che significa "fabbro". Abele vuol dire "vapore, nulla" e pare indicare che egli è destinato a morire. La vicenda di Caino, che uccide il fratello Abele per invidia, segna l'inizio di una progressiva decadenza dell'umanità
Nel racconto della Bibbia Caino e Abele sono i primi due figli nati da Adamo ed Eva dopo la cacciata dal giardino dell'Eden. Caino pratica l'agricoltura e Abele la pastorizia: entrambi offrono a Dio in sacrificio i prodotti del loro lavoro, ma solo le offerte di Abele vengono accettate. La preferenza accordata da Dio ad Abele suscita la gelosia e l'ira di Caino, che porta Abele nei campi e lo uccide. Dio scopre il delitto di Caino e lo maledice, scacciandolo dalla terra che ha macchiato del sangue di suo fratello, ma ponendo su di lui 'un segno' che lo protegga dalla vendetta. In seguito Caino si sposerà, avrà un figlio e fonderà la prima città: tra i suoi discendenti (Genesi 4,17-24) vi saranno l'inventore della musica (Iubal) e l'inventore della lavorazione dei metalli (Tubalcain).
Il punto più oscuro della vicenda di Caino e Abele è per quale motivo Dio preferisca Abele e come l'abbia fatto capire. I Padri della Chiesa e parte della tradizione ebraica antica dicono che Dio mandò un fuoco dal cielo per consumare le offerte di Abele (come avviene anche in 1 Re 18). Nella traduzione greca del verso 7 nel quarto capitolo della Genesi, un verso assai difficile da capire nell'originale ebraico, la colpa di Caino sembra essere quella di aver diviso ingiustamente i beni da sacrificare, dando a Dio la parte peggiore dei frutti della terra (facendo cioè un inganno simile a quello di Prometeo). La tradizione ebraica e cristiana dice, inoltre, che Caino era avido e vizioso, mentre Abele era giusto e virtuoso; ma nel testo biblico non si dice nulla in proposito e i due fratelli sono caratterizzati solo dai loro mestieri. Caino rappresenta la vita agricola e sedentaria e Abele la pastorizia, che nel Vicino Oriente antico era l'attività tipica dei seminomadi.
Nella Genesi la storia dell'omicidio di Abele è una tappa della progressiva decadenza e divisione dell'umanità, dall'unità iniziale (la prima coppia: Adamo ed Eva, i genitori di Caino e Abele; la prima famiglia) alla dispersione dei popoli, avvenuta presso la torre di Babele (Genesi 11). La rivalità tra due fratelli all'alba della civiltà ha molti paralleli nelle mitologie antiche: ricordiamo Osiride e Seth nella religione egizia o Romolo e Remo nella storia della fondazione di Roma. È inoltre un tema comune nelle storie dell'Antico Testamento: sono rivali, per esempio, Giacobbe ed Esaù (Genesi 27), o Giuseppe e i suoi fratelli (Genesi 37).
Nei Vangeli Abele è presentato come il primo uomo giusto perseguitato e ucciso dalla cattiveria umana (Matteo 23,35) e i Padri della Chiesa videro in lui una prefigurazione di Gesù, che è al tempo stesso sacerdote e vittima, come pure dei martiri cristiani. Caino è, al contrario, un modello di malvagità (Lettera di Giuda 11).
Oltre che nei grandi cicli affrescati presenti nelle principali basiliche medievali romane, da S. Pietro a S. Paolo, o nei rilievi scolpiti delle grandi cattedrali, come il duomo di Orvieto, la storia dell'uccisione di Abele viene dipinta anche da Guido Reni nel Seicento. A terra, con lo sguardo attonito per la cieca violenza del fratello, Abele tenta di opporsi a Caino che sta per vibrare il colpo mortale.