CAI GUO-QIANG
Artista cinese, nato a Quanzhou (provincia di Fujian) l’8 dicembre 1957. Fra i maggiori artisti cinesi affermatisi sullo scenario internazionale nel corso dell’ultimo decennio del Novecento, è conosciuto soprattutto per l’uso della polvere da sparo e dei fuochi d’artificio. Ha ricevuto numerosi premi, fra cui il Leone d’oro alla Biennale di Venezia (1999) e il Premium imperiale della Japan art association (2012).
Figlio di un calligrafo, C. ha studiato al dipartimento di scenografia dell’Accademia teatrale di Shanghai (1981-85). In questo periodo ha accumulato esperienze in campi diversi come le arti marziali, la musica, il cinema. L’anno successivo al diploma si è trasferito a Tokyo, dov’è rimasto dal 1986 al 1995, e quindi negli Stati Uniti (dove risiede dal 1995).
Nella sua opera coniuga le matrici culturali di origine – zen, taoismo, feng shui, medicina cinese, calligrafia – con le influenze occidentali. Dalla fine degli anni Ottanta, l’artista ha iniziato a impiegare come principale mezzo espressivo la polvere da sparo, utilizzata sia per realizzare fuochi di artificio sia come materiale per dipinti (su tela, carta o direttamente a parete). Ad attrarre l’autore verso questo particolare medium, legato alla cultura di appartenenza e a motivi biografici, è la sua duplice natura, a un tempo distruttiva e costruttiva.
Dal 1990 C. ha raccolto sotto il titolo Projects for extraterrestrial i suoi lavori pirotecnici, alcuni dei quali rimasti allo stato progettuale. Queste opere, di dimensioni e complessità sempre maggiori, hanno avuto come teatro spazi assai diversi in tutto il mondo: dai grandi musei (Museum of modern art a New York, Tate Modern a Londra, Power station of art a Shanghai) a luoghi come il Canal Grande di Venezia, una base militare in Germania, una centrale elettrica a Johannesburg, il sito dell’opera di land art Spiral Jetty di Robert Smithson. Le sue esplosioni, che hanno vita effimera, vengono documentate attraverso la fotografia e il video.
Tra le sue opere più grandiose è Project to extend the Great Wall of China by 10.000 metres (1993). Attraverso la deflagrazione di una serie di cariche posizionate alla fine del tratto occidentale della Grande Muraglia cinese (a Jiayuguan nel deserto del Gobi), l’artista ne ha prolungato la lunghezza per un totale di 10 chilometri. Il lungo muro di fuoco, durato all’incirca 15 minuti, è stato osservato da 50.000 persone.
Un altro versante in cui si svolge il lavoro di C. è quello delle installazioni su larga scala. La riflessione sul proprio Paese è all’origine dell’opera presentata alla Biennale di Venezia nel 1999: Venice’s rent collection courtyard è il parziale rifacimento di un’opera manifesto della Rivoluzione culturale, eseguita originariamente nel 1965 da un gruppo di scultori dell’Accademia di Chongquing nello stile del realismo socialista. Si tratta di una serie di 114 figure a grandezza naturale che illustrano scene di oppressione delle classi lavoratrici, che C. ha fatto riprodurre negli spazi del-l’Arsenale da uno degli autori dell’epoca insieme ad aiuti.
Negli ultimi anni l’artista si è dedicato anche a progetti sociali realizzati in collaborazione con comunità.
Dopo l’affermazione in Occidente, il riconoscimento nella madrepatria è stato ufficialmente sancito dalla nomina a curatore del primo padiglione cinese alla Biennale di Venezia (2005) e direttore degli effetti speciali e visuali per le cerimonie di apertura e chiusura delle Olimpiadi di Pechino del 2008.
Negli ultimi anni gli sono state tributate grandi retrospettive in tutto il mondo: una itinerante a New York, Pechino, Bilbao (2008-09); una in Qaṭar (2011); tre personali a Los Angeles, Hangzou, Copenaghen (2012); una itinerante in Brasile (Brasilia, San Paolo, Rio de Janeiro, 2013); Shanghai (2014).
Bibliografia: D. Friis-Hansen, O. Zaya, S. Takashi, Cai Guo-Qiang, London 2002. Cataloghi di mostre: Cai Guo-Qiang, a cura di F. Cavallucci, Trento, Galleria civica d’arte moderna, Cinisello Balsamo 2002; Cai Guo-Qiang. I want to believe, ed. T. Krens, A. Munroe, New York, Solomon R. Guggenheim Foundation, New York 2008; Cai Guo-Qiang. Ladder to the sky, ed. J. Deitch, R. Morse, Los Angeles, Museum of contemporary art, London-Munich 2012; Cai Guo-Qiang. Saraab, ed. Wassan al-Khudairi, Doha, Mathaf Arab Museum of modern art 2011-12, Milano 2012.